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Ancora buio

Ancora buio

E’ buio. Piena oscurità. Non sappiamo nulla. Ieri in tv, da quella “santa donna” della Merlino, abbiamo scoperto almeno una verità: che questo simpatico vermiciattolo (il Covid19) non lo conosce nessuno. Lo ha affermato un luminare (il cui nome si allunga nel rosario degli scienziati che vanno in tv): “Non sappiamo a che famiglia di virus appartiene, certamente non quelle di Ebola e Sars. E’ diverso, reagisce in maniera atipica, si scompone, si trasforma, sfugge….”. Consolante. Grazie cinesi dei mercati di animali vivi. Vi dobbiamo molto…

Ecco perché buio completo. La scienza, quella che si è sempre contrapposta nei secoli alla fede, in una gara sulla supremazia, è all’angolo, sfinita quando siamo ancora alle prime riprese. Ripeto: non sappiamo nulla. E ci si mette anche un altro vip della scienza che, sempre sulla scena della Merlino (qualche parentela con il leggendario Mago?), afferma papale che questo flagello non se ne andrà più. “Ci ha attaccato e si è inserito nel cratere raccogli virus del globo”. Bene, bravo, bis. Ci voleva uno che ci tirasse su il morale. Ma è possibile dare spazio a certe “sirene” in momenti del genere? C’è una precisa ipotesi di reato penale per queste situazioni di allarmismo pubblico.

E allora che facciamo? Continuiamo a correre dietro, con elicotteri e motoscafi statali, a qualcuno che, in un litorale deserto, si stende al sole? Continuiamo a riempire quintali di autocertificazioni più o meno creative per andare a 500-1000 metri magari per salutare la mamma o la nonna. Continuiamo a subire l’imperativo categorico “Resta a casa” del mantra governativo, quando sarebbe più convincente e accettabile “Capiamo che è difficile, ma fallo per tutti: cerca di stare a casa fino a nuovo ordine”. E con quel finale, dare la sensazione benefica che ci sarà prima o poi un “nuovo ordine”. Continuiamo a collegarci alla conferenza stampa quotidiana della Protezione Civile con un’asettica, fredda enunciazione di dati e numeri che per la stragrande maggioranza non riusciamo a controllare e ad incrociare. Continuiamo a foraggiare nuovi comitati d’emergenza dove, in mezzo a specialisti oxfordiani di mezzo mondo, manca una mente abituata a pensare e decidere in fretta. Colau? Per carità, grande manager (sconosciuto alla maggioranza di noi piccoli mortali), ma proprio lui non ha pensato che lì in mezzo ci sarebbe stato bene anche un imprenditore illuminato, visto che si dovrebbe decidere sulla fase 2, quella delle ripartenze: lavoro e aziende.

E’ in preparazione un nuovo decreto del Governo. Sentivamo la mancanza di Conte in tv unificate e delle sue reprimenda all’opposizione (nomi e cognomi in diretta istituzionale…). Chissà che non ci informi anche su qualche concreta previsione temporale, sanitaria, economica. Così, per tenerci un po’ più sereni. Insomma, una spruzzata di speranza e fiducia che va sempre bene.

Non siamo felici, anzi. Folate di rabbia, disperazione e ribellione si colgono ogni giorno di più. Lo sanno a Roma? E se lo sanno perché fanno finta di non saperlo?


Leonello Flamigni

giovedì 16 aprile 2020