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Tre domande a Cristiano Frasca

Tre domande a Cristiano Frasca

Cristiano Frasca è uno dei più conosciuti ed apprezzati fotografi professionisti di Forlì. Attualmente lavora per il Resto del Carlino edizione Forlì e per un'agenzia editoriale di Castelfranco Veneto, che genera contenuti per le riviste patinate in abbinamento al Sole 24 Ore. Qui si occupa principalmente delle interviste ad imprenditori del settore industriale. Da molti anni è il fotografo ufficiale de Il Momento, il periodico della diocesi di Forlì Bertinoro, ed è da una decina di anni collaboratore del portale web di informazione ForlìToday.

Qual’è il genere fotografico che preferisci?

Mi piace la cronaca perché mi consente di affrontare soggetti molto vari con i suoi protagonisti, fino agli eventi felici o tragici che cerco di rendere al meglio attraverso le emozioni che si provano in quei momenti. In particolare, mi affascina la spontaneità del gesto atletico, che cerco di catturare nelle mie foto, sia quando si tratta di eventi importanti come la Serie A di calcio o di basket, che in occasioni più piccole. Anche se le foto che faccio per il Sole 24 Ore sono sempre posate, cerco di farle sembrare naturali, instaurando un rapporto con il soggetto e cercando di far emergere la sua personalità. Non ho una foto preferita in assoluto, ma una di queste è la foto della mano del presidente Napolitano che saluta la gente mentre si sporge dal finestrino della macchina. Un'altra è quella che immortala lo sguardo dentro al casco di Max Biaggi che affronta la variante alta di Imola.

Come sei giunto all’arte fotografica e quali sono le tue fonti d’ispirazione?

Ho iniziato a fotografare all'età di circa 10 anni, grazie allo spunto tratto da un libro regalatomi da mia nonna. Dopo la mia prima passione giovanile, ho intrapreso la fotografia come professione. Grazie al mio interesse per lo sport, ho iniziato a seguire gare automobilistiche come rally e gare in pista, per poi passare al basket e alle motociclistiche fuoristrada. Ho avuto l'opportunità di girare il mondo grazie alla collaborazione con un importante periodico del settore ristorazione bar, per il quale ho lavorato per circa 15 anni, seguendo eventi e presentazioni in giro per l'Italia, l'Europa e in piccola parte anche fuori dall'Europa. In seguito, mi si è aperta la prospettiva che più desideravo, ovvero la fotografia di cronaca. Per quanto riguarda i fotografi di riferimento, adoro Eliot Erwitt per il suo stile caratterizzato dall'ironia. Anche i reportage di Henri Cartier Bresson, che considero un faro per la fotografia, mi hanno sempre attratto e ispirato.

Preferisci la fotografia analogica o digitale?

Riguardo alla fotografia analogica, proprio in questi giorni ho avuto modo di parlare con alcuni colleghi e amici fotografi, con i quali ci siamo confrontati riguardo ai pregi e difetti e all'attualità della fotografia analogica che, in questo periodo, sta tornando in auge, specie fra i giovani. Indubbiamente, la fotografia analogica ha un suo fascino, ma comincia ad essere distante dalle esigenze quotidiane di velocità e immediatezza richieste alla fotografia digitale. Non nego che durante le ferie avrò con me una macchina fotografica analogica, non so ancora quale, perché il tempo lento delle vacanze si addice meglio all'analogico che al digitale.

 


Emanuele Bandini

lunedì 3 aprile 2023

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