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Tre domande a Stefano Naldi

Tre domande a Stefano Naldi

Sono da vent’anni un punto di riferimento per la loro esperienza in ambito teatrale. Le personalità artistiche alla guida della compagnia “Teatro delle Forchette” hanno saputo far crescere l’associazione culturale negli anni, diversificandone l’attività tra produzione e distribuzione di spettacoli, gestione di teatri e centri ricreativi e formazione teatrale. Con un background di 80 spettacoli prodotti e un’offerta di proposte culturali di spessore per il territorio forlivese, la compagnia si affaccia con slancio alla stagione 2018/19. Dei progetti in serbo per l’inverno parla il vicepresidente dell’associazione, nonché direttore artistico delle stagioni e dei corsi, Stefano Naldi.

 

Da quali inizi ha mosso i primi passi la compagnia?

 

Il Teatro delle Forchette è nato da una costola del celebre Forum Livii Theatre, la prima accademia privata in regione fondata da Massimiliano Bolcioni negli anni ’90. Sui banchi del suo metodo si sono formati non solo quegli allievi che poi hanno dato vita, insieme a lui, al Teatro delle Forchette, una realtà nata nel 1998 ma costituitasi ad associazione l’anno seguente, ma anche molti altri personaggi di spicco della scena forlivese. Siamo partiti mettendo in piedi una produzione all’anno e abbiamo arricchito il nostro bagaglio un tassello alla volta. La svolta per noi è stata la messa in scena di “Un tram che si chiama desiderio”, la pièce di Tennessee Williams riletta dalla regia di Massimiliano Bolcioni: il successo e i riconoscimenti ottenuti ci hanno dato quella spinta che ha portato l’associazione ad avere, oggi, circa 90 soci iscritti e a gestire i teatri comunali di Predappio e Dovadola, il Centro Elianto di Predappio e il laboratorio di arti sceniche “The Theatre”, sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna e inserito nel circuito GA/ER.

 

Quali progetti avete in serbo per la stagione alle porte?

 

Per le stagioni dei teatri di Predappio e Dovadola, abbiamo studiato una proposta eterogenea e ricca di grandi nomi. Nel cartellone del primo abbiamo previsto Edoardo Leo, che l’11 novembre porterà in scena “Ti racconto una storia”, e Giorgio Pasotti, che sarà sul palco il 9 gennaio con “Forza, il meglio è passato”. A Dovadola il sipario si alzerà con il debutto di “Algoritmico”, il nuovo spettacolo di Enrico Zambianchi (10 novembre), per poi proseguire con la grande Anna Mazzamauro, che il 23 novembre presenterà “Nuda e cruda”. Nella stagione scorsa, abbiamo contato oltre 3500 presenze a Predappio e più di 2mila a Dovadola: non sono risultati da poco per teatri rispettivamente di 200 e 150 posti.

 

Quali sono le sfide con cui vi confrontate?

 

Per la cultura il riconoscimento economico resta un nodo dolente. Occorre far comprendere che investire in cultura ripaga. Poter contare su un sostegno economico ci permetterebbe di trasformare l’attività volontaria di molti nostri associati in posti di lavoro. La Regione fa molto, con i suoi bandi e i suoi circuiti. Ma è la mentalità che deve cambiare, a partire dalla scelta dei privati di pagare il prezzo di un biglietto. La cultura può avere un ritorno sul territorio in termini di occupazione e visibilità da non sottovalutare.


Laura Bertozzi

venerdì 28 settembre 2018