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La Romagna dei castelli e delle rocche

In un libro illustrato, di oltre 600 pagine, il censimento e la storia dei maggiori fortilizi del territorio romagnolo

La Romagna dei castelli e delle rocche

Nella Romagna tra Medioevo ed Evo Moderno è ovunque in atto una lotta per la sopravvivenza e per il dominio e ovunque perciò fioriscono strutture di difesa e di offesa. Così avviene lungo l’Appennino, ove rocche e castelli paiono dare nuovo slancio all’aguzzo delle cime, così su meschini rilievi, come a Cesena o a Santarcangelo, oppure nella piena pianura, ove rocche e castelli si acquattano minacciosi a strettissimo contatto con i dominati (a Imola, a Faenza, a Forlì, a Forlimpopoli, a Rimini, a Ravenna, a Lugo…): bastioni potentissimi a garanzia di un potere inestirpabile.

Ricostruendone le vicende, il libro diviene una storia della Romagna sotto la specie degli incastellamenti: passano nelle sue pagine figure memorabili; rivivono le ambizioni degli uomini che abitarono quelle torri e quei masti; si celebra l’eroismo di donne di ardente sorprendente coraggio, protagoniste di una Romagna appassionata e corrusca; si rievocano le sofferenze delle popolazioni, la prepotenza dei signori, le tecniche della guerra, gli afrori delle ambizioni umane, infine gli amori che pure fiorirono in sale costruite per altro che per l’abbandono alle tenerezze dei sentimenti.
Agli autori del libro appunto questo l’Editore ha chiesto: assumere le rocche e i castelli non solo e non tanto per la loro struttura architettonica e per il loro possibile valore turistico, ma soprattutto per quel che significarono nella storia, anche personale, di quanti vi abitarono, per le vicende che determinarono e per il peso che vi ebbero: dunque, una storia di cuori, di menti, di caratteri e di destini prima che di pietre e di forme, così da costruire un libro unico, sia per la vastità della ricerca, sia e in particolare perché storia di donne, di uomini, di città dentro la loro rocca.
[tratto dall’introduzione di Eraldo Baldini].

Castelli e rocche nel Forlivese: dall’incastellamento alla città fortezza
In Italia, il complesso processo detto incastellamento si manifestò (…) tra il 920 e il 1030, portò all’accentramento umano in abitati d’altura (castra), alla riorganizzazione dei terreni e alla loro ridistribuzione gerarchica all’interno di vere e proprie circoscrizioni.
L’incastellamento costituì certamente il maggior rivolgimento strutturale e culturale che nel Medioevo avvenne in Europa, in particolare in quella mediterranea. Causa principale fu l’indebolimento dell’autorità regia e imperiale, oramai non più in grado di proteggere i territori dalle incursioni dei popoli che venivano da nord o dal mare. In molte situazioni l’esigenza difensiva nacque da lotte diffuse tra piccola nobiltà locale o dal desiderio di controllare e difendere una via di transito o importanti attività commerciali. (…)
La riorganizzazione non interessò solo l’urbanistica dei centri abitati ma coinvolse anche le strutture fondiarie e agrarie, l’ordinamento politico e religioso, persino l’organizzazione familiare, incidendo profondamente in quasi tutti gli aspetti della vita quotidiana. Inoltre, in modo analogo a quanto era avvenuto con i feudi, anche per i castelli si affermò la tendenza a trasformare in ereditario il bene che era stato ricevuto in affidamento. (…)
In Romagna, più che altrove, il fenomeno dell’incastellamento fu molto intenso, stimolato dapprima dagli scontri tra potenti famiglie comitali (…) quindi dalle lotte tra fazioni guelfe opposte ai ghibellini che proprio a Forlì ebbero il loro centro più importante. In seguito, ad alimentare la necessità difensiva furono le contese tra le famiglie signorili che erano a capo delle principali città (Ordelaffi, Malatesta, Manfredi, Da Polenta, ecc.) e gli scontri con lo Stato pontificio che rivendicava l’egemonia su terre di proprietà che, in più riprese, erano sfuggite dal controllo. Per finire, vi furono gli anni del dominio di Girolamo Riario e Caterina Sforza, la cui caduta segnò, dopo il triennio di Cesare Borgia e del Ducato di Romagna, il passaggio allo Stato della Chiesa. Da allora, fatto salvo il breve periodo dell’occupazione napoleonica, tra la fine del Settecento e il Congresso di Vienna, i papi governarono la Romagna (e quindi il Forlivese) per circa tre secoli, fino all’avvento dell’Unità d’Italia. (…)
Non è facile immaginare come potesse essere la vita ai tempi dei castelli. Se potessimo compiere un salto temporale all’indietro nei secoli per vedere con i nostri occhi quel lontano mondo antico, resteremmo allibiti e increduli.
Sta di fatto che oggi in Romagna, in vario stato di conservazione, restano meno del 40% dei tanti fortilizi che furono eretti, quasi nessuno di questi è visitabile, mentre il 60% è completamente scomparso. È perciò di fondamentale importanza cercare di preservare dall’oblio e dalle ingiurie del tempo e dall’incuria le costruzioni superstiti, testimoni di un’epoca passata da cui tutti noi discendiamo, preziose vestigia della nostra storia, della nostra cultura, dell’evoluzione della nostra civiltà. Possano le pagine che seguono servire da modesto contributo a favore di questa nobile causa!
[tratto dall’introduzione alla sezione dedicata al territorio forlivese a cura di Marco Viroli]

A dicembre quattro presentazioni di “La Romagna dei castelli e delle rocche” di Cristina Castellari, Paola Novara, Mirko Orioli, Angelo Turchini, Marco Viroli, introduzione di Eraldo Baldini. Il libro è stato edito dal Ponte Vecchio di Cesena, con il contributo di Conad CIA.

Giovedì 12 dicembre, ore 20.45, Salone Comunale di Forlì, piazza Saffi, interviene Davide Drei, sindaco di Forlì.

Venerdì 15 dicembre, ore 17.30, Sala del Giudizio del Museo della Città di Rimini, via Tonini, interviene Massimo Pulini, assessore all’Arte del Comune di Rimini.

Sabato 16 dicembre, ore 17.00, Sala Muratori della Biblioteca Classense, via Baccarini 3, Ravenna, interviene Michele de Pascale, sindaco di Ravenna.

Sabato 23 dicembre, ore 17.00, Biblioteca Malatestiana di Cesena, interviene Paolo Lucchi, sindaco di Cesena.


Marco Viroli

venerdì 1 dicembre 2017