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EPPUR SI MUOVE

EPPUR SI MUOVE

Obliterare, ostativo ecc… Parole del “burocratese”: così definisce l’Accademia della Crusca il linguaggio che ci assale ogni giorno. E vorrebbe eliminarlo. Lo può fare, lo deve fare. Basta intorcigliarsi la lingua per pronunciare quei termini “disumani”. Non è già abbastanza “molestato” il nostro parlare quotidiano dalle abbreviazioni-tortura dei telefonini? E degli “emoticon”? Forza torniamo all’italiano semplice, fluente, capibile.

Tornando a noi, che dire dell’assenza “ingiustificata” di rappresentanti nostrani nei seggi regionali. Siamo senza sponda, senza padrini… Solo “padroni” di altre città che non ci aiutano. Anzi.

Il clima. Tanto per girovagare nei temi del giorno. Insetti, mosche, due gradi in più che uccidono le colture e chi le lavora. E poi fenomeni estremi: piogge torrenziali, esondazioni, sismi improvvisi, venti a 200 km orari. E, per carità, non parliamo del “Coronavirus”. I quattro cavalieri biblici dell’Apocalisse si sono scatenati. Chi ha dato l’ordine? QUALCUNO che forse si è stancato di questa umanità impazzita.

C’è un cambio di marcia nella testa dei giovani che a Forlì hanno scelto il solito Liceo Scientifico, raddoppiando iscritti e indirizzi di studio. Diplomi concreti, che aprono immediati scenari di lavoro. Subito dietro L’Istituto tecnico Marconi. Anche lì un percorso pragmatico che porta a scelte immediate di professione. Cala il leggendario Liceo Classico che dà tanto in preparazione culturale, ma molto meno nel traguardo finale: bisogna ricorrere, dopo la maturità, all’Università. E il tempo non aspetta.

La Facoltà di Medicina a Forlì. Bel colpo. L’aeroporto Ridolfi che prova a fare rombare i motori per inizio estate, il San Domenico che veleggia a mille, il centro storico che cerca di ravvivare i deserti e i silenzi del prima elezioni.

“Eppur si muove” diceva qualcuno.  


Leonello Flamigni

giovedì 20 febbraio 2020