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Tre domande a Wilma Malucelli

Tre domande a Wilma Malucelli

È una storia quasi centenaria di promozione dei diritti umani e di sostegno all’avanzamento della condizione femminile. Dai suoi albori a Oakland, in California, nel 1921, il Soroptimist International è nato come club service composto da donne impegnate in varie categorie professionali e animate dalla volontà di elaborare progetti per sostenere il potenziale femminile e non solo. L’organizzazione ha fatto la sua comparsa a Forlì nel 1983 e da allora sono state tante le azioni a favore del territorio: ne parla la giornalista forlivese Wilma Malucelli, Past President nazionale del Soroptimist Italia (dove tuttora ricopre un incarico per il Progetto Biblioteche) e socia del club forlivese.

Qual è il profilo dell’organizzazione?

 

Il Soroptimist è nato poco dopo Lions e Rotary, che sono club a partecipazione maschile, per il desiderio di alcune professioniste di esprimere la propria progettualità a favore delle donne e di altre cause. L’associazione ha mostrato subito indirizzi all’avanguardia: il primo progetto lanciato dalla fondatrice Violet Richardson, che già negli anni ’20 parlava di parità di salario tra uomini e donne, era diretto a salvare le sequoie secolari della foresta di Redwood. Poi il Soroptimist si è diffuso in tutto il mondo ed è arrivato in Europa grazie a Suzanne Noel, chirurgo estetico francese che ha contribuito alla fondazione del primo club italiano a Milano, nel 1928. Oggi l’Unione Italiana conta 155 club e 5600 socie.

 

Quale storia ha alle spalle il Soroptimist di Forlì?

 

In città è comparso nel 1983 grazie a Maria Loreti e oggi annovera una quarantina di socie. Durante mia presidenza, nel 1996, abbiamo organizzato la retrospettiva di Giovanni Marchini a Palazzo Albertini, nel 50° anniversario della sua morte. A Forlì abbiamo operato molto in ambito culturale e siamo riuscite a portare in città il premio Nobel Rita Levi Montalcini a fine anni ’90. Era nostra socia anche la storica dell’arte forlivese Maria Cristina Gori: fu per iniziativa del Soroptimist che venne realizzato il suo volume “Passeggiate forlivesi”, ristampato di recente. Ogni club locale abbraccia poi anche progetti proposti dal Soroptimist Italia, secondo le linee del biennio in corso. Quando ho ricoperto il ruolo di presidente nazionale (2009-2011), il tema era “Educazione, Formazione, Informazione”: ho realizzato, tra gli altri, il progetto ancora in essere “Atelier Rwanda”, che voleva dare slancio alla manodopera femminile del Paese.

 

Quali iniziative state seguendo?

 

Il Soroptimist di Forlì, presieduto attualmente da Raffaella Orazi, sostiene il laboratorio “Sartoria SoS-tenibile”, rivolto alle detenute del carcere di Forlì. Contribuiremo alla vendita di questi manufatti nel negozio all’angolo tra via Giorgio Regnoli e via Cignani. Ci siamo occupate anche di restauro e riscoperta degli organi Callido presenti in città e abbiamo promosso il valore della lettura con la realizzazione di una biblioteca gratuita nel giardino Annalena Tonelli. Il prossimo 1° ottobre la presidenza passerà ad Anabela Ferreira. In cantiere potrebbe esserci la costruzione di un’altra free library, nel parco intitolato a Maria Cristina Gori ai Romiti.

 


Laura Bertozzi

martedì 27 agosto 2019