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SARS-CoV-2: banale influenza o pericolo per la nazione?

Nella selva di informazioni che arrivano, tracciano la rotta per affrontare la crisi

SARS-CoV-2: banale influenza o pericolo per la nazione?

Bentornati nello spazio dedicato alla sicurezza.

Dividerò il mio intervento oggi in due parti: una informativa ed una operativa. Nella prima ricostruiremo la verità (o perlomeno le informazioni che al momento abbiamo a disposizione) sulla malattia che sta mettendo in ginocchio il mondo dopo essere partita dalla Cina l’anno scorso; nella seconda parte invece cercheremo di mettere in ordine le indicazioni operative che OMS, Ministero della Salute e medici competenti hanno diffuso, in modo da costruire un piccolo vademecum dei comportamenti e degli atteggiamenti più indicati in questo particolare momento storico.

Invito dunque chi fosse interessato solo a cosa fare oggi e non a ricostruire da dove viene la situazione attuale, a saltare la prima parte e volare direttamente dove troverà le INDICAZIONI OPERATIVE. Per tutti gli altri, cominciamo a ricostruire quel che sappiamo.

Non me ne vogliano medici e biologi, in questa parte cercherò di rendere comprensibile a tutti qualcosa la cui complessità richiede anni di studio per essere seriamente capita. Il nome Coronavirus identifica un’ampia famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie respiratorie più gravi, la più conosciuta delle quali, per la nostra memoria, è la SARS (Sindrome respiratoria acuta grave) che colpì il mondo tra il 2002 ed il 2003 portando 774 decessi  su 8096 casi in 17 Paesi.

L’aspetto di questi virus quando osservati al microscopio elettronico è simile a quello di una corona, ed a questo devono il nome. L’identificazione dei coronavirus risale agli anni ’60, ed erano solo 6 i coronavirus capaci di infettare l’uomo conosciuti ai ricercatori, tra questi il SARS-CoV ed il MERS-CoV. MERS fu la sindrome respiratoria mediorientale che tra il 2012 ed il 2014 colpì 21 Paesi, molti dei quali in Medio Oriente.

Il 31 dicembre 2019 l’Organizzazione Mondiale della Sanità viene informata dalle autorità cinesi di una serie di casi simili alla polmonite nella città d Wuhan, con probabile origine nel mercato di pesce ed animali della città stessa. Il primo di gennaio 2020 le autorità cinesi dispongono l’isolamento di chi presenta i sintomi ed il sette gennaio comunicano di aver identificato un nuovo virus, che prende il nome di 2019-nCoV (anno di esordio-nuovo Corona Virus). Al 31 di gennaio i casi in Cina erano già stati diecimila. All’otto marzo, data degli ultimi aggiornamenti ufficiali a mia disposizione, si parla di oltre centomila casi nel mondo con oltre tremilacinquecento morti. Per quanto riguarda l’Italia, si parla di seimilatrecentoottantasette casi con trecentosessantasei morti. Guardando questi numeri, il SARS-CoV-2 (nome definitivo del 2019-nCoV) sembra un nemico terribile, eppure in Italia alcuni invitano a vivere una vita normale, a non fermarsi, a mantenere le proprie abitudini, senza farsi spaventare da un’influenza (#nonsiferma).

L’associazione nazionale biotecnologi ha però pubblicato alcuni dati che mostrano chiaramente come non si possa paragonare la Covid-19 ad una comune influenza.

«Quello che si osserva invece in questi giorni con il coronavirus è un raddoppio dei casi che richiedono la terapia intensiva ogni 2,5 giorni (già oggi, alla seconda settimana di epidemia, siamo a 351 casi in intensiva e 131 decessi negli ultimi 7 giorni). Questo è dovuto principalmente al fatto che il virus colpisce, nei soggetti deboli, direttamente gli alveoli polmonari e richiede l’intubazione per tempi anche lunghi».

Siamo dunque di fronte ad un virus estremamente contagioso: presto o tardi, tutta la popolazione sarà colpita; i casi gravi richiederanno strumenti di Ventilazione Meccanica in Terapia Intensiva e questa necessità potrà portarsi anche per tempi lunghi.

Se dovesse accadere che i posti disponibili siano inferiori ai pazienti che ne abbiano necessità non possiamo pensare di applicare liste d’attesa o turni per l’utilizzo degli strumenti. Non si fa la fila per respirare.

Non ci si fa intubare un po’ per uno.

In totale assenza di vaccini o di farmaci antivirali che possano sostenere la battaglia del sistema immunitario contro il SARS-CoV-2, l’unica possibilità è accompagnare l’organismo nella battaglia e supportarlo dove abbia bisogno di aiuto. Per questo è necessario che si eviti la concentrazione di casi gravi, che piuttosto arrivino diluiti nel tempo, perché altrimenti sarebbe necessario scegliere chi salvare e chi abbandonare al proprio destino.

Ciascuno di noi può aiutare a gestire, nel suo piccolo, la situazione, e contribuire a salvare quante più vite possibile rispettando le indicazioni diffuse per rallentare il contagio.

INDICAZIONI OPERATIVE

Nel caso di persone in quarantena o risultate positive al virus, vige ovviamente il divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione o dimora pena l’arresto fino a tre mesi.

Nella provincia di Forlì-Cesena  permane la chiusura di nidi, scuole ed Università, corsi professionali, università per anziani, scuole guida, fino al 15 marzo (salvo successive disposizioni), salvo forme di didattica a distanza.

Negli esercizi commerciali pubblici (bar, ristoranti, negozi), il gestore è tenuto a far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, pena la sospensione dell’attività in caso di violazione.

Fino al tre aprile saranno sospese le attività di palestre, centri sportivi, piscine, centri benessere, centri termali, centri culturali, centri sociali, centri ricreativi e centri diurni, cinema, teatri, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, chiusi musei, biblioteche, archivi, aree e parchi archeologici e complessi monumentali.

Per prevenire il contagio e la diffusione del SARS-CoV-2, le indicazioni sono semplici e piuttosto intuitive: lavarsi spesso le mani con cura ed a lungo (60 secondi) con acqua e sapone e/o igienizzarle con gel apposito; evitare di toccare occhi, naso e bocca con le mani; mantenere una distanza di almeno un metro con le persone; evitare strette di mano, contatti ed abbracci; starnutire e tossire in fazzoletti di carta da gettare immediatamente oppure nella piega del gomito; evitare luoghi affollati; rivolgersi al medico di base se si mostrano sintomi, evitando il Pronto Soccorso.

In sostanza: una buona igiene, evitare di toccare il volto con le mani se non si è certi dell’igiene di queste, evitare contatti, abbracci, distanze inferiori ad un metro con le persone, ed evitare luoghi affollati. Per qualche giorno rinunceremo all’aperitivo, ce la possiamo fare?

In ultimo: la mascherina serve solamente per evitare il contagio che noi, malati, possiamo portare ad altri. Inutile metterla come prevenzione personale.

 

 

Aspetto sempre commenti e considerazioni, se volete, all’indirizzo:

michele.donati.sicurezza@gmail.com.

Auguro a tutti una settimana sine cura.

 


Michele Donati

martedì 10 marzo 2020