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Covid 19

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Covid 19

La prima lezione per un aspirante giornalista è imparare a scrivere in modo semplice, senza paroloni e costruzioni complicate.

ChAdOx1 nCoV-19.

Quando l’ho letta per la prima volta ci sono volti alcuni minuti solo per capire come pronunciarla (credo sia qualcosa tipo ciadox uno encov diciannove).

Forse non ho imparato bene la prima lezione, però questa parola diventerà (speriamo) estremamente importante per i mesi a venire.

Mentre noi siamo divisi tra chi vive come se il Sars-Cov-2 (ancora parole difficili!), non fosse mai esistito e chi ancora sta protetto come un palombaro ogni volta che mette il naso fuori di casa, qualcuno sta facendo passi da gigante nella ricerca di un vaccino per questa pandemia, ancora troppo diffusa nel mondo.

Oxford University, Jenner Institute, un gruppo di ricerca si occupa di vaccini, ottiene la collaborazione di Astrazeneca, multinazionale del farmaco a disposizione per la produzione su larga scala e la distribuzione a livello mondiale, e di Advent srl, divisione vaccini della IRBM, azienda che a Pomezia Terme studia e ricerca vaccini basati su un vettore virale, l’adenovirus, cui in questo caso è stato aggiunto il materiale genetico necessario a costruire la proteina spike del Coronavirus.

Più semplicemente (non me ne vogliano gli esperti): i ricercatori hanno preso un virus, l’Adenovirus, che normalmente colpisce gli scimpanzè, lo hanno reso innocuo con una modifica genetica grazie alla quale gli è impossibile replicarsi all’interno dell’organismo umano. Alla sua struttura è stata aggiunta una parte di Coronavirus, quella che produce le proteine spike, ovvero le punte della corona del Coronavirus, che sono lo strumento per mezzo del quale il Coronavirus entra nelle cellule umane. La speranza che anima questa ricerca è che il sistema immunitario riconosca lo stimolo delle proteine spike ed attivi una risposta immunitaria contro di esse, così, in caso di aggressione da parte del Coronavirus, le difese sarebbero già pronte. I test proseguono, ed alcune fasi della sperimentazione sono già state superate.

Non abbiamo ancora certezze definitive abbiamo bisogno di continuare a tenere le difese alte, pronti al distanziamento sociale, attenti a non farci colpire di sorpresa come nell’inverno appena trascorso, ma possiamo cominciare a nutrire qualche speranza che il prossimo inverno sia quello della diffusione del vaccino contro il Covid-19.

 

Aspetto sempre commenti e considerazioni, se volete, all’indirizzo: michele.donati.sicurezza@gmail.com.

Auguro a tutti una settimana sine cura.

 


Michele Donati

lunedì 13 luglio 2020