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Videogiochi

Nuovi usi e pericoli

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Bentornati nel nostro spazio dedicato alla sicurezza.

Stiamo parlando di videogiochi e del cambio di modello che è avvenuto da quando, oltre un ventennio fa, ero io protagonista giocante.

I videogiochi, abbiamo detto, hanno cambiato: la modalità di copartecipazione, grazie ad Internet, ed hanno perso la caratteristica narrativa (di conseguenza il finale) proprio in virtù della modalità multigiocatore.

Anche lo scopo del gioco cambia leggermente: non c’è più una trama con un finale vittorioso, il nostro obiettivo diventa quello di accumulare punti e scalare le leaderboard, classifiche locali, nazionali o mondiali del nostro gioco.

L’ultima rivoluzione è la più geniale: le software house hanno cambiato il loro modello di business, ed il costo per l’acquisto, un tempo grande scoglio per la diffusione di un gioco (il modello precedente infatti portò ad un proliferare della pirateria informatica e dello sharing illegale), è stato del tutto azzerato. Puoi giocare gratis ad un buon numero di giochi online, anzi, la diffusione di un gioco spesso è da ricercare nella gratuità dell’ingresso in esso.

Il modello di gioco è poi studiato per dare immediate gratificazioni al giocatore appena iscritto: i primi premi, i primi upgrade sono rapidi e soddisfacenti. Mano a mano che il gioco avanza, diradano sempre di più e danno vantaggi via via meno significativi, costringendo il giocatore a sessioni molto più lunghe per ottenere qualche vantaggio tangibile. Per accelerare questi tempi, è sufficiente effettuare qualche acquisto in-app (un bonus interno al gioco che si può ottenere pagando qualcosa). Ed ecco che è tornato il pagamento del gioco, ma questa volta è fatto a piccole rate successive, che mi permettono intanto di cominciare a giocare.

Che ci crediate o meno, questo sistema è enormemente più redditizio per le software house.

La cosa preoccupante è che ricorda un vecchio sistema, verso il quale ricordo che eravamo messi in guardia tanto tempo fa, perché è il metodo che genera lo sviluppo di dipendenze.

Ricordo, quando ero bambino, che si diceva: “assaggi una dose, poi non puoi più farne a meno”. Ecco, sicuramente un videogioco è molto meno pericoloso dal punto di vista tossicologico e farmacologico, ma conviene tenere ben presente che alcune dinamiche seguono esattamente quelle dello sviluppo delle dipendenze.

Non è il caso di fasciarsi la testa e di temere che tutti i nostri figli siano improvvisamente diventati tossicodipendenti per via di qualche partita ai videogiochi, ma è importante capire come questi cerchino di utilizzare gli stessi sistemi delle dipendenze patologiche per innescare engagement, coinvolgimento nei loro utenti.

Auguro a tutti una settimana sine cura

Michele Donati

 


Michele Donati

venerdì 8 marzo 2019