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Si fa presto a dire Montone!

Itinerari e consigli lungo la Valle del Montone a cura di Mattia Fiorentini

Si fa presto a dire Montone!

Una cosa è certa: La Romagna è un territorio vasto e variegato sotto tanti punti di vista.

Se a livello, oserei dire internazionale, ci riconoscono come la patria della perfetta accoglienza balneare e degli eventi serali per tutte le età, noi “locals”, le persone che vivono in un determinato territorio, sappiamo bene che non è tutto qui.

La Romagna abbraccia una fetta enorme di zone collinari e sub-montane fino a toccare il nostro fiore all’occhiello, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, che ospita una miriade di eccellenze naturali e faunistiche visitate e apprezzate da più parti.

Ma da buoni camminatori, procediamo un passo alla volta.

Vi faccio notare una cosa alla quale forse molti di voi non hanno mai posto particolare attenzione.

Partiamo da Rimini spostandoci lentamente verso Imola, non prendiamo la via Emilia per una volta, ma proviamo a scollinare usando l’immaginazione.

Iniziando dalla Valmarecchia raggiungeremo la Valle del Savio, la Valle del Bidente, quella del Rabbi, del Montone e così via fino a raggiungere la Valle del Tramazzo, Santerno e Senio.

Notate qualcosa in questi nomi?

Sono sicuro che una bella lampadina luminosa si è già accesa sopra le vostre teste.

Le nostre vallate prendono infatti il nome dai fiumi che le attraversano.

Un grande riconoscimento, a mio avviso, che unisce l’elemento terra a quello dell’acqua che in tanti modi genera e alimenta le bellezze di cui possiamo beneficiare ogni giorno.

 

Oggi vi porto alla scoperta della Valle del Montone.

Prima però una cosa ve la devo dire: si fa troppo presto a dire Montone!

Eh si, perché quello che stiamo per intraprendere è un viaggio di quasi ottanta chilometri che ci porterà dalle vette al confine con la Toscana fino quasi a raggiungere il mare Adriatico.

La parola “quasi” è d’obbligo perché il nostro caro fiume Montone sorge nell’Alpe di San Benedetto, nei pressi del Passo del Muraglione, per poi discendere a valle fino ad abbracciare il fiume Ronco.

Questa insolita fratellanza dà origine ai Fiumi Uniti che dalle campagne del ravennate arrivano finalmente ad incontrare il Mar Adriatico, nei pressi di Lido di Dante.

 Ora si che siamo pronti a conoscere di più su questa vallata.

Vi propongo di scoprirla a ritroso, partendo dalla pianura fino a raggiungere i territori montani più

lontani.

Mi raccomando, mettetevi scarpe comode e adatte a camminare.

Andremo infatti a solcare sentieri e piccole meraviglie naturali che si nascondono lungo la nostra cara Valle del Montone.

Allora, pronti a partire?

 

CASTROCARO TERME E TERRA DEL SOLE

Abbiamo da poco imboccato la SS 67 in direzione Firenze che vi invito a mettere la freccia verso destra per l’uscita di Castrocaro Terme e Terra del Sole.

Si conosce già tanto di queste due località, frequentate per la loro storia, le rievocazioni e la stazione termale.

Per approfondire l’ambiente naturale di questa zona, vi consiglio di partire dal Parco Fluviale, che da Castrocaro, vicino allo stadio comunale, intraprende il suo cammino fino al Parco Urbano di Forlì.

La parte del Parco Fluviale di competenza di Castrocaro Terme e Terra del Sole è verde, permette lunghe passeggiate sotto una fitta vegetazione con il costante sguardo del fiume Montone che vi terrà di certo una buonissima compagnia.

Ora è il momento di “alzare un attimo il tiro”, spostandoci in una zona di grande interesse e ancora poco conosciuta ai più.

Sto parlando di Rio dei Cozzi.

A pochi chilometri dal centro abitato di Castrocaro Terme si trova questa piccola valle caratterizzata dalla presenza di un enorme ammasso roccioso che si sviluppa in larghezza tra insenature e contorni modellati dal tempo in migliaia di anni.

Siamo al cospetto del Sasso Spungone (che pronunciato da un romagnolo diventa pure uno simpatico scioglilingua).

Questa tipologia di roccia calcarenitica organogena pliocenica è rintracciabile in diversi affioramenti già dalle colline faentine ma qui si scopre in tutta la sua bellezza mischiandosi alla roccia marnoso arenacea, molto presente nel territorio romagnolo.

Un affioramento calcareo di oltre dieci milioni di anni fa, ricco di fossili marini di importante interesse geologico.

Su queste imponenti pareti rocciose sono inoltre predisposte delle “vie” per praticare l’arrampicata sportiva.

Dal Rio dei Cozzi è possibile fare brevi ma molto piacevoli escursioni.

Uscendo dalla fitta vegetazione vi ritroverete a costeggiare vigneti e campi coltivati fino a raggiungere una sommità dalla quale poter ammirare uno splendido panorama.

Dalla vicina Forlì fino alle scoscese dune di calanchi che piano piano vanno a conformare un territorio così differente dal nostro come quello della Vena del Gesso Romagnola.

Poco distante da questa posizione troverete i Laghi del Bolga, una particolarità molto interessante che voglio segnalarvi.

Qui sgorgano e vengono raccolte in laghetti, le acque salsojodiche che, mediante conduttura sotterranea, vengono portate alle Terme di Castrocaro.

I laghetti del Bolga si possono ammirare solo alla distanza ma sono sicuro che vi daranno la conferma, se proprio ne avevate bisogno, che vi trovate su un terra ricca di bellezze naturali e geologiche.

Lo so, vorreste passare ancora più tempo tra questi scorci ma la Valle del Montone ha ancora tantissimo da offrire e perciò vi invito a proseguire!


 

DOVADOLA

Una tappa nella meravigliosa Dovadola è d’obbligo.

Quella che per attenti cercatori di sagre autunnali è da sempre la sede della tradizionale Sagra del Tartufo, per noi escursionisti rappresenta spesso un punto di partenza.

Sono tante infatti le opportunità che prendono forma proprio da questo piccolo centro per poi perdersi tra i numerosi sentieri che lo circondano.

Il pensiero va subito al Cammino di Assisi che inizia proprio dal Rifugio Benedetta Bianchi Porro di Dovadola e si snoda lungo tredici tappe fatte di luoghi cari a San Francesco fino a raggiungere Assisi.

La prima tappa vi porterà subito a incontrare l’Eremo di Montepaolo a circa sette chilometri da Dovadola.

L’Eremo è dedicato a San Antonio da Padova perché proprio qui, l’allora frate Antonio, trovò la sua prima dimora.

E non è un caso quindi che questo sito religioso immerso nel verde sia stato scelto come tappa di un altro cammino molto importante, il Cammino di Sant’Antonio, che da Padova arriva a fino al Santuario di La Verna.

Non possiamo salutare Dovadola senza fare un ultimo sforzo per raggiungere il Passo del Monte Trebbio.
Personalmente sono convinto del fatto che per godere delle meraviglie che ci circondano ci si debba mettere in cammino, sia fisico che personale, abbandonare il comfort delle abitudini che spesso ci stordiscono, e partire.

Dico questo perché per raggiungere il Passo del Monte Trebbio dovrete passare per delle belle salite aspre e intense.

Ne sanno qualcosa pure gli amici ciclisti che sono soliti raggiungere questa vetta dove tra l’altro è posto un monumento al ciclista.
Dalla cima vi si aprirà una finestra sulla Valle del Montone, in tutta la sua bellezza.

Ci troviamo a 576 metri slm, quindi in un ambiente sub-montano caratterizzato da roverelle, carpini e castagni.

Siamo ancora lontani dalla montagna ma la vista da quassù vi garantisco che vi addolcirà la giornata.

Ora basta sentimentalismi, ci aspetta la “conquista” di Rocca San Casciano.

 

ROCCA SAN CASCIANO

Chissà se questo borgo vivace trova la sua energia dalla natura.
Il verde la circonda nei suoi confini territoriali tra Galeata da una parte e Modigliana dall’altra.

Se volete avere una chiara dimostrazione di quello che vi sto dicendo allora vi consiglio di scegliere uno dei Percorsi della Margherita.
Si tratta di otto itinerari studiati apposta per godere al meglio di questa fetta di ValMontone.
E’ semplicissimo, qualora lo vogliate, unire la vostra escursione ad una degustazione di vini locali, visite a frantoi o a fattorie didattiche.

Goodbye Rocca, è giunto il momento di salutarti con un sorriso e di riprendere il cammino.

 

BOCCONI

Saliamo di quota per addentrarci nella piccola frazione di Bocconi.
Il nostro caro fiume Montone qui incontra il Ponte della Brusia.
Si tratta di un ponte in pietra a tre arcate, attribuibile al XIV secolo, che sovrasta l’omonima cascata della Brusia.
La visuale dalla casa che si trova di fronte, l’ex mulino di Bocconi, è una di quelle cartoline che rappresentano a pieno il nostro territorio.
Natura e storia si fondono per contaminare il luogo di magia e ricordi.

Questo specchio d’acqua è preso letteralmente d’assalto in estate per le pozze dove poter fare il bagno.
Proprio da lì partono dei sentieri, con differenti gradi di difficoltà e tempi di percorrenza.

Un’occasione per scoprire e dare linfa alla piccola Bocconi.

 

SAN BENEDETTO IN ALPE Che cos’è il fiore all’occhiello di San Benedetto in Alpe, il sito che tutti conoscono e tanti menzionano?

Ma il Folk Fest no!?!

Ovviamente sto scherzando, ma trovo semplicemente fantastico che in questa piccola frazione di montagna per ben venti anni (avete letto bene) si è tenuto un festival di musica tradizionale irlandese e danze popolari europee.
Un modo geniale di unire tradizioni differenti quando tutto sembra allontanarci.

A San Benedetto in Alpe ciò che desta l’attenzione di turisti e locali è una cascata: sua maestà l’Acquacheta.

Stiamo parlando del più importante affluente del fiume Montone che, prima di raggiungere il centro abitato di San Benedetto, compie un salto di ben settanta metri.
Uno spettacolo della natura che non passò inosservato neanche ad un sommo poeta.
Fu Dante, infatti, uno dei principali ammiratori di questa cascata.
Era solito fermarvisi davanti e mettersi in contemplazione.
Questo legame è suggellato dal fatto che la cascata dell’Acquacheta compare nel XVI canto della Divina Commedia.
Dante infatti paragonò il rumore di questa cascata al fiume infernale del Flegetonte, che separa il settimo dall'ottavo cerchio.
Quantomeno particolare come gesto di ammirazione, non trovate?
Arrivare dinnanzi alla cascata dell’Acquacheta è possibile attraverso un’escursione ben tracciata che vi farà passare in mezzo a differenti cornici naturali.

La camminata è adatta a tutti i tipi di escursionisti e a famiglie.

Da non dimenticare però il corretto equipaggiamento da avere con se per ogni trekking, dalle scarpe all’abbigliamento.

A San Benedetto in Alpe una menzione va sicuramente fatta anche alla sua Abbazia, ubicata nella frazione di Poggio, poco più in alto rispetto al centro abitato.

Questa Abbazia benedettina, fondata da San Romualdo nel corso del XI secolo, arrivò ad essere considerata una delle più ricche e potenti abbazie dell’Appennino Tosco-Romagnolo.

 

Si conclude qui il nostro viaggio alla scoperta della valle del Montone. 
Abbiamo scoperto tanto, e dire che c’è ancora molto da conoscere.

Che dice il vostro istinto: torniamo nella Valle del Montone a vedere?

 

 

Chi sono: Mattia Fiorentini

Cosa faccio: Sono una Guida Ambientale Escursionistica associata ad AIGAE.
Svolgo la mia attività principalmente in Emilia - Romagna e nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

In quale modo: Il mio progetto si chiama Scomfort Zone perché credo che uscire dalla routine quotidiana e concedersi la scoperta di quello che ci circonda è già un grande atto di cambiamento.

Camminare, conoscere la natura, incontrare realtà locali e condividere del buon tempo insieme a loro è quello che cerco di far vivere durante le escursioni che accompagno.

I miei contatti:

Facebook e Instagram: Scomfort Zone


Blog: www.scomfortzone.com -E-mail: info@scomfortzone.com

 


Redazione Diogene

lunedì 26 ottobre 2020