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Le tre domande a Marco Gentile

Le tre domande a Marco Gentile

È partito il 6 luglio scorso, e si concluderà il 31 dicembre, lo studio epidemiologico voluto dalla Regione Emilia-Romagna che valuta la fattibilità di un percorso di produzione di plasma - definito “iperimmune” - da pazienti e donatori che hanno contratto il covid-19 sviluppando poi gli anticorpi. Come è ormai noto, la componente liquida del sangue di chi è stato colpito dal virus può essere utile al trattamento delle infezioni da Sars-Cov-2. Anche Forlì partecipa allo studio: sull’adesione dei donatori interviene il dottor Marco Gentile, responsabile dell’Unità di Raccolta Avis Forlì.

Quali sono gli step previsti dallo studio?

Ai donatori viene proposto di aderire volontariamente allo screening, per conoscere la diffusione del virus in questo specifico ambito di popolazione e perché questo elemento può essere di utilità nelle strategie di contrasto e prevenzione future. Attraverso il test sierologico si può, infatti, scoprire di aver avuto il virus in precedenza, un dato che ci dà indicazioni sul tasso di asintomatici. A questo punto, si propone alla persona di sottoporsi a un tampone: se questo risulta negativo, l’iter si conclude; se invece il risultato è positivo, lo studio prevede il richiamo per il secondo step, ovvero un prelievo finalizzato alla titolazione anticorpale, cioè alla misurazione della quantità di anticorpi. Se quest’ultima risulta buona, alla persona vengono proposte due donazioni di plasma nell’arco di 15 giorni.

In quanti hanno partecipato finora?

I dati più aggiornati, a livello regionale, registrano per i mesi di luglio e agosto un’adesione media del 61%, con una percentuale di positivi pari al 2,6%. Per quanto riguarda il comprensorio forlivese, invece, dal 6 luglio al 13 ottobre sono stati effettuati 1647 test sierologici su 3002 donazioni: è stato, dunque, il 54,8% dei donatori a scegliere di partecipare, con una percentuale di positivi dell’1,82%. Come si può intuire, servirebbero più candidati. In generale, però, facciamo appello ai nuovi donatori anche per mantenere la capacità, che ora abbiamo, di corrispondere al fabbisogno trasfusionale e per raggiungere l’autosufficienza sul fronte delle donazioni di plasma.

Qual è la situazione al momento?

Per quel che riguarda il sangue intero, dobbiamo restare a livello perché ci avviciniamo al periodo delle sindromi da raffreddamento e dell’influenza e serve un piccolo aumento per mantenere l’autosufficienza. Per la raccolta di plasma, funzionale alla produzione di farmaci plasmaderivati, invece, c’è ancora della strada da fare. Il numero dei donatori è in calo per un fattore soprattutto demografico e di ricambio generazionale. Perciò la nostra proposta per i prossimi due anni è di aumentare l’età del donatore, in modo da avere circa 3mila donatori in più e far passare la popolazione in età donazionale dal 7 al 10% per i maschi e dal 4 al 7% per le femmine. Recarsi in ospedale non espone al rischio di contagio: all’Unità di Raccolta è garantita la massima sicurezza. Per prenotarsi agli esami per diventare donatore si possono contattare i numeri 0543.735070/735071 (nei giorni feriali dalle 10.00 alle 13.30 e il giovedì dalle 15.00 alle 18.00).


Laura Bertozzi

lunedì 19 ottobre 2020