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Tre domande a Luca Zambianchi

Tre domande a Luca Zambianchi

La casa di riposo “Pietro Zangheri” di Forlì è stata drammaticamente al centro delle cronache locali per la prima ondata di contagi da covid-19. Già da tempo, però, non viene più associata al dilagare del virus, ma ad alcune iniziative messe in atto per contrastare la solitudine dei suoi ospiti in questa seconda ondata. L’ordinanza sindacale, infatti, aveva prorogato al 4 dicembre il divieto di ingresso ai familiari, a meno che non fossero presenti strutture protettive che permettessero la separazione completa con l’esterno. Proprio su questo fronte - e non solo - si è concentrato l’impegno della nuova dirigenza, con il progetto “Nonni 4.0”. Sul dettaglio dei cambiamenti interni e delle nuove iniziative in essere, interviene il presidente della casa di riposo, il dottor Luca Zambianchi.

Quali progetti sono stati messi in campo per far sentire meno soli i vostri ospiti?

 

Abbiamo allestito quattro postazioni con oblò per permettere agli anziani di avere un contatto fisico con i parenti. Le braccia del familiare saranno coperte da guanti monouso lunghi 90 centimetri, ci si potrà toccare in sicurezza e anche dialogare adeguatamente, grazie alla presenza di un interfono con microfono. Il materiale scelto per i pannelli è il plexiglass, per la sua facilità di pulizia e sanificazione. È stata anche attivata la “app” per le videochiamate “Parla con noi” di CBA, che permette di prenotare le videochiamate con i parenti e condividere foto e video relative ad ogni assistito, in modo da agevolare il lavoro di cura da parte degli operatori. E ancora, un innovativo sistema di telepresenza sviluppato con la partnership di GENCOM. Qualora un paziente dovesse essere messo in quarantena per covid, sono presenti postazioni con video e monitor che consentono di sorvegliare la persona 24 ore su 24. Non solo: attraverso questo sistema, l’anziano può anche avere scambi e condividere riflessioni con l’esterno. 

 

La telepresenza può avere altri sviluppi?

 

Sebbene nato per far fronte alle esigenze di quarantena nel periodo covid, il sistema potrà essere applicato alla telemedicina, con i medici di base e l’Ospedale, per evitare, dove possibile, il trasporto e la sosta prolungata al Pronto Soccorso o nei servizi ambulatoriali. Si tratta di un sistema decisamente innovativo a livello nazionale. Ci tengo però a sottolineare che, al momento, non ci sono pazienti affetti da coronavirus nella struttura e non è operativo il “Reparto covid”. Attualmente sono presenti nella nostra residenza più di 300 anziani.

 

Cosa è cambiato da quando è diventato presidente?

 

Ci sono stati cambiamenti strutturali e organizzativi. È cambiato il Consiglio di Amministrazione e il Presidente non è più espressione dell’assemblea dei soci. Dalla seconda ondata siamo stati in grado di contenere le infezioni, anche grazie alla messa a punto di rigorosi protocolli per i percorsi “pulito-sporco”. La struttura si avvale inoltre del dottor Simone Martini in qualità di coordinatore medico sanitario e dei referenti medici di medicina generale per la gestione dei pazienti nei reparti protetti. Recentemente, la struttura, si è inoltre dotata della figura di un giovane medico del territorio, presente due giorni a settimana per l’attività ambulatoriale all’interno della struttura. Il progetto viene portato avanti in ottima sinergia con il Comune di Forlì e con l’Ufficio Igiene dell’Ausl Romagna, che ogni 15 giorni effettua tamponi agli interni e svolge tutto il lavoro di tracciabilità. Ci stiamo adoperando per garantire la massima sicurezza.


 


Laura Bertozzi

giovedì 10 dicembre 2020