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Tre domande a Gianluca Bagnara

Tre domande a Gianluca Bagnara

A poche settimane dal Natale, la curiosità intorno al programma di eventi che animeranno il centro di Forlì sale. Ad aggiudicarsi il bando comunale per la promozione e valorizzazione del centro storico come “centro commerciale naturale”, andato deserto in un primo momento, è stata Fiera di Forlì, che si occuperà della programmazione di eventi per il prossimo biennio. Come l’ente stia lavorando al nuovo incarico lo spiega Gian Luca Bagnara, economista specializzato in agribusiness ed economia del territorio e presidente di Fiera di Forlì.

Com’è nato l’interesse per il centro storico?

Lo sviluppo del centro è stata una linea strategica di Fiera di Forlì fin da inizio mandato ed è l’area di espansione naturale della nostra attività. I padiglioni stessi vengono utilizzati anche da società private: l’ente Fiera non organizza solo eventi fieristici, ma coordina anche iniziative di terzi, con una presenza crescente di società private e un bacino dell’entroterra portato a ruotare sempre di più attorno a Forlì. Era nelle nostre premesse estendere le nostre competenze al di fuori dei padiglioni, come sta accadendo ora che ci troviamo ad aggregare e coordinare specialisti e partner esterni per il centro storico. Il bando comunale stesso, anche se un po’ rigido nel vincolare l’utilizzo dei contributi, promuove l’idea di un sistema di gestione innovativo del centro come distretto pubblico/privato che ci corrisponde. Presi da altri impegni, non abbiamo partecipato al primo bando, ma era comunque nei nostri piani collaborare con l’eventuale aggiudicatario.

Qual è il progetto che avete in mente per il centro?

Per quel che riguarda il Natale, partiremo da ciò che già funzionava migliorandolo. Data la mia provenienza dal settore agricolo, posso dire che incentiveremo il coinvolgimento degli operatori dell’agroalimentare e dell’artigianato artistico dell’entroterra attraverso mercatini e degustazioni. L’albero di Natale unirà tradizione e rispetto ambientale, perché sarà un abete proveniente da filiera certificata. Più in generale, vogliamo fare un salto in più e creare non solo un calendario di eventi, ma un vero distretto del commercio, un tavolo di coordinamento con tutti gli operatori, non solo quelli esterni, che pure portano uno stimolo e delle competenze preziose, ma anche quelli locali. Creare una sinergia del genere è il valore aggiunto. Così si cresce e si alza l’asticella perché, al termine di ogni evento, non deve restare solo l’indotto, ma qualcosa in più.

Può il centro reggere la concorrenza del centro commerciale?

In centro ci sono quasi 500 esercizi commerciali, alla Punta di Ferro un centinaio. Il centro storico è molto più grande, è facilmente accessibile e coinvolge la città, mentre al centro commerciale affluiscono per metà frequentatori da fuori. La piazza e le aree limitrofe hanno catalizzato meno presenze perché gli operatori commerciali sono meno concentrati Ecco perché serve strutturare dei percorsi, momenti informativi e culturali che guidino il consumatore. Ogni volta che vengono proposti eventi specialistici, il centro si popola. Così non si andrà in centro solo per acquistare prodotti, ma anche cultura.


Laura Bertozzi

venerdì 17 novembre 2017