Tre domande a Patrizia Graziani
La luce in fondo al tunnel della crisi si intravvede. Eppure, le domande di accesso alle case popolari non sono diminuite rispetto agli anni scorsi e devono fare i conti con le nuove regole regionali che, a partire da ottobre 2017, hanno ridefinito requisiti d’accesso e canoni d’affitto. A offrire uno sguardo sullo stato e i criteri di assegnazione di questo patrimonio immobiliare è l’avvocato Patrizia Graziani, presidente di Acer (Azienda Casa dell’Emilia-Romagna) di Forlì-Cesena.
In quale stato si trovano gli alloggi in città?
A Forlì, gli alloggi gestiti da Acer sono 1641, dei quali 1569 di proprietà comunale. L’Azienda si occupa di manutenzione degli immobili ed è in convenzione con il Comune di Forlì: sugli alloggi di edilizia residenziale pubblica, la spesa maggiore è stata relativa al mantenimento in buono stato dell’esistente, con un adeguato livello di interventi, che hanno riguardato anche la bonifica dall’amianto, con conseguente possibilità di riassegnazione. Le nuove costruzioni, invece, vengono da vecchi finanziamenti: in via Pelacano, ad esempio, verrà inaugurato un nuovo alloggio a settembre.
Come sono cambiati i criteri di assegnazione delle case popolari?
Il provvedimento regionale introduce un canone “oggettivo”, che non dipende cioè soltanto dal reddito degli inquilini, ma anche dalle caratteristiche dell’alloggio, come la metratura, l’ubicazione e la presenza di ascensore. Il canone d’affitto viene perciò calcolato in base al valore oggettivo dell’appartamento e alla fascia di reddito del nucleo familiare. Tre sono quelle identificate per i possibili assegnatari: si collocano nella fascia di “protezione” le famiglie con Isee fino a 7500 euro e patrimonio mobiliare non superiore ai 35mila euro, che pagano un canone minimo; invece, sono compresi nella fascia di “accesso” i nuclei con Isee compreso tra 7500 e 17.100 euro e patrimonio mobiliare non superiore ai 35mila euro: questi possono godere di uno sconto sul canone oggettivo proporzionale al proprio Isee. Infine, la fascia di “permanenza” include gli assegnatari con Isee tra i 17.100 e 24.00 euro e patrimonio mobiliare non superiore ai 49mila euro: per loro, il canone oggettivo è maggiorato fino a un massimo del 45%, sempre in base al loro Isee.
Come giudica il provvedimento?
È una legge che vuole portare maggiore equità. Il criterio sul quale poggia è che un alloggio pubblico non deve essere considerato un diritto acquisito per sempre. Inoltre, un calcolo dei requisiti d’accesso basato sull’Isee ha il merito di fornire un quadro più reale della condizione economica delle famiglie, in modo da dare una risposta all’esigenza di maggiore controllo già emersa in precedenza. A questo proposito, c’è in vista un’ulteriore novità, anche questa consentita dalla legge regionale, ovvero la presenza di “accertatori”, personale adeguatamente formato e legittimato dal Comune per effettuare controlli negli alloggi al posto della Polizia Municipale. Gli accertatori devono vigilare che le case vengano custodite in modo appropriato e possono emettere multe o sanzioni. Attualmente stiamo formando 3 dipendenti di Acer a questo scopo.
Laura Bertozzi
venerdì 16 marzo 2018