Dopo il successo della mostra inaugurale a Bagnacavallo, il progetto “Mattia Moreni. Dalla formazione all’ultimo sussulto prima della grande mutazione”, a cura di Claudio Spadoni, prosegue il suo percorso con la nuova tappa al San Domenico di Forlì, fino all’11 gennaio 2026. “Dalle Angurie alla fine dell’Umanesimo” è la sezione curata da Rocco Ronchi e sostenuta dal Comune di Forlì e dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, che rappresenta un ulteriore approfondimento della ricerca dedicata a una delle figure più originali e inquiete dell’arte italiana del secondo Novecento. Il progetto espositivo, organizzato dall’associazione “Mattia”, coinvolge cinque musei della Romagna ed è concepito come un omaggio corale all’artista che trovò nella Romagna non solo un rifugio creativo, ma una vera patria elettiva. La mostra di Forlì getta nuova luce su un momento meno esplorato ma cruciale del percorso dell’artista, spostando l’attenzione a una stagione più riflessiva, dove l’immaginazione si intreccia con la memoria. In questa fase più pacata entra in scena l’“Anguria”, che da semplice frutto si trasforma, in un processo di metamorfosi immaginifica, fino a forme femminee. Diventa così metafora di eros, lussuria, crudeltà, fino a incarnare il dramma del femminile, che vive una decadenza sancita dall’ingresso in scena della “Macchina”, strumento della volontà di potenza dell’uomo. La perdita di senso non riguarda, però, solo il femminile, ma è più ampia ed investe simbolicamente tutta l’umanità, avviata verso l’incerta e angosciante “Fine dell’Umanesimo”. La mostra è ad ingresso gratuito. Orari: dal martedì al venerdì, 9.30 - 19.00; sabato, domenica e festivi: 9.30 - 20.00; 24 e 31 dicembre: 9.30 - 13.30; 1° gennaio: 14.30-20.00. Chiuso il lunedì e il 25 dicembre.