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Tre domande ad Alberto Zaccaroni

Tre domande ad Alberto Zaccaroni

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’obesità rappresenta uno, e forse il principale, problema di salute del pianeta. Nel mese di ottobre si sono riaccesi i riflettori sul tema, in occasione della Giornata mondiale contro l’obesità (il 10) e della Giornata mondiale dell’alimentazione (il 17). In Italia il quadro è particolarmente allarmante per il fenomeno dell’obesità infantile, con il territorio romagnolo in linea con questo trend. Su dati, rischi, modalità d’intervento e corretti stili di vita interviene il dottor Alberto Zaccaroni, direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Endocrina e responsabile scientifico della chirurgia robotica dell’Ausl Romagna (ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì).

Qual è l’impatto dell’obesità infantile sul territorio?

 

Si tratta di un problema serio che presenta numeri in linea con la media nazionale. Nella fascia di età tra 6 e 10 anni, l’obesità compare nel 12% dei bambini, mentre il 23% della popolazione infantile è in sovrappeso. In questo, giocano un ruolo essenziale le famiglie, che spesso ritengono “normale” una situazione di sovrappeso o obesità. Alla base del problema ci sono una serie ci cattivi comportamenti, come saltare la prima colazione, fare merenda con cibo spazzatura anziché con frutta e ortaggi di stagione e consumare bevande gasate e zuccherate. Inoltre, è bene sottolineare l’importanza di scegliere frutta e verdura del territorio, nel rispetto della stagionalità, perché l’organismo è abituato a questo tipo di prodotti. A una dieta sbilanciata, si accompagna spesso la carenza di movimento e l’abitudine di passare troppo tempo di fronte ai dispositivi tecnologici. Tutto questo è destinato ad avere, sul lungo periodo, una ricaduta sul Sistema Sanitario.

 

Si riferisce all’obesità in età adulta?

 

Sì, perché il grasso in eccesso è ritenuto responsabile del 44% dei casi di diabete, del 23% delle malattie ischemiche del cuore ed è anche correlato con alcune forme di cancro. Tra i pazienti adulti diabetici in cura presso l’ospedale forlivese, circa 500 presentano obesità, cioè hanno un indice di massa corporea superiore a 35. In casi come questi, occorre limitare i danni e, dopo un adeguato percorso alimentare e motorio, si consiglia l’intervento chirurgico, in modo da eliminare diabete, ipertensione e malattie osteoarticolari. In questo momento, gli interventi più mirati sono la sleeve gastrectomy e il bypass gastrico. Lavoriamo in team, con una presa in carico del paziente a 360° e il coinvolgimento di diverse professionalità, come psicologi e nutrizionisti. Ma siamo attivi anche sul fronte della ricerca: stiamo cercando di approfondire la correlazione tra microbioma intestinale e obesità.

 

Può offrire qualche indicazione utile alla prevenzione?

 

Oltre a coltivare il movimento e un corretto stile alimentare, sarebbe bene evitare il consumo di cibi precotti, che sono economici, ma ad alto valore energetico e tendono a generare dipendenza. Bisognerebbe tornare a prendersi il tempo di cucinare cibi freschi e basarsi sulla dieta mediterranea. Anche l’allattamento materno in questo è fondamentale: interromperlo a favore dei preparati non è consigliabile.

 

 


Laura Bertozzi

giovedì 24 ottobre 2019