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Tre domande a Paola Scalzotto

Tre domande a Paola Scalzotto

Sul fatto che il Coronavirus stia già facendo sentire i suoi effetti sull’economia italiana non c’è dubbio. Al di là dei prospetti che cercano di calcolare l’impatto sul Pil nazionale (con un calo stimato tra il 3% e il 4% nel primo anno), la realtà attuale rende già manifeste le difficoltà che molti settori stanno sperimentando. Tra le categorie più colpite c’è, anche sul territorio forlivese, quella dei professionisti. Sulle criticità e le possibili soluzioni interviene Paola Scalzotto, interprete e traduttrice e presidente di Cna Professioni di Forlì-Cesena.

Quali sono i problemi che toccano maggiormente i professionisti?

 

La cancellazione di una grande quantità di commesse e il restare fermi in attesa degli eventi. Da più parti si sono levate richieste rivolte al Governo e alla Regione perché, nella messa a punto di misure economiche di sostegno, non vegano dimenticati i professionisti, compresi quelli al di fuori della “zona rossa”. Ed è proprio qui che entrano in gioco le associazioni di categoria, che hanno tra i loro ruoli quello di raccogliere le istanze dei rappresentati e stimolare il legislatore ad accogliere le soluzioni proposte. Solo uniti ci si può far ascoltare e si ottengono risultati. È utile ricordare che, grazie a questo tipo di sollecitazione, Cna Professioni ha reso possibile, dal 2019, l’accesso alla formazione finanziata tramite bandi europei anche ai professionisti.

 

Che effetti ha la tutela del lavoro autonomo sul tessuto economico locale?

 

Se parliamo di lavoro autonomo in generale, occorre considerare che i titolari d’impresa sono anche coloro che generano posti di lavoro dipendente. In Emilia-Romagna l’imprenditoria è in affanno: si parla di una perdita di 27.901 imprese in un anno, cioè 76 imprese cessate all’ora. È facile comprendere, perciò, quale sia la ricaduta sul territorio. I professionisti, invece, sono in controtendenza: la sola Cna di Forlì-Cesena ne raggruppa circa 400. Per tutelare il lavoro autonomo, è bene incentivare a monte l’auto-imprenditorialità attraverso la formazione. Cna propone, ad esempio, il “Progetto Scuola”, con percorsi diversificati per le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado, per informare i giovani sulle opportunità occupazionali diverse dal lavoro dipendente. Un’altra strada è l’utilizzo dei fondi europei per creare percorsi di trasmissione d’impresa o di formazione mirata all’auto-imprenditorialità, mentre a chi è già attivo sul territorio si possono dare ulteriori opportunità legate alle infrastrutture, specialmente quelle digitali.

 

Quali soluzioni si possono avanzare nel quadro attuale?

 

Agire sui decisori politici perché pensino a strumenti di sostegno per i professionisti. Ma ci sono anche altri strumenti utili nell’immediato: Cna Forlì-Cesena ha dato vita, anno scorso, al progetto “Professione professionista”, un ciclo di conversazioni con aperitivo che ha toccato le quattro aree territoriali mettendo a confronto i professionisti su tematiche di interesse comune, alla presenza di un esperto. La prossima tappa, organizzata insieme a Cna Professioni Ravenna, si terrà a Faenza con un incontro su Inps e prestazioni previdenziali.


Laura Bertozzi

martedì 10 marzo 2020