Decreto sicurezza
Riflessioni
Bentornati nello spazio dedicato alla sicurezza.
Auguri di buon anno a tutti!
La nostra rubrica si è conclusa nel 2018 analizzando una schermaglia tra poteri dello Stato (Esecutivo e Giudiziario) che abbiamo giudicato negativa per i cittadini da ogni punto di vista.
L’anno nuovo si è aperto con un pokeristico vedo e rilancio. Assistiamo ad una doppia battaglia: un tema è la legge di Bilancio, l’altra il decreto Sicurezza.
Lasciamo a fini menti di politologi, storici e giuristi l’arbitrato nelle dispute, noi parliamo concretamente di sicurezza, come fatto fin ora.
Ogniqualvolta i poteri dello Stato combattono tra loro (in Italia c’è una lunga storia di battaglie tra Esecutivo e Giudiziario dal 1992 ad oggi) il cittadino si trova in una scomoda posizione, tra incudine e martello. Giusto per fare un breve cenno concreto, parte del CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) ha sollevato dubbi sulla costituzionalità del decreto Salvini e perplessità sulla forma (decreto legge). L’art. 77 della Costituzione Italiana così recita: “Il Governo non può, senza delegazione delle Camere, emanare decreti che abbiano valore di legge ordinaria.
Quando, in casi straordinari di necessità e d’urgenza, il Governo adotta, sotto la sua responsabilità, provvedimenti provvisori con forza di legge, deve il giorno stesso presentarli per la conversione alle Camere che, anche se sciolte, sono appositamente convocate e si riuniscono entro cinque giorni.
I decreti perdono efficacia sin dall’inizio, se non sono convertiti in legge entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Le Camere possono tuttavia regolare con legge i rapporti giuridici sorti sulla base dei decreti non convertiti.”
E’ stato quindi obiettato che il carattere di necessità ed urgenza di tale trattazione sia opinabile.
Alcuni sindaci hanno dichiarato pubblicamente che si asterranno dall’applicare le prescrizioni contenute in questo decreto e nella sua legge di conversione (Legge 1 dicembre 2018 n.132), scatenando una nuova guerra mediatica tra “buonisti nemici degli italiani” e “ razzisti, disumani e fascisti” (per usare i termini che le due parti riservano l’una all’altra) o tra “esseri umani” e “amici del popolo italiano” (per usare i termini che ciascuno attribuisce a sé) ed alzando i toni tra chi propone disobbedienza civile e chi pretende applicazione letterale della legge (ma i ruoli erano diametralmente invertiti qualche tempo fa)
Dala prossima settimana proveremo ad analizzare la questione con un punto di vista neutrale.
Auguro a tutti una settimana sine cura.
Michele Donati
giovedì 10 gennaio 2019