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Micromobilità Elettrica

Bentornati nello spazio dedicato alla sicurezza.

Micromobilità Elettrica

Multa salata per un cittadino torinese: oltre 1000 € quando è stato fermato alla guida del suo monopattino elettrico nella città dove la Sindaca Appendino ha fatto della micromobilità elettrica uno dei suoi punti di attenzione in favore di una mobilità sostenibile per il capoluogo piemontese.

Il 4 novembre Emiliano Bezzon, comandante della Polizia Locale di Torino, rassegna le dimissioni, prontamente accettate dalla Sindaca Appendino, al culmine di polemiche che hanno portato a rimettere il mandato anche Roberto Finardi, assessore con delega alla Pubblica Sicurezza, “in forza di un percorso svolto insieme al comandante”.

Nella stessa giornata il Vicesindaco Mezzacapo dichiara alla stampa la volontà da parte dell’amministrazione forlivese di aprire una fase di analisi della materia per istruire una sperimentazione (come prevista dal DM 4 giugno 2019 n° 229 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – cd. decreto Toninelli) sull’uso di dispositivi per la micromobilità elettrica (monopattini elettrici, segway, hoverboard) prendendo ad esempio città metropolitane come Milano e Torino.

Nella speranza che non si ripeta a Forlì quanto accaduto in Piemonte, mi permetto alcuni suggerimenti, una chiave di lettura ed interpretazione del decreto, visto che su quello si è vissuta la querelle torinese. Il Corpo di PL ha infatti sanzionato un cittadino perché circolava con un monopattino elettrico contestando lui la guida di un ciclomotore a propulsione elettrica sprovvisto di libretto di circolazione (154 €), di targa (76 €) e di assicurazione obbligatoria (849 €).

Una circolare della PL di Torino datata 21 ottobre 2019 segnalava come i monopattini elettrici siano del tutto paragonabili a ciclomotori quando superino i 6 km/h di velocità.

In questa circolare nasce tutto il problema: si paragonano “dispositivi per la mobilità personale a propulsione prevalentemente elettrica” a ciclomotori.

Il decreto tuttavia, non fa mai riferimento a ciclomotori, né in alcun modo a veicoli (che potrebbero far pensare a ciclomotori), ma si riferisce sempre a “dispositivi per la mobilità personale.

All’art. 7, comma 3 si fa esplicito riferimento, è vero, al Nuovo Codice della Strada, ma senza alcuna indicazione del fatto che ci si trovi alla guida di un veicolo quando si gira in monopattino elettrico.

Una corretta e lineare interpretazione indica che il legislatore, se ha utilizzato sempre il termine dispositivi evitando di scrivere di veicoli (in riferimento a monopattini elettrici, hoverboard, segway etc), ha voluto esplicitamente evitare questa estensione delle prescrizioni che il CdS stabilisce per i veicoli.

I primi 2 articoli del decreto indicano in maniera precisa gli spazi ove la sperimentazione possa essere attuata, la segnaletica necessaria ed i dispositivi (limitati per le aree pedonali ai 6 km/h) che in questa rientrino. I dispositivi che non rientrino entro questi limiti saranno dunque da considerarsi impossibilitati a circolare, ma non saranno certo magicamente trasformati in veicoli.

L’invito accorato che rivolgiamo dunque al Vicesindaco, alla Giunta tutta, ed al Comandante (last but not least) Giulianini è che ci si attenga alla lettera del Decreto e che l’amministrazione sia veloce nell’installare la segnaletica apposita senza la quale diventa illegittima la sperimentazione.

Rimane un ultimo appello ai cittadini: rispetto. Rispettare le regole, ma soprattutto rispettare le perone che condividono la strada con noi, in ogni istante.

Aspetto sempre commenti e considerazioni, se volete, all’indirizzo michele.donati.sicurezza@gmail.com.

Auguro a tutti una settimana sine cura.

 

Michele Donati


Michele Donati

giovedì 7 novembre 2019