Bullismo
Come intervenire di fronte al sospetto di di bullismo?
Bentornati nello spazio dedicato alla sicurezza.
Come intervenire di fronte al sospetto di di bullismo?
Il primo compito è sicuramente quello di approfondire l’analisi e verificare che il comportamento configuri effettivamente una condotta da bullo. E’ importante compiere questa operazione in totale assenza di pregiudizi su persone, famiglie, ambiente. Tutti immaginiamo con facilità una scena di bullismo in un contesto degradato (legami familiari disgregati, condizioni economiche critiche etc), ma questi vengono registrati con notevole frequenza anche in zone culturalmente ed economicamente sviluppate.
Individuata con certezza la condotta, identifichiamo gli attori che calcano la scena, e che potremmo raggruppare in cinque categorie: il bullo, i suoi aiutanti, i sostenitori, i difensori e la vittima.
Chi siano il bullo e la vittima dovrebbe essere chiaro. Gli aiutanti sono coloro che attivamente sostengono il bullo e lo supportano nel mettere in atto le condotte violente (“il branco”); sostenitori sono coloro che, pur senza partecipare attivamente alle azioni, ne sono spettatori e rinforzano il comportamento del bullo (ridono, incitano o reststano in silenzio come spettatori passivi); difensori sono coloro che prendono le parti della vittima, la difendono, la consolano, o anche solo evitano di prendere parte, direttamente o indirettamente (o anche solo come spettatori) alle azioni.
A cosa ci serve individuare le persone che possiamo comprendere in queste categorie? Occorre chiarire prima di tutto che la personalità del bullo, al fondo, è fragile e sfrutta questi strumenti di sopraffazione per compensare un senso di vulnerabilità che si porta dentro. Il riconoscimento che riceve da aiutanti e sostenitori è l’unica alimentazione per la sua condotta.
C’è un importantissimo lavoro dunque da compiere sull’ambiente, su tutti i possibili sostenitori o difensori (la linea per passare da una figura all’altra è in realtà molto sottile).
Non deve certo essere trascurato il lavoro sul bullo né quello sulla vittima, per recuperare un corretto rapporto con l’ambiente da parte di entrambi, ma la prevenzione migliore e maggiore si può compiere sull’intero gruppo, sull’ambiente, lavorando su dialogo, consapevolezza di pensieri, emozioni ed azioni, per fare in modo che il possibile bullo sappia preventivamente che non troverà spettatori plaudenti alle sue azioni, ma un gruppo compatto di difensori, senza alcuna forma di omertà. Questo aiuterà a disinnescare le future azioni da bullo.
Auguro a tutti una settimana sine cura.
Michele Donati
giovedì 11 luglio 2019