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RAPPORTO ASAPS INCIDENTI CON PEDONI

Marco Viroli intervista Giordano Biserni, Presidente ASAPS

RAPPORTO ASAPS INCIDENTI CON PEDONI

Marco Viroli:

L’ASAPS – Associazione Sostenitori e Amici della Polizia Stradale – ha presentato il 3° Rapporto annuale sull’incidentalità con il coinvolgimento dei pedoni, sulla base dei dati ACI-ISTAT dell’anno 2019. Facciamo il punto con Giordano Biserni, Presidente ASAPS.

 

Giordano Biserni:

Nel 2019 sono avvenuti 19.817 investimenti di pedoni, 54 al giorno, 2 l’ora, in cui sono morte 534 persone, 336 uomini e 198 donne. Il dato è in calo del 12,7% rispetto al 2018 quando furono 612 e anche al 2017 quando morirono 600 pedoni. ASAPS conferma che mai dato sui decessi è stato così basso dagli anni ’80 e occorre considerare che nel 2002, l’anno prima dell’introduzione della patente a punti in Italia, perdevano la vita ben 1.226 persone.

Tornando ai decessi avvenuti nel 2019, 11 avevano meno di 18 anni e ben 316 più di 65 anni, oltre il 60% del totale, quasi uno al giorno.

M.V.

Evidentemente gli anziani sono i soggetti più a rischio sulle strade italiane.

 

G.B.

Esatto. Le ridotte capacità uditive, visive e motorie di queste persone spesso incidono in modo decisivo anche sul recupero fisico post-incidente e si assiste ad un elevato numero di decessi a distanza dall’investimento.

 

M.V.

E per quanto riguarda i ferimenti alle persone?

 

G.B.

Preoccupa il numero di pedoni feriti, alcuni con danni permanenti, che ha raggiunto i 21.430 (9.995 uomini e 11.435 donne) 59 al giorno, con un aumento di 600 unità rispetto al 2018. Tra il 2005 e il 2019 rimane costante il numero tra i 20.000 e i quasi 22.000 cittadini che devono rivolgersi alle strutture ospedaliere. ASAPS poi evidenzia i troppi investimenti sugli attraversamenti pedonali, ben 7.747 sinistri con 143 morti e 7.604 feriti, nel luogo più ”sacro” della strada, quello in cui la precedenza è diritto del pedone e dove la tutela dovrebbe essere maggiore, come negli altri paesi europei.

 

M.V.

Talvolta però possono esserci delle responsabilità anche da parte dei pedoni.

 

G.B.

Certo, non bisogna dimenticare come anche i pedoni siano sottoposti alle norme del Codice della Strada e gli incidenti provocati da comportamenti irregolari sono stati ben 4.535 con 124 decessi e 4.411 feriti, con 2.390 casi in cui il pedone attraversava la strada irregolarmente, in 762 incidenti camminava in mezzo alla carreggiata, in 475 occasioni il pedone veniva fuori improvvisamente da dietro un veicolo in sosta o fermata, in 371 situazioni il pedone attraversava al passaggio pedonale non rispettando i segnali.

Il mese più a rischio per i pedoni è risultato gennaio con 67 decessi, quello meno a rischio maggio con 25. L’oscurità e la mancanza di attenzione con buoi sono fattori molto delicati che necessiterebbero di adeguate campagne di sensibilizzazione.

Una buona notizia viene dalle grandi città, dove diminuisce il numero dei decessi che passa da 154 del 2018 ai 114 del 2019, con un calo del 21%. Roma rimane un caso a sé, con ben 42 croci sulle strade, 25 uomini e 17 donne tra cui le due ragazze investite a dicembre a Ponte Milvio e il cui processo al conducente è tutt’ora in via di definizione. Al secondo posto tra le grandi città, sale Torino con 13 decessi – 6 uomini e 7 donne – che supera Milano con 12 persone morte – 5 maschi e 7 femmine.

Roma ha anche il record dei feriti con 2.035 pedoni che sono ricorsi alle cure dei medici.

La Lombardia è la regione che ha avuto il maggior numero di decessi con 96 di cui ben 58 ultra65enni, seguita dal Lazio con 63, dall’Emilia Romagna con 57, Campania con 47, Piemonte e Veneto 38, Sicilia 35.

 

M.V.

Quindi riassumendo, come si può giudicare l’anno passato?

 

G.B.

E’ un bilancio in chiaro-scuro, perché nell’elaborare il 3° Rapporto sui pedoni abbiamo constatato un calo dei decessi ma non dei feriti, anche gravi. Ci preoccupano i casi di pirateria stradale, che aumentano, nonostante le forze dell’ordine abbiano aumentato a loro volta il numero di coloro che vengono individuati e denunciati. Occorrono maggiori investimenti dei Comuni e degli Enti proprietari delle strade sulla segnaletica luminosa degli attraversamenti pedonali, terra di conquista per i più indisciplinati, che non rallentano neppure di fronte agli anziani che rimangono vittime sei volte su dieci. Servono apposite campagne di sensibilizzazione sulla conoscenza delle norme che prevedono la decurtazione di ben 8 punti dalla patente in caso di mancata precedenza ai pedoni sulle strisce. Occorrono poi maggiori controlli delle divise sulle strade e la riforma del Codice della Strada con nuove e più severe sanzioni perché nel 2020 avremo un calo notevole dei decessi tra i pedoni, ma solo grazie alla pandemia e al lockdown. Va infine ricordato che i veicoli si stanno dotando di nuovi sistemi di avviso di ostacoli e pedoni e che dal 2022 sarà obbligatorio per i veicoli di nuova immatricolazione come il sistema AEBS, la frenata automatica d’emergenza che in caso di pericolo arresta il veicolo e che salverà centinaia di pedoni da investimenti certi, anche quando l’autista si distrae con il cellulare alla guida, centrando così il pedone, fenomeno troppo presente sulle nostre strade. Oltre alla tecnologia serve un cambio di mentalità alla guida, perché siamo tutti pedoni, non dimentichiamolo!

 

M.V.

E per quanto riguarda il vostro Osservatorio Bambini?

 

G.B.

In tutto il 2019 l’Osservatorio dell’ASAPS aveva registrato complessivamente il decesso di 40 bambini. Di questi, 24 erano trasportati a bordo dei veicoli, 3 bambini sono stati travolti con la loro bicicletta. 12 erano a piedi per strada.

Per quanto riguarda il 2020, ricordiamo che questa è stata un’ estate veramente terribile per i nostri bambini sulle strade. Nell’Osservatorio ASAPS sugli incidenti che coinvolgono i bambini fino a 13 anni, il piccolino di 4 anni travolto a Castagneto Carducci lo scorso 16 settembre, occupa la casella n.20!!

Sembra incredibile che da giugno al 16 settembre siano stati 20 i bambini uccisi sulle strade! E sono 33 le piccole vittime da inizio anno.

Nei primi sette mesi del 2020 oltre il 70% erano bambini trasportati su veicoli. Gli altri sono stati travolti mentre erano a piedi o con la loro bicicletta.

Mi preme ricordare che quando muore un bambino in un incidente stradale, il re Erode è sempre un adulto che viaggiava a velocità elevata, o era distratto da cellulare, o ubriaco, o non lo aveva fissato adeguatamente al seggiolino o semplicemente non lo aveva vigilato.

Consideriamo questa del bambino di 4 anni una ennesima sconfitta, ma non demordiamo da un obiettivo per noi primario: zero bambini morti sulle strade! Sostenete l’ASAPS in questa e in tutte le sue battaglie. Aderite all’Associazione!

Foto Fabio Casadei


Redazione Diogene

lunedì 19 ottobre 2020