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Gioco d’azzardo in Romagna: cifre da capogiro e interessi mafiosi

Tra Rimini, Bologna, Forlì e Cesena, il gioco legale e illegale muove miliardi e attira clan mafiosi. I dati di Libera raccontano un’emergenza sociale

Gioco d’azzardo in Romagna: cifre da capogiro e interessi mafiosi

In Emilia-Romagna, il gioco d’azzardo non è solo un passatempo: nel 2024 sono stati spesi oltre 10 miliardi di euro. Dalle slot alle scommesse online, l’azzardo coinvolge milioni di persone, mentre mafie e criminalità organizzata trovano un terreno fertile per affari e riciclaggio.

 

Secondo il dossier Azzardomafie di Libera, in Italia nel 2024 si sono spesi più di 157 miliardi di euro in gioco legale, con 18 milioni di italiani coinvolti. I giocatori patologici sono 1,5 milioni, mentre 1,4 milioni rischiano una dipendenza moderata.

In Emilia-Romagna si è giocato più di 10 miliardi di euro: Bologna guida la classifica dei capoluoghi con oltre 1 miliardo, seguita da Modena, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Ravenna, Piacenza, Forlì e Ferrara. Cesena, pur non essendo capoluogo di provincia, mostra numeri significativi nelle sale locali. Considerando la spesa pro capite, Piacenza svetta con quasi 3.000 euro a persona, seguita da Modena, Bologna, Rimini, Parma, Ravenna, Forlì e Cesena.

Il gioco d’azzardo è un affare anche per le mafie. Nel dossier si contano sette clan attivi in Emilia-Romagna, dalla ‘ndrangheta ai Casalesi, coinvolti in riciclaggio, estorsioni e investimenti legali e illegali. “Un euro investito nell’azzardo produce profitti maggiori e rischi minori rispetto al narcotraffico”, spiega il Generale Nicola Altiero della Dia.

Libera sottolinea il dramma sociale dietro i numeri: adolescenti che giocano di nascosto, anziani che rischiano la pensione, famiglie in difficoltà. La normativa regionale è tra le più avanzate d’Italia, con sette semafori verdi su nove indicatori essenziali, ma secondo l’associazione la legge di Bilancio 2025 ignora i danni sociali, favorendo indirettamente le mafie.

Le proposte di Libera puntano a rafforzare i controlli, limitare la pubblicità, mantenere autonomia agli enti locali e creare un Osservatorio nazionale sul gioco d’azzardo e la dipendenza grave. Solo così si può provare a spezzare il legame tra gioco e criminalità organizzata.


Emanuele Bandini

martedì 11 novembre 2025