Diogene Annunci Economici

Cosa cerchi?

Primo Piano - Diogene Annunci Economici Forlì

Escursioni nelle vallate forlivesi.

Sentieri, borghi e centri abitati lungo la Valle del Rabbi a cura di Marco Clarici

Escursioni nelle vallate forlivesi.

I fiumi che solcano le vallate dell’Appennino romagnolo scorrono paralleli e ordinati dallo spartiacque appenninico fino alla pianura, come fossero i denti di un grande pettine.

I fiumi del territorio forlivese (Montone, Rabbi e Ronco-Bidente) non fanno eccezione e, bussando alle porte della città, ci invitano a risalire le loro valli per andare alla scoperta del patrimonio culturale e naturalistico che conservano. Se amate il trekking, non vi resta che prender su zaino e scarponi e inforcare la vallata che più preferite: in un’ora di viaggio si possono raggiungere tutte le zone del versante romagnolo del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Non sapete da dove cominciare? Allora deciderò io per voi: imboccate Viale dell’Appennino, andremo nella valle del Rabbi!

Il fiume Rabbi, chiamato dagli antichi “Rapidus” per la rapidità delle sue acque, nasce, a circa 1200 metri di quota, dalle pendici del Monte Falco, la vetta più alta dell’Appennino tosco-romagnolo (1658 m s.l.m).

L’alta valle del Rabbi si trova amministrativamente in Toscana, ma dopo i primi 6 o 7 chilometri il fiume entra in territorio romagnolo e prosegue la sua corsa per una sessantina di chilometri fino a raggiugnere Forlì, dove confluisce nel fiume Montone (all’altezza del Parco Urbano Franco Agosto). Una volta giunto nei pressi di Ravenna, il Montone si unisce al Ronco, dando origine ai “Fiumi Uniti”, una bella rimpatriata con cui l’acqua delle tre vallate forlivesi raggiunge il Mar Adriatico.

Lungo la sua discesa, il Rabbi sfiora diversi borghi e centri abitati più o meno estesi. Il primo di questi è il borgo rurale di Castel dell’Alpe che, come suggerisce il nome, si sviluppò attorno ad un forte che dominava la vallata dalla sommità di un’altura. Dell’antico castello purtroppo oggi non rimangono che poche pietre ed una serie di citazioni documentali. La manciata di abitazioni che formano il borgo sono il punto di partenza per una bella e panoramica escursione lungo il crinale nella sinistra idrografica della valle: “l’anello di Castel dell’Alpe”.

Poco prima di raggiungere Premilcuore, il fiume passa sotto al “Ponte Nuovo”, in località Giumella, precipitando in un profondo gorgo racchiuso tra due pareti di roccia, una sorta di grotta a cielo aperto che, per il frastuono prodotto dell’acqua, è stata soprannominata “Grotta Urlante”.

Tre chilometri più a valle, il fiume lambisce il centro storico di Premilcuore, antico borgo di origine romana, attualmente una delle più vivaci località turistiche del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. La pro-loco premilcuorese organizza tutti gli anni un ricco calendario di eventi, escursioni guidate, sagre, feste di paese e rievocazioni storiche che attraggono visitatori da tutta la Romagna.

Vi sarete sicuramente chiesti, almeno una volta, quale sia il significato del nome di Premilcuore e quale possa essere la sua origine. Nel caso non abbiate anche provveduto a fare una piccola ricerca, soddisferò io la vostra curiosità. Leggenda vuole che nel 215 d.C. un legionario romano di nome Marcello (o Marcelliano, oppure Marcellino) fuggì da Roma per scampare alla cattura da parte delle truppe dell’imperatore Caracalla, contro il quale aveva cospirato, e, giunto in questi luoghi, vi si stabilì. Marcello fortificò i borghetti allora esistenti unendoli in un solo paese, costruì un tempio e tribunale. Divenne molto amato dagli abitanti, al punto che, quando i soldati dell’imperatore scoprirono il suo nascondiglio e tentarono di catturarlo, gli antichi premilcuoresi si strinsero per proteggere il loro capitano urlando: “PREMUNT COR” (“piuttosto che consegnarlo ci faremo strappare il cuore”). Ovviamente esiste anche una spiegazione meno pittoresca, ma a noi piace immaginare gli antichi abitanti di Premilcuore ergersi a difesa del loro paese e del loro capitano, perciò ci accontenteremo di questa versione.

Oltrepassato il centro di Premilcuore, le acque del Rabbi attraversano territori che si fanno via via meno appenninici e sempre più rurali. Il paesaggio diviene più dolce e le aspre pareti rocciose di marnoso-arenacea lasciano il posto ai campi coltivati e alle vigne di Sangiovese. Il fiume incontra gli abitati di San Zeno, Tontola e San Savino, per poi arrivare a Predappio.

L’attuale Predappio, come sappiamo, è stata interamente costruita negli anni Venti e Trenta del Novecento per volere di Mussolini, in luogo di un gruppetto di abitazioni, tra cui la casa natale del Duce, che aveva il nome di Dovia (“dvì”, ossia due strade). Il paese si sviluppa tutto lungo la strada provinciale e si presenta come un vero e proprio museo urbano di architettura razionalista, ricco di edifici di grande pregio costruiti a scopo prevalentemente celebrativo. In epoca pre-fascista il comune di Predappio era situato più in alto, nel borgo che prese poi il nome di Predappio Alta, centro abitato che si sviluppò, in periodo medievale, attorno ad un castello, tuttora presente e in ottimo stato.

Le acque del Rabbi proseguono poi la loro corsa verso la pianura romagnola e, dopo la serie di confluenze descritte in precedenza, raggiungono Lido di Dante e sfociano in Adriatico con il nome di Fiumi Uniti.

 

ITINERARI ESCURSIONISTICI A PREMILCUORE

Ogni zona della vallata offre itinerari interessanti dal punto di vista escursionistico, ma i più appaganti dal punto di vista del contatto con la natura, oltre che dell’impegno fisico, sono sicuramente da ricercare all’interno del territorio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

Vi suggerisco ora due percorsi nei dintorni di Premilcuore, il primo adatto a grandi e piccini (almeno 5 anni), mentre il secondo per escursionisti esperti.

1. Il Sentiero Natura di Fiumicello

Fiumicello è un piccolo borgo, posto circa 10 chilometri a monte di Premilcuore, con una chiesa, una locanda-ristorante quasi sempre aperta e un antico mulino a pietra di recente ristrutturazione e perfettamente funzionante: il mulino Mengozzi.

Il Sentiero Natura (percorso attrezzato con pannelli informativi), intitolato “Sulle tracce dell’uomo”, parte di fronte al ristorante e, costeggiando e guadando il torrente Fiumicello, permette di raggiungere in breve tempo il mulino . Il mulino è di proprietà della famiglia Mengozzi da secoli ed è stato in attività fino al 1963. Sul finire degli anni 90 è stato ristrutturato ed è tornato in funzione, anche se solo a scopo didattico. Il mulino è visitabile nei weekend, dalla primavera all’autunno (è bene chiamare per sincerarsi dell’apertura dato che si tratta di un servizio offerto su base volontaria).

Il percorso prosegue su un gradevole sentiero che attraversa boschi autoctoni di querce, carpini e frassini, alternati a piantate di conifere (in luogo di quelli che, fino agli anni 60, erano campi coltivati e pascoli). 

Lughezza: 2 km -

Dislivello: +- 100 m

Difficoltà: facile

2. Sulla cresta ciottolosa del Monte Tiravento

Un classico e imperdibile itinerario che parte dal borgo di Premilcuore e, salendo lungo il ripido sentiero 313, raggiunge il crinale del Monte Tiravento, nudo e battuto dai venti (il toponimo non mente). Come spesso accade, la vista dalla cima del monte merita la fatica fatta per giungervi. Il sentiero percorre poi il ciottoloso crinale del Tiravento (in alcuni tratti si stringe abbastanza ed è bene prestare attenzione a dove si mettono i piedi) fino a collegarsi alla pista forestale del Monte della Fratta. Una volta arrivati al bivio in località Monte Merli, si imbocca il sentiero 311 e si scende di quota fino a raggiungere il fondovalle.

L’ultimo tratto dell’itinerario costeggia il corso del Rabbi e permette di far visita alla rinomata Grotta Urlante, in località Ponte Nuovo, e all’altrettanto affascinante Cascata della Sega, nei pressi di Premilcuore.

Lunghezza: 17 km 

Dislivello: +- 900 m

Difficoltà: impegnativo

 


Redazione Diogene

lunedì 23 novembre 2020