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Tre domande a Danilo Rossi

Tre domande a Danilo Rossi

“È fondamentale che il mondo dello spettacolo dal vivo non rimanga indietro: chi vive di arte non può attendere all’infinito e se l’Italia ha bisogno di tornare a vivere, ha bisogno anche di arte”. A farsi portavoce della ripartenza del settore era stato il maestro Danilo Rossi, forlivese, prima viola del Teatro alla Scala di Milano e direttore artistico di ForlìMusica, con il lancio della petizione “L’arte è vita”. Queste istanze, che hanno raccolto quasi 27mila firme, non sono rimaste lettera morta: Forlì, infatti, sarà tra le prime città in Italia dove una vera e propria ripartenza dello spettacolo dal vivo ci sarà. E in grande stile.

Perché intitolare anche il cartellone forlivese “L’arte è vita”?

 

Perché nasce dallo stesso spirito della petizione, che vuole difendere un sentimento, cioè che lo spettacolo dal vivo non debba morire. La richiesta di noi promotori (insieme a me, il violinista Alessandro Quarta, il violoncellista Mario Brunello e l’attore Alessio Boni) era una data certa per la ripartenza del settore. Ma abbiamo anche preso posizione perché chi lavora dietro le quinte abbia diritti garantiti. Per dar vita alla magia dello spettacolo dal vivo, resta però imprescindibile l’altro polo della triangolazione: il pubblico. Niente “Netflix della cultura”, ma soluzioni nuove per ripartire in presenza. Queste idee hanno spinto ForlìMusica a mettere a punto una programmazione estiva come non se n’erano mai viste e l’Amministrazione comunale è stata al nostro fianco. Per dare concretezza alla petizione, occorreva fare proposte perché la stagione estiva non andasse persa.

 

La vedremo sul palco insieme agli altri promotori della petizione?

 

Chissà… Posso solo anticipare che la serata di apertura, il 1° luglio, sarà una prima nazionale e un evento di forza straordinaria. Seguiranno altri sei appuntamenti (l’ultimo il 23 agosto), tutti al chiostro del San Domenico. Ci sarà la grande musica, con artisti di livello internazionale, e anche personalità di primo piano provenienti da altre arti. Al valore della bellezza abbiamo poi unito quello della solidarietà, grazie alla collaborazione di CavaRei. I forlivesi dovrebbero sentirsi orgogliosi del fatto che la nostra città sarà tra le prime in Italia a ripartire. Le potenzialità ci sono: Forlì è uno dei pochi centri che vanta un’orchestra, la Maderna, e una stagione concertistica di prim’ordine. Sarebbe bello se i forlivesi si rendessero conto di questa ricchezza e la sostenessero con la loro presenza. Non solo: grazie agli sgravi fiscali previsti dall’Art Bonus, anche le aziende possono fare molto per la cultura locale.

 

Quali sfide vi attendono nei prossimi mesi?

 

L’emergenza da covid-19 ha puntato i riflettori su problematiche che esistevano già. L’Italia investe lo 0,2% del Pil in cultura: se questo stanziamento era insufficiente prima, figuriamoci adesso. Durante il lockdown ci sono stati Paesi europei che hanno varato misure pensando alla cultura come “bene primario”. In Italia non è stato così. Occorrerebbe una ristrutturazione di base del finanziamento pubblico. In parallelo ci vuole, da parte delle strutture organizzative del settore, una volontà forte a ripartire.

 

 


Laura Bertozzi

mercoledì 17 giugno 2020