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Il prezzo dei carburanti continua a salire

I motivi dei rincari

Il prezzo dei carburanti continua a salire

I giornali titolano a caratteri cubitali “AUMENTI RECORD”, “BENZINA ALLE STELLE”, “LA STANGATA DEI CARBURANTI”, “METANO E GPL: I PREZZI VOLANO”. In effetti stiamo assistendo a un importante rincaro dei costi dei carburanti, che si va a sommare all’aumento dei prezzi di alcune materie prime, come ferro, acciaio, rame e metalli usati soprattutto nell’elettronica.

Al momento in cui scriviamo il prezzo della benzina servita è tra 1,813 e 1,948 euro al litro e quello del diesel tra 1,683 e 1,812 euro al litro, con la prospettiva poco allettante che, quando leggerete queste righe, i prezzi siano ancora più elevati. Per quanto riguarda la modalità self, la benzina, costa tra 1,737 e 1,750 euro/litro invece il diesel si paga tra 1,599 e 1,610 euro/litro, sempre con il self service. Il metano ha raggiunto i 2 euro al kg, in molti distributori, invece i prezzi del Gpl vanno da 0,812 a 0,835 euro/litro. E non ci sono segnali di rallentamento. L’aumento medio di costo stimato per acquisti di carburante è di oltre 400 euro l’anno per ogni famiglia. Ma le note dolenti non si fermano qui: nel nostro Paese le merci viaggiano per almeno il 90% su gomma e il rincaro dei carburanti si riflette anche sul costo dei vari prodotti al dettaglio. Inoltre aumentano anche i costi di produzione, che si scaricheranno inevitabilmente sui consumatori. A questo si aggiunge l’aumento delle tariffe di luce e gas. Quali sono i motivi che hanno portato a questa situazione, che rischia di vanificare la ripresa economica? Intanto possiamo parlare di aumento generalizzato del costo dell’energia nel corso di quest’anno, causa principale dell’aumento dei prezzi. La transizione energetica comporta un aumento dei costi dei combustibili fossili, ma si tratta di dinamiche graduali, che si protraggono nel tempo. Oggi invece è l’aumento del costo del gas naturale e del petrolio greggio probabilmente il punto di partenza; per quanto riguarda il gas, che nei paesi industrializzati è la fonte principale per la produzione di energia elettrica, l’aumento della domanda, soprattutto da parte della Cina e di tutti i Paesi in ripresa economica, ha provocato l’impennata dei prezzi. A ciò si aggiunge l’aumento del prezzo del greggio, iniziato immediatamente dopo l’incontro dei principali produttori di petrolio a Vienna, nel luglio scorso, durante il quale non si è trovato l’accordo per aumentare la produzione, vanificando le richieste di idrocarburi per sostenere la ripresa economica. A ciò si aggiunge, per gli automobilisti italiani, l’elevata percentuale di iva e accise che incidono fortemente sui costi dei carburanti. Mentre alcuni analisti non vedono particolari manovre speculative dietro questa situazione, le Associazioni dei consumatori parlano di una speculazione alimentata dalla ripresa dopo l’emergenza pandemia. Come se ne potrebbe uscire? Sicuramente se uno dei Paesi produttori di greggio aumentasse le estrazioni, in barba ai loro accordi, qualcosa succederebbe. Nel frattempo sta ai governi cercare di arginare le conseguenze di questi aumenti, agendo sulla tassazione, sostenendo gli elementi più fragili, diversificando le fonti di approvvigionamento, pianificando e proseguendo nel passaggio alle energie rinnovabili.


Redazione Diogene

lunedì 25 ottobre 2021