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Le tre domande a Filippo Monari

Direttore della Caritas

Le tre domande a Filippo Monari

Addobbi, regali e voglia di ritrovarsi con familiari e amici sono gli aspetti più immediati che evocano l’atmosfera natalizia. Ma per vivere il senso autentico della festività, il pensiero non può che correre a quanti si trovano in condizione svantaggiata, anche nel territorio forlivese. Ad occuparsi dell’assistenza di chi vive in situazione di povertà ci sono i servizi messi in campo dall’organismo pastorale della Diocesi, la Caritas di Forlì-Bertinoro, diretta da Filippo Monari.

 

Quali sono le criticità del territorio e le azioni messe in opera dalla Caritas?

 

La Caritas persegue una “pedagogia dei fatti” attraverso i suo 30 centri di ascolto del territorio di Forlì-Bertinoro, incluse le vallate del Bidente, Rabbi e Montone. Quest’anno sono state incontrate oltre 8mila persone tra centri parrocchiali e “opere segno”. Le opere segno del Buon Pastore, Emporio della Solidarietà e Santa Maria del Fiore accolgono ogni giorno dell’anno oltre cento persone, con servizi doccia, guardaroba, prima e seconda accoglienza, accoglienza diffusa, colazioni e mense per pranzo e cena. Questo stile di prossimità è un modo concreto di rispondere a chi si trova nella precarietà. Le povertà ci sono, anche nel nostro fortunato territorio forlivese, e i dati lo confermano. L’emergenza attuale evidenzia, oltre ai bisogni primari, anche una necessità di accoglienza abitativa. Non manca, poi, l’emergere di una significativa povertà educativa.

 

Lei è a capo della Caritas da settembre: quali indirizzi ispireranno la sua direzione?

 

Nel mio mandato continuerò il lavoro avviato dal mio predecessore Sauro Bandi, che nel decennio 2009-2019 ha gestito la crisi economica che tutti conosciamo, consolidando l’impegno delle opere segno. L’Emporio della solidarietà, ad esempio, serve 500 famiglie, il 38% delle quali italiane. Desidero anche impegnarmi nei processi di accoglienza, superando il bisogno immediato di assistenza e lavorando attraverso progetti di comunità. Inoltre, abbiamo già avviato una rete di agenzie educative per il contrasto alla povertà educativa.

 

In che modo i forlivesi possono fare la loro parte?

 

La Caritas nasce come risposta concreta della Chiesa nello stare vicino alle persone deboli. All’inizio del mio mandato mi sono stupito di aver toccato personalmente questo mistero del bene che sta nel cuore di ogni uomo. La bontà è per le persone mature, adulte, che si fanno responsabili di una comunità e si chiedono cosa lasceranno di buono a chi verrà. In questi giorni ho ritrovato alcuni volontari, conosciuti in gioventù, che da oltre vent’anni, silenziosamente, vanno ancora a fare servizio volontario alla mensa e al dormitorio. Forse questa fedeltà del servizio di volontariato, gratuito e solidale, non è una risposta di semplice altruismo o buonismo, ma è mosso dal valore della carità. Chiunque volesse dare la propria disponibilità come volontario può scrivere all’e-mail comunicazione@caritas-forli.it. È inoltre possibile destinare il proprio 5 per mille alla Caritas diocesana indicando il codice fiscale 92074910404. Auguro un Natale così, movimentato dalla carità e dall’attenzione per gli altri per tutto l’anno.


Laura Bertozzi

giovedì 12 dicembre 2019