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Tre domande a Raul Mosconi

Tre domande a Raul Mosconi

Il trend demografico del territorio forlivese parla chiaro: la popolazione continuerà a diminuire e l’ago della bilancia peserà sempre di più dalla parte della fascia anziana, di contro a un assottigliamento dei giovani fino ai 14 anni. Non solo: oggi l’indice di dipendenza per la città di Forlì è del 62,4%: su 100 persone attive, circa 62 sono inattive. Le proiezioni indicano però, per il 2035, un indice di dipendenza dell’80%. Un orizzonte impegnativo per le politiche sociali, che fanno capo all’assessore del Comune di Forlì Raoul Mosconi.

Qual è la strategia del welfare pubblico per affrontare questa sfida?

 

Nell'immediato, è la collaborazione dei Comuni e dell'Ausl con anziani e famiglie. Il welfare pubblico è complementare ai servizi privati che le famiglie prestano direttamente o pagano di tasca propria. Riconoscere e promuovere questa complementarietà è il welfare di comunità. In questa ottica, è urgente sostenere e formare i caregiver, cioè le persone che si prendono cura degli anziani e delle persone non autosufficienti. Una strategia di più lungo periodo è la prevenzione per invecchiare in salute. Fondamentale è mantenersi attivi, curare le relazioni con parenti e vicini di casa, sentirsi utili: fare prevenzione è un dovere di tutti.

 

Attivare le risorse del territorio è l’obiettivo del nuovo piano di zona. A che punto siamo?

 

“Ogni territorio è protagonista del suo welfare”, questo è il motto scelto per il percorso partecipato che porterà all'approvazione del Piano di zona per la salute e il benessere sociale del distretto dei 15 Comuni della Romagna forlivese. Esistono già molte esperienze nate dal basso. Alcuni esempi a Forlì sono il “Caffè per tutti”, che nasce dal progetto Anziani Attivi in Rete nei quartieri Musicisti e Vecchiazzano, il centro anziani della parrocchia della Cava, che è una bella innovazione organizzativa, e il progetto “Stiamo insieme” a Roncadello. Anche negli altri Comuni ci sono esperienze di comunità attivate grazie al contributo della Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Ci aspettiamo che queste esperienze aumentino con la partecipazione dei cittadini, delle comunità e delle istituzioni pubbliche e private.

 

Qual è l’attuale stato dei servizi per gli anziani e come cambieranno in futuro?

 

I servizi per gli anziani non autosufficienti sono cambiati sia per qualità che per quantità. Si sono accreditate le Case Residenza per anziani, che contano 742 posti protetti. Nei servizi residenziali, i numeri maggiori oggi sono quelli relativi a case di riposo, case albergo e gruppi appartamento, che contano sul nostro territorio oltre 1000 posti letto. A questi, si stanno aggiungendo le “case famiglia” per anziani, in via di regolamentazione. Sono inoltre aumentati i centri diurni e gli anziani presi in carico a domicilio sono più di 2500. Ci sono poi tante assistenti familiari e soprattutto tantissime persone, specialmente donne sopra i 50 anni, che assistono i loro parenti. Nel futuro mi auguro che sempre di più anziani e famiglie collaborino fra loro aggregando i loro bisogni, in modo da trovare risposte più creative e meno onerose per combattere la solitudine e migliorare la qualità della vita.

 

 


Laura Bertozzi

giovedì 7 dicembre 2017