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Tre domande a… Carlo Carli

Tre domande a… Carlo Carli

L'agricoltura italiana sta affrontando un anno segnato da gravi perdite. I danni, che coinvolgono sia le coltivazioni che le infrastrutture, si prevede che supereranno i 6 miliardi di euro registrati lo scorso anno. Di questi danni, oltre 1 miliardo di euro sono attribuiti all'alluvione che ha colpito la Romagna. Ne abbiamo parlato con Carlo Carli, imprenditore agricolo e presidente di Confagricoltura Forlì-Cesena e Rimini.

Che annata è stata questa per l'agricoltura?

Difficilissima. Il settore primario era reduce da un 2022 dove i costi dell'energia e delle materie prima erano schizzati alle stelle e il peso e le ripercussioni sulle aziende agricole è stato pesantissimo. Un inverno siccitoso come non mai aveva generato stress sulle varie colture. Poi sono arrivate le gelate primaverili che hanno ridotto pesantemente la produzione frutticola romagnola generando meno reddito per le imprese, davanti però a costi produttivi calibrati per una produzione piena. Una botta pesante, che le assicurazioni coprono solo in minima parte. Ecco perché chiediamo una revisione del sistema assicurativo, con la possibilità per le imprese di poter avere una copertura adeguata, anche in considerazione dei cambiamenti climatici. Poi è arrivata la mazzata finale: l'alluvione. Una calamità che ha messo in ginocchio cittadini e imprese: il settore primario è stato il più colpito, con coltivazioni sommerse, impianti da espiantare, ma anche strade poderali e fossati da rifare, frane e smottamenti da sistemare, strutture agricole e macchinari da ricomprare. Una tragedia dalle proporzioni immani.

Le previsioni per la vendemmia 2023?

Anche la vendemmia risente dell'andamento climatico anomalo di quest'annata: in sintesi avremo una riduzione importante dei quantitativi, ma se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno la qualità è su livelli elevati. Abbiamo vigneti che in pianura sono stati sommersi dall'alluvione e questo ha avuto un impatto diretto sulla quantità di grappoli che sono giunti a maturazione. Ma il fenomeno ha aumentato pure l'insorgenza di malattie fungine che hanno complicato ulteriormente le cose. Nei vigneti di collina, invece, frane e smottamenti hanno in alcuni casi travolto i vigneti, abbattendoli in parte, ma hanno anche reso impossibile accedere ai campi proprio nel periodo in cui si eseguono i fondamentali trattamenti primaverili. D'altra parte l'estate calda e asciutta ha contribuito ad ottenere una buona qualità dei grappoli rimasti.

L'agricoltura può dare una risposta a chi ha perso il reddito di cittadinanza?

L'agricoltura è nel Dna della nostra Nazione e della nostra Romagna. E' una delle colonne portanti dell'economia del territorio e può vantare aziende all'avanguardia che possono offrire lavori stimolanti e gratificanti. C'è bisogno di manodopera, ma anche di figure specialistiche, come potatori o conduttori di macchinari. Viviamo l'agricoltura 4.0 e il lavoro in campagna non è più solo zappa e vanga. Invitiamo chi non ha più il reddito a mettersi in gioco, a rivolgersi anche alle aziende agricole: scontiamo una difficoltà cronica a trovare personale. Chiediamo alle istituzioni di pensare anche a percorsi formativi ad hoc, che possano preparare le persone in cerca di occupazione al lavoro in campagna.

 

 


Emanuele Bandini

lunedì 18 settembre 2023

ARGOMENTI:     tre domande