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Speed Desert

La nuova sfida di Enrico Gaspari

Speed Desert

La S scivola sempre allo stesso modo. Perfetto intercalare  di una lingua a metà strada tra influenze neolatine, spruzzate celtiche e inflessioni franco germaniche. Esclamazione irreverente di un’esaltazione anarchico liberale. Ecco perché solo in Romagna il motore declina al maschile. “E’ Mutor”.

Così è se vi piace, senza che per forza vi debba piacere. Per carità.

Solo che. Solo che le eccezioni in questo luogo del mondo fanno spesso rima con le esagerazioni. Se Pascoli era il capostipite della “poetica onomatopeica” (Fate lo sforzo di consultare per una volta un vocabolario… anche solo on line, please) ci sarà stato il suo sacrosanto perché. Quel perché che fa assomigliare quella stessa S in bocca ad Enrico a un’improbabile chicane in mezzo al deserto. Poi la S la sposti, la metti in verticale e ti accorgi di come il mondo possa cambiare rapidamente prospettiva. E quella lettera che scivola in bocca, tra un’esclamazione e l’altra è il perfetto trade union di una passione che sposa le dune del Golfo Persico, come scenario della propria vita sportiva a bordo di un cavallo d’acciaio attrezzato per l’occasione.

Fa effetto.

Fa effetto sentirselo raccontare. Parola di un mondo e uno scenario lontano. Eppure per Enrico è il suo habitat naturale. Dopo due settimane da vero guerriero alla Dakar, l’Abu Dhabi Desert Challenge. Un rally che (solo) in apparenza pare avere le sembianze di una scampagnata tra amici.

Invece.

Invece i 1.450 km cronometrati che lo compongono, sono quanto di più ostico un pilota di rally raid si trovi a dover affrontare in carriera. 1.450 km in 5 giorni. Senza alcun tipo di assistenza, in cui dover fare tutto da soli. Con una macchina carica di pezzi di ricambio come si trattasse del Daily del vostro meccanico di fiducia. Il tutto sul filo dei 150 km all’ora e oltre letteralmente volando sopra le dune  del deserto arabo. Cose che la Dakar non racconta e in cui l’essere alla guida di mezzo simile è parte di un’avventura nell’avventura, per un insieme di specialità che solo questo tipo di competizione è in grado di regalare al mondo sportivo a 4 ruote.

Ecco cosa fa una S, quando dall’asfalto diventa tridimensionale e si para davanti a te in pieno volo cieco. Ostacolo improvviso da superare a tutta velocità.

Fiducia, coraggio e tanto gas.

Tutte cose che Enrico Gaspari metterà in campo con indomabile passione, alla guida del suo Polaris del team spagnolo TH-TRUCKS

La S di un romagnolo.

No. L’iniziale di una parola inglese: speed.

Speed desert.

Quando il deserto è solo l’immagine di un’onda di sabbia.

Da cavalcare a tutta velocità.


Emiliano Tozzi

giovedì 22 febbraio 2024

ARGOMENTI:     gaspari