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Tre domande a Marcello Flores

Fascismi e antifascismi

Tre domande a Marcello Flores

Fascismi e antifascismi: nel dicembre scorso, entrambi i fronti hanno alzato la voce, sia a Forlì che a Predappio. Il giorno dell’Immacolata, i mercatini natalizi di piazzetta della Misura hanno visto attivisti di Forza Nuova fronte a fronte con sindacati e associazioni di sinistra. Si è accesa la miccia delle tensioni e sono seguite contromanifestazioni da ambo le parti. Anche a Predappio, il progetto per l’allestimento museografico dell’Ex Casa del Fascio e dell’Ospitalità ha suscitato più di una polemica. Difficoltà a fare conti con l’eredità storica del Novecento o ad avere uno sguardo sul futuro davvero libero dai fascismi? A offrire un’interpretazione di questi fenomeni è lo storico Marcello Flores, coordinatore del Comitato Scientifico del progetto di Predappio.

 

Come legge le critiche intorno all’Ex Casa del Fascio?
Chi si è espresso in modo contrario l’ha fatto sostenendo che è il luogo a non essere idoneo, perché connotato dal neofascismo, e che l’allestimento museografico andrebbe realizzato altrove. Un modo per dire che sarebbe meglio non farlo. Queste posizioni sono sintomo di paura nel fare i conti col passato e sono la spia di una scorretta valutazione della coscienza collettiva, ritenuta erroneamente facile preda degli stereotipi neofascisti. Il progetto di risistemazione dell’Ex casa del Fascio di Predappio vuole invece affrontare in termini didattici e divulgativi la realtà del fascismo e dei totalitarismi fra le due Guerre, un periodo del quale si parla ancora in modo troppo riassuntivo e polemico. Presto partiranno i lavori sulla parte dell’edificio che ospiterà l’esposizione permanente. Per la parte dove verranno collocati centro studi, biblioteca e archivi, si dovrà attendere un momento successivo.

Come spiega i fatti di Forlì avvenuti dall’8 dicembre in poi?
Non è un fenomeno isolato: basti pensare agli eventi di Como. Le forze di destra radicale manifestano la loro presenza e provocano reazioni per testare entro quale limite può spingersi la loro azione sui territori. Si tratta però di fatti gravi, che invocano risposte più consistenti delle, pur necessarie, contromanifestazioni: la prima è l’intervento delle autorità, chiamate a denunciare apertamente le violazioni della legge, la seconda è la controffensiva culturale, utile a far conoscere le vittime del fascismo e i valori che sostanziano il neofascismo.

C’è il rischio che nuovi fascismi dilaghino in Europa?
Delle forze di destra, quelle che oggi stanno ottenendo più successo in Europa sono quelle populiste che, pur prendendo dai fascismi alcuni aspetti, come il razzismo, si muovono ancora dentro l’arena democratica. Ma è dove l’Europa stenta a portare avanti la costruzione di un’unione coesiva e coerente che si insinuano queste forze. La soluzione? Non certo penalistica e repressiva, che rischierebbe di trasformare gli appartenenti a questi movimenti in vittime. Piuttosto, va fatto un lavoro educativo che dimostri come queste voci diano risposte false e prive di fondamento storico reale alle paure collettive, istigando reazioni contro presunti nemici, come gli immigrati, la burocrazia di Bruxelles o i partiti.

 


Laura Bertozzi

giovedì 25 gennaio 2018