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Omnia

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Alcune riflessioni da un cittadino del mondo, ma soprattutto forlivese. Un mondo divenuto, dopo l’avvento del Covid19, come il formaggio Emmenthal: pieno di buchi. E nessuno riesce almeno per il momento a chiuderli: dal Governo a quelli della task force che, a cominciare dal capo Colau (che risiede stabilmente a Londra…), vivono quasi tutti fuori dal nostro Paese.

Prima riflessione: chi sono, quanti sono, quanto guadagnano, come lavorano. Per mail?

Seconda riflessione: la classe media è agonizzante. Basta, oltre ai filmati dei tg e dei talk show, fare un giretto per il centro della nostra città poi in periferia, per capire che non sono attori quelli intervistati. Negozi chiusi, saracinesche abbassate, bar e ristoranti appena aperti, ma guai a fermarsi all’interno. A Roma, in Parlamento, i parlamentari mangiano ogni giorno a 6 euro: primo, secondo, frutta. E caffè. Degli stipendi “onorevoli” una parte, neppure tanto, non potrebbe arrivare a queste partite Iva alla disperazione?

Terza riflessione: Su 10 persone, almeno una e mezzo è imbecille naturale. Statisticamente provato. E purtroppo quell’uno e mezzo va ai supermercati a fare la spesa. Più che legittimo, ma dovrebbe capire che la mascherina, se ce l’ha, deve coprire non solo la bocca, ma anche il naso. Quando non viene applicata a coprire solo il mento… Non solo, ma nelle corsie, abbastanza strette, non ci si può permettere, per osservare la merce e i prezzi, di fermarsi ostinatamente, ostruendo il passaggio agli altri: quelli “normali”.  E, alla cassa, è dannoso spingere col carrello sulle reni a chi sta davanti.

 

Quarta riflessione: un breve sondaggio personale stabilisce che il 99, 9 per cento dei cittadini non ha ancora capito le seguenti regole: chi sono i “veri congiunti”, i parchi sono davvero aperti a tutti e ci si può andare in due (distanziati) magari legati da comprovato (da chi?) legame? L’unica soluzione è quella di muoversi con in tasca un certificato di matrimonio con annesso stato di famiglia.

Quinta riflessione di ordine più nazionale, ma che coinvolge anche chi risiede a Forlì. Una masnada di “big mafiosi” è stata tolta dal carcere (tre erano al 41bis) e mandati a casa. Per alcuni malattie gravi e per molti il “timore” che si ammalassero di COVID19. E il DAP (Dipartimento amministrazione penale) ha deciso per il carcere domiciliare. Vogliamo solo ricordare che a Viterbo e a Roma ci sono istituti penali attrezzatissimi per curare questo tipo di detenuti. E le famiglie delle vittime  saranno contente? Risposta facile.

Sesta riflessione. A Forlì (e non solo) il virus ha dato segni di minore energia letale. Bene. Ma non fidiamoci troppo. Fidiamoci piuttosto di chi sta lavorando ai vaccini. Compresi i ricercatori di Mantova e Pavia che stanno avendo risultati importanti con il plasma degli anticorpi dei guariti.

Ultima: non abbandoniamoci alla bellissima retorica del “ne usciremo insieme vincitori”. Per il momento possiamo solo vivere giorno per giorno, ma da responsabili, questa drammatica vita.


Leonello Flamigni

lunedì 4 maggio 2020