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Tre domande a Paola Casara

Tre domande a Paola Casara

Con la Fase Due le realtà produttive sono chiamate ad adeguare i propri servizi e attività ai protocolli per il contenimento del contagio. Una sfida che sta mettendo alla prova anche il tessuto forlivese. Oltre agli interventi del Governo, si guarda con speranza anche alle iniziative delle Amministrazioni locali a favore del rilancio dell’economia nei territori. Sulle azioni messe in campo dal Comune di Forlì interviene Paola Casara, assessore alle politiche per l’impresa.

Quali risposte ha attuato la Giunta per sostenere la ripartenza?

 

Una prima azione dà il via libera al rilascio dei permessi sui dehors in deroga. Questo provvedimento, funzionale al distanziamento interpersonale, vale per gli spazi pubblici e privati. Alle attività alle quali era consentita la realizzazione di de hors, sarà possibile, fino al 15 novembre, ampliare le strutture esistenti (o realizzarne di nuove) anche per una superficie doppia rispetto a quella finora consentita. Per le attività per cui non era prevista l’occupazione di spazi all’aperto - come quelle artigianali - sono ammessi, sempre fino al 15 novembre, dehors di massimo 20 metri quadri, per posizionare merci e ospitare chi è in attesa. Si parla, naturalmente, di strutture rimovibili. La logica è, poi, quella della semplificazione, perché basta presentare la richiesta tramite la modulistica scaricabile dal sito www.comune.forli.fc.it. Il tutto a zero spese, perché non ci sono costi di segreteria ed è prevista l’esenzione dal Canone di Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche (Cosap).

 

Quali altre azioni sono allo studio dell’Amministrazione?

 

Con il nuovo decreto alla mano si può ragionare su quali iniziative ulteriori mettere in campo. Siamo partiti dalla categoria in più forte calo, quella dei piccoli commercianti: in fase di lockdown, abbiamo pubblicato sul sito del Comune l’elenco delle attività che svolgevano servizio a domicilio. Abbiamo colto un forte desiderio di guardare avanti: per questo abbiamo deciso di liberalizzare gli orari e le giornate di apertura dei pubblici esercizi. Per le piccole e medie imprese il problema più pressante è quello della liquidità, motivo per cui ci siamo interfacciati con le banche per capire le tempistiche di erogazione. In generale, proprio le tempistiche sono un fattore problematico in questa crisi.

 

Si riferisce al Governo?

 

Sì. L’annuncio delle riaperture stabilite per il 18 maggio è arrivato con poco anticipo. Per riorganizzare i servizi serve tempo e investimenti; vivere nell’incertezza non dà modo di mettere in atto azioni puntuali. Avevo firmato, insieme a 30 assessori italiani, una lettera indirizzata al premier Conte perché rivedesse la road map delle aperture. Il documento voleva soprattutto sollecitare una programmazione per aiutare operatori e Amministratori, che non c’è stata. Sono ottimista, però, per il rilancio del territorio, sia perché l’Emilia-Romagna è una locomotiva sul piano nazionale, sia perché partiamo da una base forte, fatta di eccellenze e servizi che funzionano. La riorganizzazione dei centri estivi messa in opera dal Comune di Forlì, ad esempio, è stata presa a modello dei servizi educativi su scala regionale.

 

 


Laura Bertozzi

mercoledì 20 maggio 2020