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Tre domande ad Alessandro Rondoni

Tre domande ad Alessandro Rondoni

Che aria tira tra i forlivesi all’indomani delle elezioni del 4 marzo? Si fa interprete del sentire dei cittadini Alessandro Rondoni, candidato sindaco a Forlì nel 2009, capogruppo in Consiglio Comunale dal 2009 al 2014 e candidato alle elezioni europee e regionali per Emilia-Romagna Popolare nel 2014.

Quali aspettative percepisce da parte dei forlivesi in vista del 4 marzo?

 

Continuo a incontrare i cittadini al Rondo Point, punto di incontro, ascolto e informazione in piazza Saffi, per un dialogo costruttivo in mezzo alla gente. La più importante aspettativa che colgo, incontrando persone di ogni età e nazionalità, è quella del lavoro, senza il quale si vivono situazioni precarie, anche in famiglia, e si perde la dignità di uomini. La crisi economica picchia forte ed è struggente vedere persone, giovani e non più giovani, senza lavoro. Oggi c’è meno ideologia ma più frammentazione nella società e la gente chiede alle forze politiche un’azione credibile per far ripartire l’economia, con opportunità di lavoro per tutti, meno tasse e meno burocrazia per le imprese.

 

In che misura le forze politiche promuovono proposte in linea con queste richieste?

 

Si è acuita la distanza tra eletti ed elettori e i politici hanno perso credibilità. Ho partecipato a tre campagne elettorali proprio per costruire un rapporto diretto fra rappresentanti e cittadini e aumentare la partecipazione democratica: con lo storico ballottaggio come candidato sindaco a Forlì nel 2009, poi nel 2014 con le Europee e come candidato presidente alle Regionali. In questi anni, però, sono cresciuti in modo preoccupante l’astensionismo, la casta dei privilegiati e il potere delle élite. Il recupero della buona politica passa da uomini e programmi credibili, non solo da slogan, e da una forte valorizzazione del territorio. Ora, in queste elezioni, vi è una giungla frammentata di partiti e si fa fatica a capire i programmi. La politica è un servizio per il bene comune, come anche papa Francesco ha ricordato in piazza del Popolo a Cesena l’1 ottobre. Oggi, in una società in trasformazione, le forze politiche devono guidare i processi sui temi del lavoro, dell’immigrazione, della sicurezza e soprattutto del sostegno alla famiglia.

 

Come si muove la politica locale nel rispondere ai bisogni dei cittadini?

 

Aeroporto, economia, sanità, centro storico, sicurezza e illuminazione sono alcune delle questioni aperte a livello locale, per le quali occorre fare di più. Servono un cambio di passo, la capacità di fare rete e una buona programmazione con i territori vicini. È difficile amministrare con il groviglio burocratico delle norme e con poche risorse, ma, leggendo le cronache, vedo che ogni giorno scoppia un “caso” sulle scelte della Giunta. Non bisogna però rassegnarsi all’ordinaria amministrazione, occorre un progetto di crescita e sviluppo, come si è fatto in questi anni con le mostre al San Domenico e il Campus universitario, e mantenere le eccellenze della nostra sanità. In questi tempi di crisi, derive, estremismi e populismi, bisogna ragionare con la testa e non con la pancia per ricostruire con speranza e fiducia.

 


Laura Bertozzi

venerdì 9 febbraio 2018