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Con la mostra dedicata a Boldini, Forlì si conferma punto di riferimento culturale a livello nazionale

Boldini, lo spettacolo della modernità

Con la mostra dedicata a Boldini, Forlì si conferma punto di riferimento culturale a livello nazionale

Con l’inizio di febbraio arriva puntuale l’oramai tradizionale appuntamento con l’inaugurazione della mostra forlivese ai Musei San Domenico. Anche quest’anno il percorso espositivo si snoderà all’interno delle grandi sale che costituirono la biblioteca del Convento e nelle stanze del piano terra, dove già si sono tenuti i nove precedenti grandi eventi: Marco Palmezzano (2006), Silvestro Lega (2007), Guido Cagnacci (2008), Antonio Canova (2009), I Fiori (2010), Melozzo degli Ambrogi (2011), Adolfo Wildt (2012), Novecento (2013), Liberty (2014).

Quest’anno a Forlì, dall’1 febbraio al 14 giugno, sarà di scena “Boldini. Lo spettacolo della modernità” che, con oltre 240 opere esposte, diviene una delle maggiori retrospettive dedicate al grande pittore ferrarese, vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento.

 

In contemporanea (dal 31 gennaio) a Ferrara si terrà “L’arte per l’arte. Il Castello Estense ospita Giovanni Boldini e Filippo de Pisis”, speciale allestimento che riporterà alla luce opere che si trovavano a Palazzo Massari, ora in ristrutturazione, non visibili al pubblico in seguito al disastroso terremoto del 2012.

In tutto saranno circa 350 le opere in mostra nelle due città che hanno instaurato tra loro uno stretto rapporto di collaborazione culturale e di promozione turistica.

 

Per Forlì si tratta della decima mostra e dieci è un numero considerevole che certamente non poteva essere previsto quando, nel 2006, si partì con la mostra dedicata a Marco Palmezzano. Finora sono stati oltre 800.000 i visitatori delle mostre forlivesi, un numero importante che fa del San Domenico un vero e proprio punto di riferimento a livello nazionale. Un dato di affluenza rilevante che ha avuto anche una ricaduta economica sul territorio e che dovrebbe rappresentare un'indicazione a livello nazionale per il rilancio del turismo basato su arte e cultura nel nostro Paese.

 

BOLDINI, LO SPETTACOLO DELLA MODERNITÀ

 

“C’est un classique!”. E’ questo il riconoscimento dato a Giovanni Boldini (Ferrara 1842 - Parigi 1931), fin dalla prima esposizione postuma che si tenne a Parigi a pochi mesi dalla morte. “Il classico di un genere di pittura”, ribadì in quella occasione Filippo de Pisis.

 

Dopo la rassegna dedicata nel 2012 a Wildt (che sarà protagonista nel 2015 di una mostra realizzata dal Musée d’Orsay all’Orangerie di Parigi in collaborazione con la Città di Forlì e la Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì), e le due successive sul Novecento e il Liberty, la Fondazione e i Musei di San Domenico di Forlì proseguono nell’esplorazione, attraverso nuovi studi e la riscoperta di opere poco note, della cultura figurativa tra Otto e Novecento, proponendo per la stagione espositiva del 2015 una approfondita rivisitazione della vicenda di Giovanni Boldini certamente il più grande e prolifico tra gli artisti italiani residenti a Parigi. E’ in questo ideale spazio di rapporto tra Forlì e Parigi che si colloca la nuova iniziativa.

 

Nella sua lunghissima carriera, caratterizzata da periodi tra loro diversi a testimonianza di un indiscutibile genio creativo e di un continuo slancio sperimentale che si andrà esaurendo alla vigilia della Prima Guerra mondiale, il pittore ferrarese ha goduto di una straordinaria fortuna, pur suscitando spesso accese polemiche, tra la critica ed il pubblico. Amato e discusso dai suoi primi veri interlocutori, come Telemaco Signorini e Diego Martelli, fu poi compreso e adottato  negli anni del maggiore successo dalla Parigi più sofisticata, quella  dei fratelli  Goncourt e di Proust, di Degas e di Helleu, dell’esteta Montesquiou e della eccentrica Colette. Rispetto alle recenti mostre sull’artista, questa rassegna si differenzia per una visione più articolata e approfondita della sua multiforme attività creativa, intendendo valorizzare non solo i dipinti, ma anche la straordinaria produzione grafica, tra disegni, acquerelli e incisioni. Le ricerche più recenti di Francesca Dini (curatrice della mostra insieme a Fernando Mazzocca), consentono di arricchire il percorso con la presentazione di nuove opere,  sia sul versante pittorico che, in particolare,  su quello della grafica.

 

Uno di punti di maggior forza, se non quello decisivo, della mostra sarà la riconsiderazione della prima stagione di Boldini negli anni che vanno dal 1864 al 1870, trascorsi prevalentemente a Firenze a stretto contatto con i Macchiaioli. Questa fase, caratterizzata da una produzione di piccoli dipinti (soprattutto ritratti) davvero straordinari per qualità e originalità, sarà vista in una nuova luce grazie alla possibilità di presentareparte del magnifico ciclo di dipinti murali realizzati tra il 1866 e il 1868 nella Villa detta la “Falconiera”, a Collegigliato presso Pistoia, residenza della  famiglia inglese dei Falconer. Si tratta di vasti paesaggi toscani e di scene di vita agreste che consentono di avere una visione più completa del Boldini macchiaiolo.

Le prime sezioni, nelle sequenza delle sale al piano terra, saranno dedicate all'immagine dell’artista rievocata attraverso autoritratti e ritratti; alla biografia per immagini (persone e luoghi frequentati); all’atelier; alla grafica così rivelatrice della sua incessante creatività.

Le sezioni successive, al primo piano, dopo il ciclo della “Falconiera”, ripercorreranno attraverso i ritratti di amici e collezionisti la grande stagione macchiaiola.

Seguirà la prima fase successiva al definitivo trasferimento a Parigi, caratterizzata dalla produzione degli splendidi paesaggi e di dipinti di piccolo formato con scene di genere, legata al rapporto privilegiato con il celebre e potente mercante Goupil.

 

Avranno subito dopo un grande rilievo, anche per la possibilità di proporre confronti con gli altri italiani attivi a Parigi, come De Nittis, Corcos, De Tivoli e Zandomenenghi, le scene di vita moderna, esterni ed interni, dove Boldini si afferma come uno dei maggiori interpreti della metropoli francese negli anni della sua inarrestabile ascesa come capitale mondiale dell’ arte, della cultura e della mondanità.

Seguiranno infine le sezioni dedicate alla grande ritrattistica che lo vedono diventare il protagonista in un genere, quello del ritratto mondano, destinato ad una straordinaria fortuna internazionale. A questo proposito costituirà una novità la possibilità di accostare per la prima volta ai suoi dipinti le sculture di Paolo Troubetzkoy in un confronto interessante sia sul piano iconografico sia su quello formale.

 

Boldini, lo spettacolo della modernità

Comitato scientifico presieduto da Antonio Paolucci.

Mostra a cura di Francesca Dini e Fernando Mazzocca.

Direzione generale di Gianfranco Brunelli.

Progetto di allestimento a cura di Studio Lucchi e Biserni, Forlì; Wilmotte et Associés, Parigi

 

Una mostra della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì.

In collaborazione con Comune di Forlì e Musei San Domenico.

Sotto l’alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana e con il patrocinio della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea.

 

Orario di visita

da martedì a venerdì: 9.30 -19.00; sabato, domenica, giorni festivi: 9.30-20.00. Lunedì chiuso.

6 aprile e 1 giugno apertura straordinaria. La biglietteria chiude un’ora prima.

 

www.mostraboldini.com


Marco Viroli

sabato 24 gennaio 2015