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Il raccolto del grano: uno dei principali lavori agricoli

Radames Garoia e Nivalda Raffoni raccontano la mietitura manuale

Il raccolto del grano: uno dei principali lavori agricoli

Sempre in collaborazione con Radames Garoia e Nivalda Raffoni continua la rievocazione dei lavori che un tempo venivano svolti in campagna senza l'ausilio, al contrario di quello che succede oggi, di mezzi meccanici. Questa volta si cercherà di analizzare come avveniva la mietitura del grano (frumento) a partire dal momento, a fine maggio quando questo cereale aveva iniziato a cambiare colore ed in poche settimane le spighe erano diventate gonfie, dorate e si piegavano sotto il peso dei chicchi.

 

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Prima della Prima Guerra mondiale e fino agli anni ‘40 del secolo scorso la mietitura avveniva manualmente. <<nel giorno="" prestabilito="" ci="" si="" alzava="" prima="" dell'alba",="" ricordano="" radames="" garoia="" e="" nivalda="" raffoni,="" "e="" già="" “al="" fêlzi="" da="" medar”="" (le="" falci="" messorie)="" erano="" state="" affilate="" la="" sera="" prima.="" tutta="" famiglia="" contribuiva="" all’opera="" del="" taglio="" grano,="" che="" di="" solito="" durava="" una="" settimana.="" lavoravano="" dieci="" –="" dodici="" ore="" al="" giorno,="" con="" breve="" pausa="" per="" colazione="" ed="" il="" pranzo,="" cercando="" sfruttare="" massimo="" lavoro="" familiare="" quello="" della="" parentela="" disponibile;="" a="" volte="" aggiungeva="" qualche="" bracciante="" locale,="" in="" cambio="" consenso="" alla="" “spigolatura”="" (la="" raccolta="" delle="" spighe="" grano="" rimaste="" nei="" campi="" dopo="" costruzione="" barco). spesso="" era="" necessario="" ricorrere="" manodopera="" bracciantile="" poteva="" “acquistare”="" nelle="" piazze="" cittadine:="" forlì="" nella="" zona="" “porta="" ‘d="" s-ciavanì”="" (porta="" schiavonia)="" forlimpopoli="" pressi="" rocca.="" salvo="" accordi="" diversi,="" "agl’óvar"="" (letteralmente:="" le="" opere,="" significare="" gli="" operai,="" i="" braccianti),="" oltre="" paga="" pattuita,="" avevano="" diritto="" vitto="" giornata,="" cui="" ritorno,="" capofamiglia="" fermava="" “da="" pchér”="" (dal="" macellaio)="" acquistare="" carne="" integrare="" ciò="" disponibile="" dispensa.="" durante="" mietitura,="" specie="" se="" ricorreva="" braccianti="" esterni,="" non="" fare="" troppa="" economia,="" ne="" risentire="" buon="" nome="" famiglia.="" magari="" sarebbe="" “tirata="" cighia”="" altri="" periodi="" dell’anno>>.Nei campi il lavoro procedeva utilizzando la falce la cui lama ricurva della falce veniva utilizzata per tagliare un manipolo di steli: il mietitore, chinato in avanti, li afferrava con la mano sinistra per poi  reciderli con la destra che impugnava la falce alla base; poi ogni manciata veniva distribuita ordinatamente sul terreno a formare un piccolo fascio o mannello (manòz). 
< Una ulteriore evoluzione lavorativa della mietitura fu l’avvento della “mediliga” (macchina che miete e lega i covoni). Quanta manodopera fece risparmiare questa macchina! Tagliava i gambi del grano, legava i covoni scaraventandoli ad una distanza tale da non essere calpestati nella tornata successiva. Sopra la lama di taglio vi era un meccanismo rotante che coricava verso la lama le piante da recidere; queste, una volta tagliate, erano portate da un nastro trasportatore al meccanismo di legatura e poi espulse dopo la loro legatura. Due persone erano sufficienti: una alla mietilegatrice e l’altra al trattore>>.
Questa macchina fu salutata con grande soddisfazione dai nostri contadini, poiché veniva totalmente eliminato il lavoro manuale della mietitura. Negli anni ‘60 anche questi mezzi sono andate in pensione e sono apparse le prime mietitrebbiatrici.
 


Gabriele Zelli

lunedì 29 giugno 2020