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Tre domande a Riccardo La Corte

Tre domande a Riccardo La Corte

Grazie a lui, anche a Forlì si può assaporare il sogno americano. Hamburger, hot dog, cheesecake, i mitici doughnut (le ciambelle), i ciuffi alla Elvis, i look da pin-up e le sonorità rockabilly hanno iniziato a essere parte dello stile di vita cittadino da quando Riccardo La Corte ha fondato il suo primo America Graffiti, ispirato ai diner statunitensi. Ma anche i nuovi progetti del big boss restano legati all’America anni ’50.

Quale coniglio dal cilindro c’è da aspettarsi dopo America Graffiti?

Restando nell’ambito della ristorazione, ho aperto il 25 aprile scorso una gelateria a Vechiazzano chiamata “Flamingo”, il cui punto di forza è la semplicità e la genuinità degli ingredienti. Il principale progetto che ora sta prendendo il via è, però, ancora legato agli Usa: sarà operativo a breve il nuovo “Big Boss Garage”, uno spazio dedicato alle auto e moto d’epoca, che si trova a Forlì in via Borelli, 8 (tel. 0543.725464). Nato come luogo di culto per le più iconiche linee di auto storiche americane, il garage prevede anche un’attività di vendita e di noleggio delle vetture per matrimoni o shooting fotografici. Cosa vi si può ammirare? Due Cadillac Coupé de Ville del 1956 e ’59, le Hot Rod del ’29 e del ’32, la mitica Mercury del ’49 e del ’51 e altri celebri modelli. Ogni mezzo dispone di scheda tecnica e lo spazio è aperto a chiunque voglia saperne di più di questo mondo, anche insieme ai propri amici a quattro zampe, dato che siamo una realtà pet friendly.

 

Com’è stata l’avventura di mettere in piedi America Graffiti?

Ha unito il mestiere mio e di mia moglie Cinzia (quello di ristoratori) con la grande passione per l’America degli anni ’50. Così è nato un locale nel quale ogni dettaglio rispondeva alla profonda conoscenza che abbiamo acquisito di quel mondo grazie ai viaggi sulla Route 66 e nei diner storici. Dopo il primo ristorante in via Costanzo a Forlì, nato nel febbraio 2008, è seguita una fase di crescita che ha consolidato il marchio e ha portato ad altre aperture dirette. Nel 2011 è stata la volta del franchising, che ci ha permesso di aprire 65 locali nel Centro e Nord Italia. Grazie ai miei soci e associati, America Graffiti ha fatto conoscere Forlì all’Italia. Nel 2017 il gruppo Cigierre ha acquisito la società, ma il cordone non si è spezzato perché sono tuttora consulente per la catena e possiedo i due fast food di Forlimpopoli e del centro commerciale Punta di Ferro.

 

Ci siamo americanizzati a Forlì?

America Graffiti è stato veicolo di cultura culinaria, ma non solo. Dai locali è passato il gusto per il design, la moda, le auto e la musica dell’America anni ’50. La mia passione si è radicata guardando Happy Days e avvicinandomi al rock ‘n’ roll. Siccome, attraverso le mie attività, ho trasmesso un’immagine positiva e non politicizzata dell’America, sono stato invitato a partecipare, a luglio, alla celebrazione dell’Independence Day all’ambasciata americana. Da quando migliaia di avventori hanno preso a frequentare i locali del fast food, è cresciuto l’interesse per il boogie-woogie e i famosi donut (le ciambelle), un tempo introvabili in Italia, ora sono in tutti i bar.

 

 


Laura Bertozzi

venerdì 22 giugno 2018