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Cercasi primavera

anche se usata

Cercasi primavera

Ma dove sono le signore mattiniere del mercato? E le studentesse? E i bambini delle scuole? Dove sono? Interrogativo drammatico che si moltiplica di ora in ora in città. Parliamo di Forlì, ma il fenomeno è nazionale.

Le bancarelle dei mercati sono desolatamente vuote. Le aule dell’Università sembrano i banchi di Montecitorio quattro giorni su sette. Negli istituti di ogni ordine e tipo i bidelli non sanno cosa fare in quella desolazione.

C’è preoccupazione per l’economia, per i rischi della depressione, per la gioia degli occhi nel movimento sparito.

Poi la risposta viene come sempre dai bar in cui il popolo si accalca e ci resta per ore. “Il problema  è il tempo meteorologico cangiante e dispettoso di questa Primavera che  rimasta a casa sua, costretta da Basse ed Alte pressioni che giocano a ping pong lassù in alto…,”, afferma il solito saggio da bar.

C’è chi ha provato a telefonare alla Primavera. “Ma dove sei finita?”. “Ai domiciliari”, risponde mesta dai Tropici – La Perturbazione 1-2-3-4-5 di aprile mi ha chiuso dentro. Che ci posso fare?”.

Nel frattempo, le signore trascorrono le giornate davanti agli armadi. Che mi metto oggi? Avevo un  completino primaverile da impazzire…Mi tocca andare in cantina a riprendere il piumone.

E gli uomini, i ragazzi e i bambini? Stesso destino. Con gli stessi bambini colpiti da mal di gola, raffreddori, febbre da raffreddamento.

Le lavanderie bloccate. Nessuno va a ritirare capi estivi. I negozi di ortofrutta propongono prodotti dalla Cina, dal Belucistan e da Malta. Gli stabilimenti balneari ancora con le dighe protettive di sabbia sotto cui i più temerari si accucciano nel week-end.

Telefonata al Sole. “Ma che fai? Dove sei?”

Non “dipende da me”, risponde seccato.


Leonello Flamigni

giovedì 12 aprile 2018