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Tre domande a Matteo Nannini

Tre domande a Matteo Nannini

A pochi mesi dal trionfo nel campionato di Formula 4 degli Emirati Arabi, il pilota forlivese Matteo Nannini è già pronto a mettere il turbo per la prossima stagione. A soli 16 anni, il giovane vanta un curriculum di tutto rispetto, che annovera già 90 gare ufficiali, 70 podi e 28 vittorie. Partito dalle competizioni di kart, oggi Nannini, forte dei successi conquistati nella stagione appena terminata, si prepara al campionato in Nuova Zelanda. E, nel frattempo, cerca di conciliare la carriera sportiva con gli impegni scolastici e le amicizie.

Quando è nata la passione per l’automobilismo?

 

Tutto è iniziato a Castrocaro, ad una fiera, quando avevo circa 5/6 anni. C’era un gonfiabile con dei mini kart dotati di un motore da tagliaerba. Una volta salito a bordo non sarei più sceso, a dispetto del temporale che nel frattempo era scoppiato: la pista gonfiabile di spostava e io la rincorrevo. Sono tornato a casa con il kart e da quel giorno non sono più sceso. Ho iniziato a muovere i primi passi nel mondo delle quattro ruote nel 2010, nella categoria kart “Delfino”, con un motore da 35 cc. Poi è arrivato il primo successo importante: il primo posto nel campionato italiano (categoria 60 cc) nel 2014. Ma l’anno più impegnativo è stato il 2016, quando ho preso parte contemporaneamente al Junior Rok Cup Area Nord e Area Centro, con la 125 cc. Nel primo mi sono confrontato con altri 60 piloti e ho ottenuto il primo posto. Nel campionato di Area Centro sono arrivato secondo solo per aver saltato delle gare che erano in concomitanza con il Rok Cup Area Nord. Un percorso in salita, coronato, l’anno dopo, dal terzo posto a Sarno nel campionato europeo di kart WSK.

 

Com’è stato il passaggio alla Formula 4?

 

Mi sono dovuto abituare a una guida da steso, ma mi sono trovato bene e il mio tempo sul giro è stato buono fin da subito. Dopodiché c’è stato un enorme lavoro di preparazione. In alcune frenate occorre esercitare 100 chili di pressione, così mi sono sottoposto ad allenamenti in palestra e in mountain bike per irrobustire le gambe. Poi ci sono i test: bisogna provare tutte le diverse soluzioni su pista e per il pilota sono giornate impegnative, in cui non si sta fermi un attimo. Ma sono soddisfatto perché questa grande preparazione è servita al primo posto nella UAE F4 Championship, dove ho dimostrato che sono forte e sono diventato “il campione da battere”. Il 2019 è stato anche l’anno che mi ha visto approdare alla Formula 3, nel Regional European Championship.

 

La tua scalata al successo sportivo come si concilia con gli altri impegni?

 

Frequento il Liceo scientifico di Forlì, indirizzo sportivo. Anche se il sabato non è giornata di lezione, poteva essere problematico, per me, il numero totale di assenze, perché i test in pista si fanno fra settimana e le gare iniziano il mercoledì. Per fortuna ho trovato grande collaborazione da parte dei docenti, che mi permettono di recuperare le verifiche. Certo, i tempi sono sempre molto stretti. Ma sono anche circondato da tanto supporto: i compagni, gli amici della Scuderia Ferrari Club di Forlimpopoli e il Comune di Forlì, che mi ha assegnato il premio “ambasciatore dello sport”.


Laura Bertozzi

martedì 5 novembre 2019