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Le tre domande a Valdemaro Flamini

Le tre domande a Valdemaro Flamini

Nel periodo che precede il Natale, si inizia a pensare ai regali da scambiarsi per le festività. Ma c’è un dono, fra tutti, che non costa nulla e può salvare tante vite: quello del sangue. Basti pensare che senza donatori di sangue non sarebbero possibili trapianti di organi, né salvare chi ha gravi emorragie dopo un incidente. Questi però non sono gli unici vantaggi di un atto di solidarietà al quale i forlivesi si dimostrano molto sensibili. Ne parliamo con Valdemaro Flamini, presidente dell’Avis Comunale di Forlì.

Cosa emerge dai dati più recenti relativi alle donazioni?

 

Dal numero di donazioni effettuate fino a fine novembre, contiamo circa 110 donazioni in più rispetto allo stesso periodo del 2018. Allora ci attestavamo intorno alle 11.600 donazioni, mentre quest’anno ne rileviamo più di 11.700, tra sangue intero e plasma. Per quel che riguarda il primo prodotto della donazione, la raccolta ci permette l’autosufficienza, grazie all’invio di 140 sacche a settimana al Centro Regionale Sangue dell’Emilia-Romagna. Sul versante della donazione di plasma, invece, copriamo il 65% delle necessità, anche se, rispetto al 2018, le donazioni di questa componente del sangue sono aumentate del 10%. Non va sottovalutata l’importanza di questo gesto, perché la lavorazione del plasma da parte delle industrie farmaceutiche permette una sua restituzione sotto forma di farmaci essenziali soprattutto per la cura dei tumori.

 

Quanto incidono i giovani in questo trend positivo?

 

Giocano un ruolo importantissimo e si dimostrano molto sensibili. Poiché, però, i giovani possono donare con una frequenza minore rispetto ai “vecchi” volontari, occorre coinvolgerne il maggior numero possibile. Ecco perché l’associazione è tanto attiva nelle scuole: nelle secondarie di primo grado abbiamo proposto un concorso sul tema “La mia città e il mondo” (con premio dei lavori nel 2020) e sviluppiamo percorsi educativi incentrati su tematiche sanitarie e non solo. Nelle secondarie di secondo grado sensibilizziamo alla donazione insieme alle associazioni Aido (per la donazione di organi, tessuti e cellule) e Admo (midollo osseo) e facciamo agli studenti la richiesta specifica di diventare donatori di sangue. Dei giovani idonei contattati, oltre il 10% procede alla prima donazione: il dato è molto incoraggiante. Alla fine del 2018 i donatori attivi erano circa 3.600, mentre i volontari impegnati a vario titolo nella vita associativa circa una cinquantina.

 

Quali eventi avete in programma per il futuro?

 

Oltre al concerto di Natale, previsto per il 22 dicembre alle 21.00 al Naima Club di Forlì ad opera del gruppo “Vocal fly”, andiamo incontro a un 2020 ricco di iniziative. Infatti, sarà ultimata in aprile la ristrutturazione della palazzina che ospita la sede dell’Avis, in via Della Torre: vi rientreremo tra giugno e luglio, ospiteremo nell’edificio le associazioni “consorelle” Aido e Admo e renderemo operativa una sala conferenze da 60 posti. L’inaugurazione ufficiale è prevista per ottobre, mentre siamo già al lavoro per preparare un evento in occasione della Giornata mondiale del donatore di sangue (14 giugno), di cui l’Italia è capofila.


Laura Bertozzi

giovedì 5 dicembre 2019