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Tre domande a Gian Luca Zattini

Tre domande a Gian Luca Zattini

Con il risultato emerso dal ballottaggio del 9 giugno scorso, a Forlì s’inaugura una nuova pagina di storia amministrativa, firmata da un sindaco e una coalizione di centro-destra. Dopo 49 anni, il capoluogo romagnolo vede l’ingresso in Municipio di Gian Luca Zattini, che, sostenuto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia, Popolo della Famiglia, Pri e dalla lista civica “Forlì Cambia”, ha ottenuto il 53, 07% delle preferenze al turno di ballottaggio (cioè 27.207 voti) ed è già al lavoro per la formazione della nuova giunta. Questa sarà presentata ufficialmente venerdì 28 giugno, in occasione del primo Consiglio Comunale.

 

Quali sono stati i fattori chiave di questa vittoria senza precedenti?

 

L’aspetto più importante è stato la voglia di cambiare manifestata dai forlivesi. Ha aiutato anche una campagna elettorale condotta bene dal punto di vista dei modi, dei tempi e del contatto instaurato con la gente. Di sicuro il mio impegno decennale come sindaco di Meldola ha giocato a favore: in molti mi hanno dato fiducia dopo aver sentito parlar bene del lavoro svolto in precedenza. Poi senza dubbio anche i venti della politica nazionale, con i successi ottenuti in tutt’Italia dalla Lega, hanno contribuito alla svolta. Centrale, però, è stata la speranza di qualcosa di nuovo. Come dico fin dall’inizio della campagna elettorale, l’alternanza è il sale della democrazia e ora anche Forlì sperimenterà quel cambio di rotta invocato da molti.

 

Come farà ad essere il “sindaco di tutti” in una città divisa e dal passato così connotato?

 

Innanzitutto non intervenendo a gamba tesa sulla storia di Forlì e vagliando con attenzione quanto di buono c’è da mantenere e potenziare e quanto, invece, va cambiato. E, soprattutto, ascoltando tutti: nel momento in cui si diventa sindaco, non ha più senso pensare a chi alle urne mi ha appoggiato e chi no. Il primo cittadino deve avere la dote di mettere in primo piano i fattori di unità, perché solo una comunità coesa vince le sfide. Poi, come ho detto spesso, non bisogna buttare il bambino con l’acqua sporca: se ci sono cose buone ereditate dalle Amministrazioni precedenti, queste vanno sostenute. Di cosa parlo? Della buona qualità della vita, delle realtà imprenditoriali locali, del Terzo Settore, vero fiore all’occhiello, così come le attività culturali e sportive.

 

Quali sono le priorità attualmente in agenda?

 

Mi sto occupando della formazione della Giunta. Sono all’opera per formare una squadra coesa, fatta di persone competenti e focalizzate su obiettivi comuni, che possa portare avanti gli impegni presi in campagna elettorale. Chiaro che non si può fare tutto subito: già da più parti si stanno levando richieste che vanno dai grandi temi a aspetti più quotidiani, ma prima occorre mettere a punto la squadra e riorganizzare gli apparati. Dopodiché, alcuni delle priorità alle quali intendo metter mano sono la semplificazione burocratica della macchina comunale, a vantaggio di privati e imprese, la nuova facoltà di medicina, la rivitalizzazione del centro storico, le strategie da mettere in campo a favore di imprese e occupazione e le infrastrutture, da ripensare su scala romagnola.

 

 

 


Laura Bertozzi

giovedì 20 giugno 2019