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Tre domande a Gianfranco Brunelli

Tre domande a Gianfranco Brunelli

Dopo il successo dell’esposizione “L’Eterno e il Tempo tra Michelangelo e Caravaggio”,  organizzata nella sede dei Musei San Domenico dalla Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, in collaborazione con il Comune di Forlì, è già in atto l’allestimento della 14° Grande Mostra che sarà visitabile dall’8 febbraio al 16 giugno 2019. A presentarla è il coordinatore delle rassegne artistiche ai Musei San Domenico Gianfranco Brunelli.  

 

Qual è il tema della prossima mostra?

 

Il titolo è “Ottocento. L’arte dell’Italia tra Hayes e Segantini” e abbraccia gli anni che vanno dalla proclamazione dell’Unità d’Italia (1861) al 1911, ossia fra l’ultima fase del Romanticismo e del Risorgimento fino alla nuova visione dell’arte, come il Futurismo. Verranno esaminati i movimenti più significativi come Romanticismo, Purismo, Realismo, Eclettismo, Simbolismo, Neorinascimento e Divisionismo. La mostra intende ricostruire i percorsi dei diversi generi, da quello storico alla rappresentazione della vita moderna, all’arte di denuncia sociale, al ritratto, al paesaggio, alla veduta e alle nuove sperimentazioni che hanno preceduto la rivoluzione del Futurismo.

 

La mostra precedente ha registrato un’affluenza di oltre 100mila visitatori, tra cui alcune delegazioni straniere: crede sia possibile raggiungere quest’anno lo stesso numero?

Questo non posso saperlo. Ovviamente speriamo in un esito altamente positivo, motivato anche dalle numerose prenotazioni già pervenute. Di sicuro sarà un Ottocento sorprendente,  mai visto prima, con opere contemporanee che però non dimenticano le radici del passato. Verrà ricostruito un confronto mai tentato prima tra architettura, pittura, scultura, illustrazione e arti decorative, per capire come l’arte  sia stata non solo uno strumento celebrativo e di propaganda, ma anche il mezzo più popolare per far conoscere agli Italiani i percorsi di una storia antica e recente, le meraviglie naturalistiche ed espressive del Bel Paese, oltre alle varie tecniche artistiche. In mostra saranno presenti circa 160 opere inedite con autori famosi come, fra gli altri, Boccioni, Pellizza da Volpedo, Previati (di cui verrà esposto anche il grande quadro tuttora collocato in una parete della Cassa dei Risparmi di Forlì), Telemaco Signorini, Vittore Grubicy, Sartorio, Induno, Maccari, Fontanesi, Fattori, Corcos, Nomellini. Inoltre, ci saranno anche le sculture di Cecioni, Rutelli, Ximenes, Trentacoste, Bistolfi, Medardo Rosso.

 

Con le Grandi Mostre, Forlì ha assunto un ruolo culturale di primo piano. Quanto la città beneficia di questa proposta artistica?

Molto. La cultura apre le porte a tutto, compreso l’aspetto economico. Non va dimenticato, infatti, che, se con l’Unità d’Italia era stata fatta l’Italia, occorreva, poi, fare gli Italiani. Dopo l’Unità d’Italia furono ben 22 milioni gli Italiani che si trovarono ad essere tali: per loro, fino ad allora, l’Italia era solo una parola. E la cultura ha aiutato a leggere il passato per capire il presente. La mostra attuale è uno straordinario viaggio nel tempo e nello spazio.

                                                                                   Si ringrazia Rosanna Ricci per la collaborazione


Laura Bertozzi

venerdì 25 gennaio 2019