Diogene Annunci Economici

Cosa cerchi?

Tre domande a - Diogene Annunci Economici Forlì

Tre domande a Massimo Missiroli

Tre domande a Massimo Missiroli

Gli spazi del Palazzo del Monte di Pietà di Forlì sono stati animati, fino al 28 aprile scorso, dalla magia dei libri tridimensionali di Massimo Missiroli. Forte del successo dell’esposizione “1991-2011: vent’anni di pop-up” e del grande afflusso registrato dai laboratori per bambini presso le sale di Arte al Monte, l’artista forlivese, uno dei più noti e apprezzati paper-engineer a livello internazionale, racconta la sua esperienza artistica costellata di premi e collaborazioni con prestigiose case editrici.

Com’è nata la passione per i libri tridimensionali?

 

Prima della realizzazione di libri pop-up, sono stato – e sono tuttora – un collezionista. Il primo che ho acquistato nel 1978 è stato “I gatti di Gattolica”, riproduzione di un libro dell’Ottocento. Allora mi interessavo soprattutto di fotografia e cinema di animazione. Tenevo corsi per insegnanti che mi erano stati affidati dal Comune di Ravenna, poi, nel 1991, mi fu chiesto di insegnare come realizzare un biglietto di auguri natalizio tridimensionale. Dopodiché mi fu chiesto di tenere un corso per la costruzione di libri pop-up: mi ci vollero due mesi per prepararmi, imparare le pieghe di base e spiegare come riprodurle. Da quello stimolo ho iniziato a “pensare” le immagine in tre dimensioni e a dar vita ai miei primi progetti, che ho preso a proporre alle fiere del libro per ragazzi di Bologna e Francoforte. Fino al 2004 sono stato il solo paper-engineer in Italia (oggi siamo in tre). La mia collezione attualmente conta oltre 4mila libri.

 

Quali sono stati i premi o le collaborazioni più appaganti?

 

Sono particolarmente legato al “Pinocchio” selezionato nel 2004 per il premio Meggendorfer, una sorta di Oscar al libro pop-up più bello al mondo che ogni due anni viene assegnato da una giuria di esperti. Ho ricevuto un altro riconoscimento prestigioso nell’ambito dell’editoria specializzata per ragazzi, cioè il premio Andersen. La cosa curiosa è che è stato assegnato per la prima volta a me come persona, mentre generalmente ad essere premiati sono dei libri. Sono legato alla casa editrice De Agostini, che ha creduto nel mio lavoro e ha lanciato 5 dei miei libri. Tra le opere che porto nel cuore c’è anche “Il presepe”, edito da Gallucci con illustrazioni di Emanuele Luzzati. Oltre ai libri per ragazzi, ho collaborato anche con il brand Kenzo, realizzando una pagina pop-up all’interno del libro omonimo. Dopo oltre un ventennio di lavoro intenso, mi piacerebbe organizzare a Forlì un museo con la mia collezione, una delle più importanti a livello internazionale, rendendola viva con laboratori e visite guidate.

 

In un modo digitale, quale spazio resta al pop-up a alla cartotecnica?

 

La produzione di pop-up è limitata: oggi si contano al massimo 5 paper-engineer in Europa e una trentina in tutto il mondo. Il lavoro del cartotecnico è impegnativo: occorre studiare i meccanismi di piega perché la creazione non fuoriesca dal libro e si deve distribuire la narrazione in 6 pagine doppie. Anche i bambini nativi digitali si entusiasmano nel vedere le storie in tre dimensioni e, se debitamente seguiti, possono stare ore a riscoprire le magie della carta.


Laura Bertozzi

lunedì 29 aprile 2019