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Tre domande a Paride Antolini

Tre domande a Paride Antolini

I dati forniti da Irpi Cnr confermano che lo scorso mese di maggio è stato il più piovoso degli ultimi 70 anni. In Emilia-Romagna, in particolare, potrebbe essere il maggio più piovoso del secolo. In alcune zone dell'Appennino Ravennate e Forlivese, sono stati registrati accumuli di pioggia tra i 400 e i 500 mm.

Di solito, in queste zone, la piovosità durante un intero anno è inferiore a 900 mm. Pertanto, si tratta di una quantità di pioggia che normalmente si osserva in oltre la metà dell'anno, ma che è caduta in sole due settimane. Secondo Paride Antolini, Presidente dell'Ordine dei Geologi dell'Emilia-Romagna, l'alluvione che ha colpito la regione non può essere attribuita al cambiamento climatico. Antolini ha sostenuto che se si verifica la rottura di un argine, il cambiamento climatico non è coinvolto e il problema risiede nella mancanza di manutenzione. Tuttavia, è importante sottolineare che le intense precipitazioni che hanno causato frane e allagamenti, portando alla morte di 14 persone e all'evacuazione di oltre 13.000 residenti dalle proprie abitazioni, sono state un evento eccezionale.

Quali sono state le cause che hanno portato all'alluvione in Romagna?

La pianura romagnola è formata da un reticolo idrografico che si è sviluppato nei secoli; la lotta dell'uomo per strappare terre fertili alle paludi è storia vecchia, dai Romani, agli Estensi, al Papato, fino al Regno d'Italia. I fiumi nei secoli sono stati deviati, rettificati, gli argini progressivamente alzati e gli alvei progressivamente ristretti all'interno di alti argini per recuperare terra sia da coltivare che per costruirvi. Ne consegue un sistema estremamente fragile, non progettato per eventi quali le piogge del 1, 2, 3 e 16, 17 maggio.

Che ruolo ha il consumo del suolo nella situazione attuale?

Il consumo del suolo detto così brutalmente dice tutto o nulla, l'importante è come abbiamo costruito e allora la risposta è: male. Abbiamo costruito troppo vicino ai fiumi, nelle aree intervallive abbiamo occupato le aree naturalmente allagabili che rappresentavano uno sfogo per le piene. In città abbiamo trasformato i fiumi in stretti canali e nella bassa pianura non siamo riuscito a gestire al meglio i corsi d'acqua. L'evento eccezionale di maggio ha esaltato tutte le fragilità insite in questo sistema. Per quanto riguarda il consumo di suolo l’Emilia-Romagna compete per le prime posizioni con la Lombardia e il Veneto. Dobbiamo riflettere attentamente su questa situazione e prendere provvedimenti appropriati.

Quali interventi strutturali bisogna realizzare perchè situazioni come queste non si verifichino più?

In montagna vanno conservati boschi e foreste integre con il suo sottobosco, primo baluardo per trattenere l'acqua, nelle zone intervallive vanno recuperati quei terreni che venivano allagati naturalmente dalle piene, purtroppo in taluni casi rialzati o protetti per scopi agricoli o per la costruzione di modeste infrastrutture. In città va valutato il rischio residuo dopo gli interventi a monte e vanno comunque riprogettati i ponti magari con campate uniche. A valle delle città nelle campagne vanno spostati gli argini, creando golene più ampie, per dare più spazio alle acque. Se tutto questo non basta vanno realizzate casse di espansione.

 


Emanuele Bandini

lunedì 19 giugno 2023

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