IL PAESE ATTUTITO
La vita di ogni giorno scorre rapida e monocorde in questa nostra città sempre più trafficata. Quello che succede fuori rimbalza qui attutito dalla distanza e dalla distrazione. Meglio così perché dai telegiornali, dai talk televisivi, dalle radio e dai giornali arriva violento, come l’uragano dei giorni scorsi, lo specchio di un’umanità sempre più povera di “umanità”.
Difficile quindi, anzi impossibile, dare “scapaccioni” a cuor leggero. Le immagini del funerale di Desirèe riempono di dolore e rabbia al tempo stesso. La retorica dei commenti e delle analisi cola come miele rancido sulle nostre orecchie. Chi ha colpe di quell’assurdo, animalesco macello? La famiglia, la stessa Desirèe, la droga, gli spacciatori, gli squartatori di una giovanissima vita? La colpa, se proprio dobbiamo individuare un colpevole, è della rapidità con cui scorre il nostro tempo. Una rapidità dettata dalla necessità vitale di superare il quotidiano senza lasciare sul campo i resti delle nostre carenze, delle ansie, delle rabbie, delle necessità non risolte.
E ci si mette anche lo spread, il PIL che non si alza di un millimetro, il Governo che tenta disperatamente di mettere in pratica un “contratto” troppo costoso per le sacche esaurite del nostro bilancio.
Ci si mettono anche gli studenti che prendono a sediate gli insegnanti, il ragazzino che prende a testate la prof, l’immigrazione molesta (c’è anche quella utile e giusta), i poteri forti e quelli deboli che non mollano il passo.
Un quadro, insomma, che, ripeto, rimbalza nelle nostre terre attutito, ma non meno pesante.
E per fortuna che c’è il Grande Fratello Vip, che ci sono Mara Venier e Barbara D’Urso, imperturbabili, a far finta che siamo in un Paese senza problemi. Beate (?) loro.
Leonello Flamigni
venerdì 2 novembre 2018