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Escursioni nelle vallate forlivesi.

Dalla Valle del Bidente al cuore delle Foreste Casentinesi A cura di Mattia Fiorentini

Escursioni nelle vallate forlivesi.

Lo so che aspettavate questo numero del Diogene per proseguire da dove ci eravamo lasciati, alla scoperta della Vallata del Bidente! Dai, allora allacciamo bene gli scarponi che si parte. Dopo aver esplorato i dintorni e le meraviglie naturali di Meldola, Cusercoli e Civitella di Romagna, riprendiamo il nostro cammino da GALEATA. Sono diverse infatti le proposte per esplorare questo pezzo di Romagna. Il primo passo lo facciamo in direzione del luogo simbolo di questa cittadina: l’Abbazia di Sant’Ellero.

ABBAZIA DI S.ELLERO

Mi piace ricordare Ellero perché era un viaggiatore. Si pensa sia nato ad Arezzo e in lui era forte il desiderio di uscire dal proprio quotidiano, per misurarsi lontano dalla zona di comfort e seguire la sua vocazione.
Si racconta che un Angelo lo portò fino a qui, dove oggi possiamo visitare questa imponente Abbazia. Il nostro trekking prosegue passando lungo vecchie case contadine, alcune in perfetto stato altre ridotte a rudere. Raggiunta la casa della Collinaccia, dalla quale si ammira una delle più belle viste della vallata, raggiungiamo il Cippo del Partigiano “Brigata Garibaldi”. Un percorso che ci farà immergere in un tempo passato, dove si correva meno e si dava alla vita tutto un altro significato.

Salutiamo Galeata per raggiungere la vicina SANTA SOFIA. Che dire, ci troviamo alle porte del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. Stiamo parlando di uno dei siti naturalistici protetti più importanti d’Italia. Non basterebbe un solo articolo o una sola escursione per raccontarvi delle eccellenze di flora e fauna presenti, delle faggete vetuste Patrimonio dell’Umanità UNESCO e della storia che si è scritta tra queste montagne. Una cosa però è certa: siamo molto fortunati a vivere vicino ad una meraviglia della natura di questa portata. Oggi vi voglio condurre in alcuni angoli della Valle del Bidente, all’interno del Parco Nazionale, forse meno conosciuti ma dal grande valore. Venite a scoprire il perché. Dal centro abitato di Santa Sofia prendiamo le indicazioni verso Bagno di Romagna. Non vi preoccupate, non stiamo cambiando vallata, solo Comune! Incontriamo un agglomerato di case e una chiesa con una grande canonica che prendono il nome di Poggio alla Lastra. Come è già cambiata l’atmosfera attorno a noi. Questa valle è stata attivamente abitata fino agli anni ‘50 e poi quasi completamente spopolata. Percorrendo le numerose mulattiere, si incontrano ponti a schiena d’asino, mulini e molte case abbandonate, circondate dal bosco che si sta riappropriando di ciò che un tempo erano campi coltivati e pascoli.  Poco distante da qui è possibile raggiungere il Mulino di Culmolle. Si tratta di un mulino tipico, con le pale a cucchiaio e le macine in pietra. Il nome “Culmolle” pare derivi da “culo a mollo”, perché la struttura principale venne costruita proprio sulla riva del fiume. Ora troviamo un agriturismo e dell’antico mulino viene conservata la struttura in pietra e il bottaccio.

RIO PETROSO Un altro itinerario che vi voglio suggerire parte da Cà di Veroli. Anche qui troviamo un agriturismo e ristorante molto conosciuto e un punto da dove si intrecciano diversi sentieri. Se amate camminare, isolarvi dal caos quotidiano e ricercare paesaggi suggestivi allora prendete il cammino verso Rio Petroso. Dopo una bella salita nel bosco, incontrerete paesaggi “lunari” di roccia arenaria, valli isolate dove la natura si mostra in tutta la sua bellezza con la possibilità, durante i mesi estivi, di rinfrescarsi tra le tante pozze che il nostro caro fiume Bidente ci concede. Un percorso che se fatto ad anello è di circa 13 chilometri con un dislivello complessivo di 700 metri. Ora però diamoci una veloce rassettata che si va a Strabatenza.

STRABATENZA Il nucleo originale del paese era costituito da un borgo con quattro case, la Chiesa di S. Donato con canonica e il cimitero, a cui si aggiunse una casa per i coloni della Chiesa e un apposito edificio per la scuola. Le case del borgo ospitavano lo “Spaccio di vino” e nel 1915 un’osteria.Durante la Seconda Guerra Mondiale, in questo piccolo nucleo isolato sorse un distaccamento partigiano, che divenne zona di rifugio per gruppi di combattenti in arrivo dalle valli di Corniolo e Biserno. E’ proprio da qui che parte il Sentiero del Partigiano Janosik, dedicato a Giorgio Ceredi, che ripercorre diversi luoghi dove i partigiani trovarono riparo durante il conflitto. Attraverserete dei fitti tratti boschivi intervallati da torrenti e piccole cascate, fino a raggiungere il crinale roccioso dove respirando a pieni polmoni vi godrete di certo il panorama. Questo itinerario di circa 8 chilometri presenta un dislivello di 400 metri e una difficoltà media. Trappisa di Sotto, una delle case contadine da dove passa il sentiero, è gestita da un gruppo di ragazzi appassionati di questa valle. Il loro lavoro volontario ci permette di usufruire di questo rifugio in pietra per passare la notte alla fine di un’escursione o per organizzare meeting e incontri in una sala appositamente adibita completamente immersi nella natura.Il fiume Bidente, come vi raccontavo, prende forma da tre torrenti. Uno di questi è il Bidente di Pietrapazza, che scorre qui vicino e dà il nome all’omonimo centro abitato.

PIETRAPAZZA Pietrapazza ora è completamente disabitata, ma un tempo era un piccolo “microcosmo” luogo di interazioni economiche e sociali. Nella zona i piccoli proprietari e i mezzadri erano dediti all’allevamento, in particolare di ovini e caprini, ma anche al taglio del legname e alla lavorazione della pietra di cui tutta la valle è ricca. Se volete approfondire questo argomento vi consiglio di leggere “La gente di Pietrapazza” (C.Bignami, A.Boattini - Monti Editore). Tra i racconti della maestra che vede gli alunni con le lanterne scendere la valle tra due metri di neve e la testimonianza del prete arrivato da lontano accolto da due contadini sopra un asino, sono convinto che verrete trasportati in un tempo sconosciuto. Questo tempo lo potrete in qualche modo ricostruire camminando. Dalla imponente chiesa di Pietrapazza parte infatti un percorso ad anello di circa 11 chilometri (700 m dislivello - difficoltà Media) che  sono convinto vi metterà in connessione, in qualche modo, con le storie di quel tempo passato. Vi avevo anticipato che questo ramo del fiume Bidente ci avrebbe riservato molto sorprese ed opportunità!

DIGA DI RIDRACOLI Ora però dedichiamoci a conoscere meglio un’altra meraviglia, la nostra cara Diga di Ridracoli. Eh si, perché sfido io a trovare un forlivese che non sia affezionato a questo sito!
Già solo per il fatto che qui viene raccolta e poi depurata l’acqua che sgorga dai rubinetti e fonti di buona parte della Romagna. “Speriamo che piova altrimenti la Diga si secca” mi ricorda sempre mia mamma nei periodi meno piovosi, perché il livello della Diga di Ridracoli è diventato nel tempo un pò il termometro di come vanno le stagioni. Una visita alla Diga di Ridracoli merita già per ammirare l’imponenza di questa struttura architettonica progettata e costruita tra la fine degli anni’70 e l’inizio degli anni’80. Un arco in cemento armato lungo 432 metri, appoggiato su una parete dell’altezza di 103 metri.Numeri che fanno un pò girare la testa se pensiamo poi al fatto che può arrivare a contenere fino a 33 miliardi di litri d’acqua!. Ok va bene la smetto, ritorniamo ai nostri itinerari. Esistono alcuni sentieri, non tantissimi a dire il vero, che vi consentiranno di esplorare i dintorni della Diga di Ridracoli. In circa mezz’ora in un percorso ben segnalato potete raggiungere il Rifugio Cà di Sopra. Troverete un bellissimo scorcio dove fermarvi, usufruire dei servizi del rifugio per poi proseguire il cammino se lo vorrete. Al momento il sentiero CAI 207 che collega la Diga alla meravigliosa foresta della Lama è chiuso al transito perché oggetto la scorsa estate di una frana. Ne approfitto per consigliarvi di informarvi sempre bene sullo stato dei sentieri e delle zone che vorrete andare a visitare. La montagna chiede sempre rispetto e attenzione prima di concedersi in tutta la sua bellezza. In questo caso potete contattare la cooperativa che offre servizi alla Diga o una delle tante Guide Ambientali Escursionistiche (molte delle quali associate AIGAE) che vi daranno ottimi consigli. Prendendo un altro sentiero è possibile concludere questo bellissimo itinerario che dalle sponde della Diga vi porterà all’interno passando per vecchie mulattiere, fino a rientrare al punto di partenza. La Valle del Bidente, lo avete già capito lo so, è una continua sorpresa. Un territorio ricco di ambienti naturali e storici che aspetta solo di essere vissuto.                                 

Chi sono: Mattia Fiorentini

Cosa faccio: Sono una Guida Ambientale Escursionistica associata ad AIGAE.
Svolgo la mia attività principalmente in Emilia - Romagna e nel Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

In quale modo: Il mio progetto si chiama Scomfort Zone perché credo che uscire dalla routine quotidiana e concedersi la scoperta di quello che ci circonda è già un grande atto di cambiamento.

Camminare, conoscere la natura, incontrare realtà locali e condividere del buon tempo insieme a loro è quello che cerco di far vivere durante le escursioni che accompagno.

I miei contatti:

Facebook e Instagram: Scomfort Zone


Blog: www.scomfortzone.com -E-mail: info@scomfortzone.com


Redazione Diogene

giovedì 10 dicembre 2020