Diogene Annunci Economici

Cosa cerchi?

Primo Piano - Diogene Annunci Economici Forlì

Escursioni nelle vallate forlivesi.

La Valle del Bidente - Un tesoro che non sapevi di avere! A cura di Mattia Fiorentini

Escursioni nelle vallate forlivesi.

E’ dal fiume Ronco, che passa lungo l’omonimo quartiere di Forlì, che inizia la nostra escursione di oggi.Magari qualcuno può fantasiosamente pensare che questo corso d’acqua un tempo era un canale dove sgorgavano litri e litri di vino.O forse era solo un mio desiderio, dato che al Ronco sono nato e cresciuto, ma purtroppo non è così. Vi posso inoltre garantire che da quando, a inizio ‘900, le signore andavano a lavare i panni sulle sue rive, di acqua sotto il ponte ne è passata veramente tanta. Dovete sapere che il nome Ronco deriva da “roncare”, cioè tagliare, recidere. Immaginatevi una fitta boscaglia con alberi, radici e sterpaglie, con l’esercito dei Romani intento a sradicare il possibile per continuare lungo quel tragitto che oggi chiamiamo comunemente Via Emilia.

Da pochissimo, partendo dal Ronco Lido è possibile fare un percorso di circa 5 chilometri, che costeggiando il fiume vi porterà fino alla cava di pietra di Magliano. E’ un itinerario molto vario, incontaminato e alla portata di tutti, che vi consiglio di provare. Ora però è il momento di alzare un attimo il tiro e addentrarci nella Valle del Bidente. Si perché da Meldola, per noi che risaliamo controcorrente come i salmoni, inizia il territorio del Fiume Bidente. Questo fiume ha una storia antichissima, e già i Romani lo sfruttarono molto per “dissetare” la pianura fino a Ravenna. Il fiume Bidente, per come lo conosciamo noi, nasce dalla confluenza di tre torrenti che sono il Bidente di Corniolo, di Ridracoli e di Pietrapazza. La vallata del Bidente è molto cara a noi forlivesi, perché ci accompagna a scoprire le vette più alte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, le faggete della Campigna e la maestosa Diga di Ridracoli.

Ma andiamo un passo alla volta, siamo o non siamo dei camminatori? Allora il ritrovo è per le 9 in centro a Meldola, mi raccomando il pranzo al sacco, scarpe adatte…ah non venite con me a trekkare è vero!! Però è da Meldola che vi suggerisco alcune destinazioni che, seppur a bassa quota, vale davvero la pena conoscere.

IL CASTELLO DI CASTELNUOVO

Un bellissimo percorso che dal Parco delle Fonti di Meldola sale fino a Cà Baccagli per poi prendere quota nel bosco vi farà raggiungere così i ruderi del Castello di Castelnuovo. Diventato un baluardo strategico della città di Meldola durante il Medioevo le prime notizie risalgono già al X secolo, Poco distante dal castello troviamo un agriturismo molto attivo tra l’altro nella riscoperta e valorizzazione di questi luoghi. Da qui godrete di una bellissima visuale che dalla valle del Bidente spazia fino a quella del Voltre, sotto l’attento sguardo dei vicini castelli di Meldola, Teodorano e Rocca delle Caminate. E’ proprio vicino alla Rocca, forse la più conosciuta della zona, che si avvicina la nostra prossima escursione.

LA VALLE DEL VENTO

Partendo da Dogheria, una piccolissima frazione all’interno di San Colombano, siamo pronti per metterci in cammino alla volta della Valle del Vento. “Nome Nomen”, chissà perché mai si chiama così?? La Valle del Vento è una piccola terrazza su un zona che alterna il verde boschivo al grigio dei calanchi. I calanchi sono delle conformazioni argillose circostanti i lati di una montagna dove non crescono arbusti ed erba. Proprio li infatti l’azione delle piogge, durante secoli per non dire millenni, ha scavato la terra argillosa che non viene drenata da nessun manto erboso. Quello che se ne ottiene è un paesaggio a dir poco spettacolare, con queste venature rocciose che in Romagna è facile incontrare. Consiglio di raggiungere la Valle del Vento anche durante delle chiare notti d’estate. Da qui, grazie anche alla poca luminosità circostante, è possibile ammirare delle bellissime stellate. Imbocchiamo il Sentiero degli Alpini che ci porterà dritti dritti fino a Rocca delle Caminate. Non tutti sanno che il Sentiero degli Alpini parte da Collina e arriva niente meno che fino al Monte Falco, che con i suoi 1658 metri rappresenta la vetta più alta del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Il percorso ad anello che dalla Valle del Vento vi porterà a Rocca delle Caminate è di circa 10 chilometri, passa anche su strade asfaltate ed è di facile percorribilità.

Ora vi voglio portare in un sito di interesse naturalistico regionale. Forse non lo sapete ancora, ma si tratta di Scardavilla.

SCARDAVILLA

E’ l’unica testimonianza rimasta dell’antico bosco che ricopriva la Romagna. Tutto iniziò con l’arrivo della prima comunità di monaci intorno al 1200. I camaldolesi in seguito si dedicarono, oltre alle preghiere, anche all’allevamento del bestiame e all’agricoltura nelle zone circostanti il monastero di Scardavilla di Sotto. Dopo l’abbandono dei monaci e la cessione delle terre ai privati, per Scardavilla e i suoi boschi inizia un periodo buio. Il terremoto del 1870 contribuì alla parziale distruzione del convento, mentre i privati procedevano al taglio indiscriminato dei boschi in favore dei campi coltivati. Per conservarla dall’abbandono dopo la Seconda Guerra Mondiale fu importantissimo l’intervento del naturalista Pietro Zangheri. Scardavilla diventa una riserva regionale nel 1991 gestita dal Comune di Meldola. Da qui il progetto di preservare ciò che resta dell’antico bosco. È ancora dominato da imponenti querce e sono presenti molte delle preziose specie vegetali censite da Zangheri, come l’erica arborea e il cisto femmina. Scardavilla è, come vi dicevo, un’area protetta e di attenzione regionale. Sono presenti diverse specie rare di invertebrati ed esemplari di orchidee come l'orchidea Serapias cordigera, la Orchis purpurea e la Platanthera clorantha. Oggi l’area protetta si estende su appena 30 ettari dove l’attività umana è fortemente limitata. Forse molti di voi conosceranno Scardavilla perché qui vengono celebrate feste e matrimoni. Per poter visitare il parco è necessario prendere appuntamento presso il comune di Meldola. Salutiamo questo pezzo di Valle del Bidente con la consapevolezza di avere delle meraviglie vicinissime a casa delle quali troppo spesso non ne conosciamo l’esistenza. Non trovate?

CUSERCOLI
La via Bidentina torna a scorrere dritta e imperturbata fino a quando davanti ai nostri occhi non si presenta un centro abitato costruito in pietra sopra uno sperone di roccia. Saremo forse arrivati a Cusercoli?
Un borgo così caratteristico e pieno di storia, senza dubbio potrà offrirci dei percorsi per camminare in natura per conoscere meglio la zona. Partendo proprio dalla Chiesa di Cusercoli inizia il piacevole “Percorso naturalistico piante e funghi”. Questo facile itinerario, ideato insieme al Gruppo Micologico Forlivese, vi porterà anche all’approfondimento dei funghi che si possono trovare, grazie a riproduzioni naturali e schede informative che incontrerete durante il cammino. Da Cusercoli ci si può spostare nelle vicinanze per conoscere i ruderi dell'antica e potente abbazia di S. Maria in Gloria di Voltre e il vicino colle di Giaggiolo. Sono proposte queste per chi vuole scoprire il nostro territorio pur rimanendo a breve distanza da Forlì. Ma andiamo oltre, siamo esploratori, non poniamoci limiti!
 

CIVITELLA DI ROMAGNA

Da Civitella di Romagna vi voglio suggerire l’itinerario per raggiungere il Passo Sulparo, detto anche il Monte delle Ruote. Avrete già capito che questa meta è ambita soprattutto dagli amanti delle due ruote. Si tratta infatti di un itinerario di circa 15 chilometri, partendo da Civitella ovviamente, che in alcuni tratti arriverà a sfiorare pendenze del 22%. Una volta raggiunta la cima del Passo Sulparo ad attendervi ci sarà un monumento al ciclista. Emblematica la scritta:
Bella e impossibile di Romagna - Come un'amante prima ti affascino, poi mi odi, infine mi ami”.

E’ da questa vetta che vi saluto, ci rivediamo al prossimo numero di Diogene per salire di quota nel cuore delle Foreste Casentinesi.

Chi sono: Mattia Fiorentini

Cosa faccio: Sono una Guida Ambientale Escursionistica associata ad AIGAE.
Svolgo la mia attività principalmente in Emilia - Romagna e nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

In quale modo: Il mio progetto si chiama Scomfort Zone perché credo che uscire dalla routine quotidiana e concedersi la scoperta di quello che ci circonda è già un grande atto di cambiamento.

Camminare, conoscere la natura, incontrare realtà locali e condividere del buon tempo insieme a loro è quello che cerco di far vivere durante le escursioni che accompagno.

I miei contatti:

Facebook e Instagram: Scomfort Zone


Blog: www.scomfortzone.com -E-mail: info@scomfortzone.com

Foto Fabio Casadei

 


Redazione Diogene

lunedì 30 novembre 2020