Tre domande a Milena Garavini
La Segavecchia potrebbe cambiare volto, ma Forlimpopoli non intende rinunciare alla sua anima. Dopo un confronto serrato con gli ex membri dell’associazione, il Comune valuta nuove strade per salvaguardare la tradizione. E mentre Casa Artusi apre una fase tutta nuova, in città si preparano strategie ambiziose per cultura, turismo e imprese. Il sindaco Milena Garavini ci racconta cosa sta per accadere.
Dopo l’incontro con gli ex membri dell’associazione, quali sono le intenzioni del comune per la prossima edizione della Segavecchia?
La Segavecchia e l’Associazione che la porta avanti da anni sono un patrimonio prezioso per tutta la comunità, e perderli sarebbe un vero peccato. Sappiamo delle difficoltà nate dopo le dimissioni dell’attuale presidente, ma l’intenzione del Comune è di sostenere l’associazione, nel pieno rispetto della sua autonomia, affinché possa continuare la sua attività anche in una forma nuova, magari concentrata sulla realizzazione dei carri e dei gruppi a piedi per garantire il corteo mascherato. E se l’associazione, come ha già detto, non riuscirà più a organizzare la festa, l’amministrazione cercherà comunque una soluzione: la Segavecchia fa parte della nostra identità, e non abbiamo alcuna intenzione di rinunciarci.
Alla luce della nuova governance di Casa Artusi, quali sono i progetti strategici in programma per rafforzarne il ruolo culturale e turistico nel territorio?
La Fondazione, sotto la nuova governance guidata da Andrea Segrè, continua a sviluppare con determinazione il progetto artusiano, puntando su cibo, sostenibilità e lotta allo spreco. Il nuovo consiglio di gestione, nominato dal Comune, dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì e con un rappresentante di Unioncamere, supporterà attivamente questa direzione. L’attività della Fondazione si concentrerà sul territorio, consolidando Casa Artusi come centro culturale e motore turistico, con eventi, scuola di cucina, il coinvolgimento dell’Associazione delle Mariette e della nuova gestione del Ristorante Casa Artusi. Allo stesso tempo, opererà a livello nazionale e internazionale, anche grazie al lavoro svolto per la candidatura della Cucina Italiana a patrimonio dell’UNESCO, affermandosi come punto di riferimento sulla cultura gastronomica italiana e internazionale e promuovendo il modello di Pellegrino Artusi e la cucina italiana domestica nel mondo.
Quali ritieni siano le principali sfide economiche per Forlimpopoli nei prossimi anni, soprattutto in relazione al sostegno alle piccole imprese locali e al turismo culturale e gastronomico?
Negli anni Forlimpopoli ha dimostrato grande vitalità, attirando imprese e investimenti pur restando “a misura d’uomo”. La sfida oggi è mantenere questa identità: il Comune punta sulla riqualificazione del Centro Storico per proteggere il tessuto urbano e commerciale, valorizzare eventi e collaborare con associazioni locali, rendendolo più attrattivo anche per i turisti. Non solo mattoni: l’amministrazione investe in servizi turistici di qualità, ospitalità diffusa e esperienze originali. Tra i progetti in partenza, la Loggia della Beccheria, ex sede dell’Anagrafe, diventerà caffè culturale, osteria e spazio di co-working, per attrarre nuove generazioni e far crescere ulteriormente la città.
Emanuele Bandini
venerdì 5 dicembre 2025