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Teatro delle Forchette

MATER DEI Testo e Regia Massimiliano Bolcioni

Teatro delle Forchette

Teatro delle Forchette
MATER DEI
Testo e Regia Massimiliano Bolcioni
Laboratorio di Arti Sceniche The Theatre

martedì 31 maggio ore 21:00
mercoledì 1 giugno ore 21:00
TEATRO COMUNALE DI PREDAPPIO - Forlì

 

INFO E PRENOTAZIONI: 339/7097952 - 347/9458012 - 0543/1713530 - info@teatrodelleforchette.it

 

BIGLIETTERIA:
INTERO € 15,00
RIDOTTO € 10,00
(Ragazzi UNDER 25, Over 65, Universitari, Residenti Comune di Predappio, Soci T.D.F, FoEmozioni)

con Lheila Bolognesi, Sofia Ricci, Alice Gardini,  Mattia Geraci,  Isabela Miron, Natascia Montanari Enrico Pasi,  Simone Severi, Catalina Stoica,  Claudia Francesconi,  Maurizio Lena, Serena Mandolesi,  Ivanoe Privitera, Giorgia Raggi

Mater Dei debutta il 26 maggio del 1997 con quattro giorni di replica, all’interno di quel che allora era la Sede dello Scomparso Forum Livii Theatre. In scena, gli Allievi della Scuola di Arti Sceniche del FLT, diretti da Massimiliano Bolcioni.
Più che un vero e proprio Testo Teatrale, sempre ad opera di Massimiliano Bolcioni,si potrebbe parlare di Partitura Drammaturgica per Azione Scenica di Teatro Figura. E fu esattamente quel che apparve agli occhi degli spettatori del tempo, che dato il luogo informale si trovò letteralmente inserito all’interno degli eventi-visioni, travolti da un vortice di emozioni sonore e visive in un contesto dove la circolarità degli spazi riservati loro si fondeva scenograficamente e drammaturgicamente con le situazioni narrate. Da allora non fu più replicato o riproposto fino a quest’anno, quando Stefano Naldi, nel 1997 allievo di Forum Livii Theatre, oggi Direttore Artistico di Teatro Delle Forchette e di The Theatre,la inclusa Scuola di Recitazione, ne ripropone a Bolcioni un nuovo debutto come Lavoro di fine Anno Accademico con in scena gli Allievi dei tre anni di Corso. Uno dei Testi più Profetici arcani e forse ancora criptici di Bolcioni, assume ai fatti d’oggi un aspetto inquietante la presentazione originale del libretto di sala nel 1997, che ripresentiamo a seguire come fu scritta al tempo, quasi come a voler rispondere coi dati storici attuali a domande sorte in realtà oltre 25 anni fa.
“Un testo sul Presente,sull’Attuale. Mai come adesso si è giunti o si sta giungendo allo stremo, alla stanchezza per nevrosi,ad un sociale intimamente malato che rende instabile il Futuro e costringe ad attaccarsi ai Ricordi,anche quelli meno piacevoli,di un vissuto comunque già accaduto e per questo certo, confermato, mentre il presente è un Dubbio sull’orlo del suicidio;la Aggressione che ci circonda fa paura. Anzi, E’ la PAURA. Mascherata da cartella delle tasse impazzite da bollette triplicate da precarie pensioni,col viso di un governo patrigno che non pensa affatto ai propri figli creando così in tutti loro un senso di orfananza,di abbandono, in fuga ognuno su di un pianeta intossicato e percosso da annoiati omicidi e da cadaveri sonnambuli che pur di trovarsi un’anima o un sogno corrono da cartomanti occulte in cerca di memorie o di rivelazioni sul futuro, mentre si iniettano nel frattempo nel cuore nella mente e nel corpo quotidiane dosi di droga o vaccini con siringhe mentali o reali malate di aids o di virus da laboratorio, oppure di festival della canzone di varietà televisivi di film bellissimi ritenuti orrendi e orrendi film decretati orribili da chi di decretare non sarebbe in grado.Confusi e smarriti cadaveri che si muovono e fanno rumore continuo con le loro scarpe,coi loro comizi da balcone e le loro prediche da pulpito, che girano girano e non si capisce dove stiano andando perché fanno di tutto per non farlo sapere. Perché fanno di tutto per non trovarsi un giorno all’improvviso a dover dire “ lo sapevamo già”. E di tutto questo bellissimo orrore cosmico che ci cammina attorno rimane appunto la Paura. La PAURA della perdita perenne, totale, che ci vede aggrappati nel tentativo di combatterla ad un nastro rosso come la vita alla morte, come il bene al male. E quindi, ecco la Grande Tentazione, il Sommo Desiderio; eliminare il passato, sconfiggere il futuro e sospendersi in un eterno presente, per divenire così Mater Dei, la Madre di Dio, La Madre Eterna e Mistica, una splendida immagine di plastica eretta a perenne memoria che ci ripeta ad ogni istante “ Tu esisti,tu sei! Sei. Sei. Sei! Tre volte sei. “ spaventandoci perché tre volte sei è il numero della Bestia,e noi non vogliamo ricordarci di essere la Bestia che proprio oggi sta emergendo dalla propria tana,sotto i nostri piedi, per sedere al comando e darci ordini maligni spacciati per benigni, ai quali i più sgomenti obbediranno ciecamente senza minimamente riflettere. Ma forse, in effetti, basterebbe ricordare “ per davvero” per riaccendere una luce.
Nel frattempo in tutti questi anni, Massimiliano Bolcioni ha avuto modo di lavorare sperimentare scoprire e perfezionare il suo particolarissimo e unico Stile, basato proprio su concetti già inclusi in testi c ome Mater Dei ma che solo oggi ha potuto codificare, come il suo Concetto del Potere Medianico dell’Attore, o l’unificare la sua origine cinematografica divenuta poi Teatrale nella Teoria del Frame Bloccato come Immagine fotografica impressa nel vetro, esattamente come quello di suno Specchio, nel quale rimane intrappolato l’Attore che osserva l’Interprete davanti allo Specchio intento a studiare il Ruolo che vive all’Interno dello Stesso e viceversa. E’ tanto se non tutto nella nuova versione presentata oggi. Ma soprattutto, viene fuori finalmente l’Ossessione di Bolcioni che da sempre lo accompagna nel suo percorso umano e di Vita, quella riferita al concetto di MADRE ASSOLUTA nelle sue tre dimensioni dell’IO profondo, che ne fa un punto cardine da sempre del suo lavoro di Interprete puro, di Drammaturgo e di Regista. Fino a toccare l’Attrice che condivide con lui il palcoscenico della Vita stessa sin dalla nascita, parte fondamentale per capire DAVVERO il perché di questo Testo. Ma per questo, o ci si arriva per intuito e istinto o lo si domanda all’autore o si aspetta che qualcuno scriva una sua biografia. Nel frattempo, le Tre Madri Archeologiche, ci racconteranno la loro in questa versione inedita dove l’uterino potere femmineo domina e sovrasta il tutto nei secoli dei secoli. E a venire. In una soffitta polverosa, mentre fuori piove, dove una donna a lume di candela apre porte che forse avrebbe dovuto tenere chiuse.


Redazione Diogene

martedì 10 maggio 2022

ARGOMENTI:     predappio teatro delle forchette