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Tre domande a Lucia Salaroli

Tre domande a Lucia Salaroli

Non ho scelto l’impresa, è lei che ha scelto me." Lucia Salaroli, imprenditrice da sempre, ha respirato aria di responsabilità fin da bambina. A 24 anni rileva l’azienda di famiglia e si lancia nel mondo dell’imprenditoria, affrontando un percorso che la fa crescere ogni giorno, sia professionalmente che umanamente. Dal 2013 è attiva negli organi direttivi di CNA e dal 2021 è Presidente dei Giovani Imprenditori. Professionista dalle molte competenze, è sarta, counselor e formatrice online. Ha saputo intrecciare le sue passioni in un’attività costruita su misura: per sé, per il proprio benessere, per dare valore agli altri.

Il tuo brand si chiama 'Lucia, la Coach delle Artigiane': di cosa si occupa esattamente e qual è la sua missione?

"Il nome della pagina è nato insieme alle donne della community che ho costruito nell’ultimo anno: un grande orgoglio! Dopo 13 anni alla guida di un’azienda manifatturiera di famiglia, conosco bene le sfide dell’artigianato. Online, però, è difficile trovare mentori con competenze specifiche in questo settore, spesso dominato da modelli digitali lontani dalla realtà di chi vende prodotti fisici. Così ho creato un’attività di coaching per aiutare le artigiane creative a promuoversi sui social in modo strategico. Partiamo dalle basi: identità, target, missione e prodotto di punta, per poi costruire una strategia che attragga e fidelizzi. La soddisfazione più grande? Vedere piccoli profili sbocciare e iniziare a vendere con successo le proprie creazioni".

Mi hai raccontato che ti occupi anche di counseling: in che modo integri questa competenza nella tua attività professionale?  

"Quando ho scoperto il counseling, ho capito subito che era parte della mia essenza, tanto quanto il lavoro manuale. In Italia è ancora poco conosciuto, ma per me è fondamentale, soprattutto nel mio percorso con le ragazze di “Da Hobby a Professione”. Il counselor accompagna le persone a ritrovare consapevolezza, benessere e fiducia in sé, risvegliando talenti e passioni offuscati da momenti di smarrimento. Spesso ci si scontra con la “sindrome dell’impostore” e pensieri come “non ce la farò” o “non sono all’altezza”. Il mio ruolo è aiutarle a ritrovare il senso di ciò che fanno, a darsi valore, perché per vendere davvero bisogna prima credere in se stesse. Il mio supporto è professionale, ma soprattutto umano: quello che io stessa avrei voluto avere quando ho iniziato".

In quanto donna e imprenditrice, come riesci a trovare un equilibrio tra la vita professionale e quella personale?

"L’equilibrio si costruisce giorno dopo giorno, anche prendendo decisioni non sempre popolari. Ho scelto di ridurre la mia attività manifatturiera per gestire in autonomia la mia giornata, sia lavorativa che personale. Ho creato un laboratorio in una stanza accanto alla mia abitazione: questo mi permette di non avere orari fissi, affrontare gli imprevisti con flessibilità e seguire i miei ritmi, soprattutto in relazione alle energie che richiede la vita familiare. Sono una persona che tende sempre a dare il massimo, ma ho imparato a riconoscere i miei limiti. Lavorare da casa mi aiuta a rispettarli. Non tornerei mai indietro, anche se la strada verso maggiori tutele per i lavoratori autonomi è ancora lunga. Ma non ci fermiamo"!

 


Emanuele Bandini

venerdì 13 giugno 2025

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