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Bentornati nello spazio dedicato alla sicurezza

Parliamo di quanto sta accadendo in molte parti d’Italia

Bentornati nello spazio dedicato alla sicurezza

Bentornati nello spazio dedicato alla sicurezza.

Parlateci di Bibbiano!

Anzi no, parliamo di quanto sta accadendo in molte parti d’Italia (Emilia-Romagna, ma anche Liguria, Piemonte e non solo) da quando la campagna mediatica si è scatenata contro il sistema degli affidi ha portato sul banco degli imputati del tribunale dei social (e non solo) persone che nulla hanno a che vedere con l’indagine stessa.

Arriva all’alba dei primi giorni di dicembre la notizia che Andrea Carletti, già sindaco di Bibbiano, è stato “scarcerato” dalla Corte di Cassazione.

Una piccola precisazione: la Corte di Cassazione non scarcera nessuno, la Cassazione cassa. Ovvero dichiara nulla una sentenza precedente. Non me ne vogliano i giuristi, la Cassazione è molto più che un tratto di bianchetto, ma in questo caso ci è sufficiente la definizione. La Corte non ha scarcerato il sindaco, ha giudicato inammissibili le misure cautelari nei suoi confronti. Fin dall’inizio.

Certo, nulla toglierà il fango che si è abbattuto su quest’uomo negli ultimi mesi, ma almeno potrà affrontare l’imminente processo da uomo libero.

Parlateci di Bibbiano, ladri di bambini!

Il dottor Luca Villa, Presidente del Tribunale dei Minori di Genova, ha dovuto chiedere alla Digos di spostare le manifestazioni di protesta (tre tra agosto e settembre) organizzate da “movimenti spontanei che si ispirano ai gilet gialli” o gruppi dal nome evocativo come “io sto con i bambini strappati” perché era diventato piuttosto difficile svolgere con serenità i colloqui con i minori mentre dalla finestra entravano le urla contro i ladri di bambini.

Gli operatori dei servizi sociali ammettono di una situazione che in alcuni casi genera timore per la serenità del loro lavoro ed anche per la loro stessa incolumità: il rischio di aggressioni da parte di utenti è notevolmente aumentato nell’ultimo anno.

Sempre più spesso, in quelle gabbie per leoni da tastiera che chiamiamo social network, troviamo illazioni sul fatto che le famiglie affidatarie lucrino sui bambini affidati. Per dirla in altre parole, quella velata ammirazione che un tempo era diffusamente provata verso chi si prendesse la responsabilità, soprattutto se temporanea ed incerta come nel caso dell’affido, di accogliere un bambino in difficoltà nella propria famiglia, ora è in larga parte sostituita dal sospetto che si tratti di opportunisti che fanno ciò che fanno (aprono la propria casa, la propria famiglia, il proprio cuore a perfetti sconosciuti, cercando di donare a questi bambini tutto quello che la vita non ha dato loro fin ora) solo per un lucro personale.

Siamo arrivati al punto di dover giustificare un atto di apertura, buon cuore, accoglienza, perché il primo pensiero diffuso è un retropensiero che vuole per forza individuare un fine egoistico anche e soprattutto per le azioni più disinteressate.

Non so se ci sia un preciso disegno dietro, ma questa campagna mediatica di odio costante e di sospetti permanenti sta portando il popolo italiano da quel “italiani, brava gente” che ci ha sempre accompagnati nell’immagine che altri (ed anche noi stessi) avevamo del nostro popolo, verso una visione sospettosa, inquisitoria, che cerca sempre di trovare un secondo fine, una forma di furto, rapina o almeno ricerca di un vantaggio esclusivamente personale in ogni situazione.

Questo rischia di minare, anzi, sta già minando alle fondamenta, il senso generale di carità e condivisione che costruisce la struttura stessa di un popolo e la sua dignità.

In questo triste scenario, ringrazio allora eventi come la giornata della Colletta Alimentare (tenutasi il 30 novembre scorso), nella quale abbiamo potuto vedere ancora una volta con i nostri occhi, che esiste un’Italia che non si arrende alla barbarie ed all’egoismo, ed è pronta a dare qualcosa di sé per chi ha veramente bisogno.

Grazie all’Italia che ha raccolto 8100 tonnellate di generi alimentari (44 tonnellate a Forlì e nel circondario), grazie all’Italia degli oltre 19000 volontari (oltre 2000 in provincia di Forlì-Cesena) che si sono potuti impegnare in prima persona, e grazie a tutti coloro che hanno dedicato una parte della propria spesa a ricordarsi che, ancora, noi italiani siamo brava gente.

Non è con i titoli dei giornali che si fa sicurezza, è con un sistema funzionale di supporto, condivisione, compartecipazione, nel quale ciascuno si possa sentire incluso e valorizzato. Troviamo vera sicurezza quando chi non rispetta le regole viene emarginato e segnalato da chi le rispetta, perché quest’ultimo si sente parte di un popolo, di un sistema che funziona, desidera partecipare attivamente perché si trova accolto ed integrato. Cittadino o meno che sia.

Non parliamo di Bibbiano allora, parliamo di cosa possiamo ancora fare per convivere ancora meglio da domani, per vivere meglio il fugace tempo che ci è concesso in questo mondo e per ricostruire un sistema Italia che generi sicurezza e ci permetta di vivere con soddisfazione (e non con timore) quello che ci accade.

Aspetto sempre commenti e considerazioni, se volete, all’indirizzo michele.donati.sicurezza@gmail.com.

Auguro a tutti una settimana sine cura.

 


Michele Donati

mercoledì 4 dicembre 2019